Richard Pryor, il profeta della stand up comedy

Richard Pryor, il profeta della stand up comedy

Quando ero piccolo i miei genitori erano soliti affittare delle videocassette in una videoteca vicino casa. Generalmente questo succedeva nel fine settimana ed era il preludio ad un momento in famiglia che ribattezzammo pizza e film. Capitava anche a me di andare con loro in quella piccola videoteca e di rimanere completamente rapito dalle copertine disegnate di quei film. Nei vari film che mi capitava di vedere (anche tra quelli che passavano in tv) la mia mente di bambino ha sempre visto un attore che anni dopo avrei collegato alla figura di Richard Pryor, uno dei comici più dissacranti e fondamentali per lo sviluppo della stand up comedy.

L’uragano Richard Pryor: Una Voce dal Profondo dell’America

Richard Pryor non è nato, è esploso. Il 1° dicembre 1940 a Peoria, Illinois, in un bordello che sua nonna gestiva con polso di ferro e una pistola sempre nella borsetta. Mentre altri bambini giocavano a baseball, lui vedeva uomini distruggersi con alcol, prostitute e scommesse. La commedia non era un’opzione: era sopravvivenza.

Un giovane Richard Pryor. Foto dell’American International Pictures. tutti i diritti riservati

A vent’anni Pryor capisce che l’unica via d’uscita è un microfono. New York lo accoglie con le sue luci e i suoi demoni. Inizia con una stand-up rassicurante, quasi una copia di Bill Cosby. Ma qualcosa non quadra. Richard Pryor non è fatto per le barzellette pulite. La verità chiama e lui risponde.

La Trasformazione: Dal Comico Borghese al Profeta del Caos Richard Pryor

Prima che Hollywood si accorgesse di lui, Pryor affinò la sua arte nei nightclub fumosi, circondato da gangster, ubriaconi e artisti disperati. All’inizio cercava di emulare Bill Cosby, proponendo una comicità pulita e rassicurante. Ma poi accadde qualcosa. Una sera a Las Vegas, nel bel mezzo di uno show, Pryor si bloccò. Guardò il pubblico, lasciò il microfono e se ne andò. Era stufo di fingere. Decise di trovare la sua voce, e quella voce era cruda, reale e indomabile. Quando tornò sul palco, il mondo della stand-up non sarebbe mai più stato lo stesso.

L’Uomo e il Demone: Droghe, Successo e Autodistruzione

Il successo travolse Pryor come un fiume in piena. I suoi spettacoli erano uragani di storie di strada, personaggi folli e una linguistica infarcita di insulti e oscenità che solo lui poteva trasformare in poesia urbana. Ma il demone dell’autodistruzione lo seguiva come un’ombra.

La pagina del Los Angeles Times del 10 giugno 1980

Cocaina, alcol, prostitute. Pryor non si negava nulla. E nel 1980 arrivò l’episodio che divenne leggenda: si diede fuoco mentre era strafatto di freebase, ovvero una forma fumabile di cocaina. Un’icona in fiamme che correva per strada urlando. La stampa parlò di un incidente, lui trasformò la tragedia in una delle sue routine più famose. “Cosa si prova a bruciare vivo? Come un fiammifero, fratello.”

Rivoluzione di un Genere: La Stand-Up Prima e Dopo Pryor

Senza Pryor, la stand-up moderna non esisterebbe. Kevin Hart, Dave Chappelle, Chris Rock e Eddie Murphy sono tutti figli della sua rivoluzione. Fu il primo a portare la voce dell’America nera sul palco senza filtri, senza concessioni e senza paura. I suoi special, da Live and Smokin’ a Richard Pryor: Live on the Sunset Strip, sono Bibbie per ogni comico che voglia capire come trasformare dolore e verità in arte. Il cinema lo accolse, ma Hollywood non sapeva come gestirlo. Superman III? Sì, ma solo per pagare la droga.

Un Addio Doloroso e un’Eredità Immortale

Negli anni Novanta la sclerosi multipla lo colpì duramente. La voce si affievolì e il corpo si indebolì, ma la leggenda rimase intatta. Morì nel 2005, lasciando un vuoto che nessuno potrà mai colmare. Era un movimento, un manifesto vivente di ciò che significa essere reali fino alla fine. Oggi, in un’epoca fatta di censura e politically correct, la sua assenza è ancora più pesante.

Hank Cignatta

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