Miami vice, ode agli anni ottanta
Interno. Notte. Il mio appartamento. L’intermittente luce dell’insegna led del tabaccaio sotto il mio appartamento svetta in tutta la sua luminescente potenza contro la mia finestra, attirando l’attenzione di chiunque si ritrovi a passare nei paraggi. Una grossa T contornata da luci di nuova tecnologia che richiama un nugolo di persone in processione con le loro banconote colorate, faticosamente guadagnate, in coda davanti alla divinità del distributore delle sigarette. Una delle rovine dell’Uomo, secondo quel detto che annovera anche Bacco e Venere. E’ passato circa un mese da quanto, nel corso della mia consueta e persistente insonnia, mi sono imbattuto nella messa in onda delle repliche degli episodi di Miami Vice trasmesse da una televisione privata.
Da allora mi sono ripromesso di recuperare tutte e cinque le stagioni della serie tv per cercare di comprendere il perché del successo di quella che viene definito uno dei prodotti più famosi e riusciti della televisione.
La serie tv segue le vicende del poliziotto James “Sonny” Crockett (interpretato da Don Johnson), veterano della guerra del Vietnam, diventato poi detective del dipartimento di polizia di Metro- Dade (oggi dipartimento di polizia di Miami- Dade). Crockett era una ex stella di football americano dei Florida Gators, la squadra dell’università della Florida, dove però un brutto infortunio gli rovina quella che sembrava una carriera già scritta. Dopo aver servito nell’esercito durante la guerra in Vietnam si arruola all’accademia di polizia, diventando prima agente di pattuglia in uniforme per essere poi promosso a detective ed essere assegnato alla divisione rapine sotto il tenente Malone. In seguito ad un operazione sotto copertura saltata, il suo compagno di pattuglia viene ucciso e Crockett trasferito alla sezione antidroga (la Vice Division, termine che dà il nome all’intero show) dove deve indagare sulle vendite di droga nei nightclub. Nel corso di una delle tante operazioni sotto copertura (dove Crockett si fa chiamare Burnett per meglio aggirarsi nel sottobosco criminale di Miami) incontra un agente di New York, Ricardo “Rico” Tubbs, in trasferta a Miami per vendicare la morte del fratello ucciso per mano di un potente boss della droga. Temendo che il suo comportamento sia una grave violazione del codice di condotta del NYPD, su consiglio di Sonny decide di trasferirsi a Miami dove diventerà suo partner di pattuglia nonché migliore amico.
A completare le vicende narrate negli episodi spalmati nel corso delle cinque stagioni ci sono anche gli altri personaggi, importanti tanto quanto i protagonisti, che compongono quel mondo patinato e dalle luci al neon quale è Miami Vice. Vi sono infatti il tenente Martin “Marty” Castillo (interpretato da Edward James Olmos), uomo d’azione e di poche parole; il detective Stanley “Stan” Switek (interpretato da Michael Talbott), esperto di comunicazione e tecnologia; il detective Lawrence “Larry” Zito (interpretato da John Diehl), migliore amico di Switek; la detective Gina Calabrese (interpretata da Saundra Santiago), donna dal carattere deciso e senza paura e la detective Trudy Joplin (interpretata da Olivia Brown), compagna di pattuglia di Gina e sua migliore amica.
Le motivazioni che hanno portato Miami Vice a diventare un grande successo cult capace di imprimersi nell’immaginario collettivo sono molteplici. Benché ci siano state altre fortunate serie tv poliziesche prima di questa capace di mettere sullo schermo il dualismo del rapporto tra i due poliziotti protagonisti (il cosiddetto genere buddy cop, ovvero compagni poliziotti) come Chips o Starsky & Hutch, solo per citare due esempi molto famosi, mancava ancora qualcosa. Miami Vice è riuscita ad incastrarsi nel segmento temporale di una società e di una generazione che iniziava ad andare di fretta, dove il benessere economico era ritenuto l’obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Miami era (e continua ad essere) uno di quei paradisi dove il sole è sempre alto nel cielo, i bicchieri dei drink sudano in tutto il loro gelido splendore e dove tutto è possibile: posti da favola, vestiti costosi, macchine veloci, donne bellissime, armi potenti e occasioni di facili guadagni. Eppure Miami Vice non riscosse subito quell’enorme successo che avrebbe avuto in seguito e del quale gode ancora oggi: gli ascolti dello show non decollarono subito a causa di altre serie all’epoca molto in voga e che rosicchiavano una larga parte di spettatori. All’inizio, infatti, venne considerata un flop per la rete produttrice NBC a tal punto da uscire dai programmi in classifica per l’audience. Venne poi l’estate e le repliche permisero al pubblico di comprendere ed apprezzare quella che sarebbe stata la serie tv in grado di cristallizzare gli anni Ottanta in tutta la sua patinata bellezza. Anche a distanza di quarant’anni Miami Vice mantiene intatta la sua magia: per questa importante ricorrenza la città di Miami ha organizzato una serie di eventi per celebrare la serie che ha reso questa città leggendaria.
Nessuna serie televisiva prima di Miami Vice aveva dato così tanta importanza ad alcuni dettagli che si sono rivelati essere fondamentali per il successo della serie, come ad esempio il grande impatto che ha avuto sulla moda maschile del periodo. Lo stile di Sonny Crockett ha reso famoso l’indossare una t shirt sotto una giacca elegante e i mocassini indossati senza calze. Per seguire i trend della moda del periodo so no stati consultati stilisti del calibro di Gianni Versace e Hugo Boss, che hanno firmato alcuni degli abiti iconici di Crockett e Tubbs. Altro fondamentale elemento è l’importanza della musica che accompagna ogni episodio e ogni stagione, a partire dalla sigla dello show. Il tastierista e compositore ceco Jan Hammer, oltre a comporre una delle colonne sonore più famose e riconoscibili della storia della tv e Crockett’s Theme, ha dato anche il suo prezioso contributo per impreziosire iconici momenti televisivi grazie alla composizione della sua musica elettronica.
Miami Vice ha anche rappresentato la più grande pubblicità per la città di Miami e le sue bellezze, che dura ancora oggi. Inoltre numerosi artisti, in seguito al lancio di Mtv (avvenuto nel 1981) sono comparsi con la loro musica e con alcuni cameo nel corso dello show come il trombettista e musicista jazz Miles Davis, Glenn Frey (che ha scritto il brano Smuggler’s Blues e You Belong To The City), Frank Zappa, Ted Nudgent, Gloria Estefan, Gene Simmons e molti altri. E’ uno show scritto e pensato per la cosiddetta Mtv Generation, stimolata dalle immagini e dagli artisti e i successi musicali del periodo. Anche molti attori famosi agli inizi della sua carriera hanno preso parte ad alcuni episodi come Bruce Willis, Ben Stiller, Helena- Bonham Carter, Liam Neeson, Jimmy Smith, Julia Roberts, Kyra Sedgwick, Stanley Tucci, Viggo Mortensen, Joaquim De Almeida, John Leguizamo, Ed O’Neill, Steve Buscemi, John Turturro, Oliver Platt, Michael Madsen e molti altri. Ed è proprio vero: non si esce vivi dagli anni Ottanta.
Hank Cignatta
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