Viva la camicia estiva “Gonzo”: un trionfo di freschezza e colore

Viva la camicia estiva “Gonzo”: un trionfo di freschezza e colore

L’aereo atterra puntuale all’aeroporto di Nevrotic Town (o Torino, se vi piace viaggiare) in un rovente pomeriggio di metà luglio. Faccio ballare l’occhio sull’orologio: le quindici e trenta. Chiamo l’attenzione di un taxi, il quale mi porta fino al mio appartamento. Pago il dovuto, infilo la chiave nella toppa della porta di casa mia e mi rendo conto di essere una patetica maschera di sudore. Il mio soggiorno in quella fantastica costa sicula è ormai un ricordo. Lancio velocemente i miei vestiti zuppi di sudore nella lavatrice e mi smaterializzo all’interno della doccia. Poco dopo il mio cellulare mi informa che mi è arrivato un messaggio: è la Dani California che mi chiede se ci vogliamo vedere e alla quale rispondo di si. Apro il mio armadio e scelgo una delle mie camicie hawaiiane stile Gonzo, mi improfumo, prendo la porta e faccio cantare i cavalli della mia Great Point Blue Shark in direzione della abitazione della Dani California.

Il povero bastardo che vi scrive nella sua tipica tenuta estiva

Quando il sole decide di trasformare la città in un forno a cielo aperto noi poveri mortali ci ritroviamo a dover combattere il più grande effetto collaterale dell’estate: il grande caldo. Il termometro segna temperature infernali e mentre il nostro cervello va in ebollizione cerchiamo disperatamente il fresco. Ed è proprio in quel momento che la camicia estiva hawaiiana diventa protagonista delle nostre giornate. Una sorta di armatura leggerissima per combattere il caldo assassino. Ma prima un po’ di storia: la camicia hawaiiana nasce nell’omonimo arcipelago vulcanico situato nell’oceano Pacifico. Conosciute anche con il nome di camicie Aloha (parola di saluto che nella lingua hawaiiana significa affetto, amore, pace, compassione e misericordi) o Waikiki (dal nome di un quartiere di Honolulu), sono caratterizzate da maniche corte e sono più ampie delle tradizionali camicie estive e vengono tradizionalmente indossate fuori dai pantaloni. Presentano fantasie molto colorate e rappresentano fiori o animali.

Le origini di questo capo d’abbigliamento, secondo alcune fonti, risalirebbero agli anni Venti- Trenta quando un negozio di tessuti di Honolulu gestito da un giapponese iniziò a creare camicie con stampe giapponesi. Stando ad una seconda teoria tutto ebbe inizio negli anni Trenta in un negozio di Wakiki (e da qui l’origine dell’altro nome con il quale ci si riferisce a queste camicie). Quando nel 1959 le Hawaii vennero annesse come cinquantesimo stato federato dagli Stati Uniti molto della loro cultura venne esportata, così come le loro tradizionali camicie. L’industriale tessile statunitense Alfred Shaheen ha avuto il merito di aver reso popolari le camicie Aloha, che la sua azienda ha prodotto in modelli di alta eleganza e qualità. Nel 1961 Elvis Presley ne indossò un modello sulla copertina dell’album Blue Hawaii dello stesso anno.

Elvis Presley sulla copertina di Blue Hawaii

Nel corso degli anni la camicia hawaiiana ha avuto estimatori anche nel mondo del cinema e della televisione: l’apice del successo delle camicie hawaiiane come comodo indumento estivo è da ricercarsi nella popolarità della serie tv Magnum P.I. andata in onda dal 1980 al 1988 (e ambientato proprio alle Hawaii), che ha permesso a Tom Selleck di guadagnare notorietà a livello internazionale, così come alle camicie da lui indossate. Nel 1983 giunge nei cinema statunitensi il remake di Scarface diretto da Brian De Palma, che vede l’attore Al Pacino vestire i panni del signore della droga Tony Montana. Qui il gangster si muove in una Miami degli anni Ottanta (strategica per il narcotraffico in arrivo dalla vicina America Latina) che l’anno seguente sarebbe stata resa leggendaria da Miami Vice sfoggiando anche camicie Aloha.

Al Pacino nel ruolo di Tony Montana in Scarface

E ora veniamo a noi: il padre del giornalismo Gonzo, il giornalista e scrittore americano Hunter S. Thompson, era solito usare camicie hawaiiane dalle stravaganti fantasie. Lo si può notare in alcune delle interviste da lui rilasciate e nelle interpretazioni che Hollywood ha fatto di lui nei film Paura e delirio a Las Vegas con Johnny Depp e Where The Buffalo Roam del 1980 con Bill Murray (qui non citati in ordine cronologico ma di fama). Da qui il nostro modo di definirle camicie Gonzo, una vera e propria divisa estiva che ci rappresenta dal momento in cui le temperature iniziano ad aumentare fino al giorno in cui l’estate lascia spazio alla stagione più fredda.

Hunter Thompson con una camicia hawaiiana

Qualche anno fa anche il povero bastardo che vi scrive è riuscito, nel suo piccolo, a diffondere l’uso della camicia Gonzo tra i colleghi di una famosa radio di Nevrotic Town per la quale ogni tanto ho modo di collaborare. Due, in particolare, hanno avuto la malsana idea di dedicarmi un giorno: Incredibilmente la risposta degli ascoltatori è stata numerosa e potente, con la piacevole partecipazione anche di qualche camicia VIP.

In conclusione, la camicia hawaiiana, Aloha, Waikiki o Gonzo non è solo un capo di abbigliamento. È una dichiarazione di guerra al caldo, una celebrazione dello stile in ogni sua forma più audace e sfrontata. È l’armatura del moderno guerriero urbano che affronta l’estate con un sorriso sulle labbra e il sudore che gli imperla la fronte. Quindi, alzate le vostre birre ghiacciate o i vostri drink e brindiamo alla camicia Gonzo. Possa essa proteggerci dai raggi implacabili del sole e farci apparire sempre fighi, anche quando tutto si scioglie intorno a noi. Perché, alla fine, è questo che conta: affrontare la vita con stile, un bottone aperto e un pelazzo del petto alla volta.

Hank Cignatta

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Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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