
Cerrone, il batterista che ha infiammato La Disco Music
Introduzione: Il Groove che Veniva da Parigi
Mentre il mondo guardava a New York per la nascita della disco music, un batterista francese con la faccia da attore e il cuore da produttore stava per cambiare le regole del gioco. Marc Cerrone, classe 1952, non si è limitato a cavalcare l’onda della disco: l’ha fabbricata, infiammata, fatta esplodere tra synth analogici, batterie funk e fantasie sessuali su vinile. Questo articolo ripercorre (o almeno vuole provarci) la parabola artistica di Cerrone sotto la lente del giornalismo Gonzo, capace di restituire la radicalità e l’eredità ancora pulsante del suo suono.

Da Saint-Mandé al Mondo: L’inizio della rivoluzione a tempo di rullante
Nato a Saint-Mandé, un sobborgo borghese di Parigi, Cerrone cresce con un’ossessione per la batteria. A soli 12 anni convince il padre a comprargliene una, e da lì comincia il viaggio. Negli anni ’70 entra nei Kongas, un gruppo con sonorità afro-latine prodotto da Eddie Barclay, l’uomo che in Francia stava reinventando l’industria musicale. Ma Cerrone sente che quel groove collettivo non basta: vuole prendere il comando della macchina ritmica, diventare autore, arrangiatore, visionario.

“Love in C Minor”: Il colpo di genio di cERRONE che Parigi non s’aspettava
Nel 1976 Marc Cerrone realizza un disco che è puro erotismo musicale: Love in C Minor. Il brano di 16 minuti — sì, 16 — mescola dialoghi sessuali simulati, orchestrazioni sinfoniche e un beat disco inarrestabile. Il mercato francese è scioccato, ma in Inghilterra e negli USA il disco esplode. Senza etichette major, senza compromessi. Cerrone ha appena inventato qualcosa: la disco europea con anima cinematografica e corpo funk.

Erotismo, Fantascienza e Studio 54: L’estetica unica di Cerrone
A differenza dei colleghi americani che puntavano sull’edonismo urbano, Cerrone guardava al futuro. Album come Supernature (1977) combinano la dancefloor con la distopia. Il testo parla di manipolazione genetica e creature ibride, mentre l’orchestrazione spinge l’ascoltatore in un’altra dimensione. Il brano Supernature sarà una hit planetaria capace di resistere alla prova del tempo ed ispirerà artisti del calibro di Daft Punk, Giorgio Moroder e persino Jean-Michel Jarre.
Cerrone e il Corpo come Strumento: Copertine, spettacoli, provocazioni
Non si può parlare di Cerrone senza parlare del suo immaginario visivo. Copertine iconiche come quella di Love in C Minor (dove è circondato da modelle nude) o di Angelina raccontano un’estetica da porno-chic, anticipando l’immaginario dei videoclip di Madonna e di tutta la fashion disco anni Novanta. I suoi live sono pantagruelici: giochi di luce, batterie rotanti e in un caso persino un concerto gratuito alla Torre Eiffel davanti a 800.000 persone (1991).
Il Suono di Cerrone Oggi: Remix, rinascite e NFT
Negli ultimi anni Cerrone non si è ritirato. Al contrario, ha abbracciato il digitale, ha pubblicato nuovi album (DNA, 2020), remixato i suoi classici e lanciato progetti NFT. La sua musica è apparsa in film, serie TV (tra cui Stranger Things) e in pubblicità globali. Collaborazioni recenti con Disclosure e Kavinsky testimoniano che la disco secondo Cerrone non è nostalgia: è avanguardia permanente.
Eredità e Influenza: Perché Cerrone conta ancora
Marc Cerrone ha dimostrato che si può essere batteristi e produttori, europei e internazionali, sessuali e concettuali. Ha portato il corpo e il pensiero nella musica da ballo, e lo ha fatto senza chiedere permesso. Oggi la sua influenza si sente ovunque: dal French Touch dei Daft Punk ai visual show di Justice, dalla disco-funk di Purple Disco Machine alle colonne sonore della nuova fantascienza pop.
Conclusione: Cerrone Oltre il Beat, dentro il Futuro
Cerrone non è solo una leggenda della disco music. È uno dei pochi artisti che ha saputo reinventarsi continuamente, senza mai perdere il centro gravitazionale della propria identità sonora: il ritmo come forza erotica e politica.
In un mondo che ama etichettare tutto, Cerrone rimane una figura sfuggente, ibrida, inclassificabile. Forse è proprio questo il segreto del suo groove eterno.
Hank Cignatta
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