
Un Mercoledì da Leoni: surf, sogni e guerra
Quando ho deciso di rivedere Un Mercoledì da leoni, capolavoro ricco di sole e salsedine del 1978 diretto dal poeta surfista John Milius , non avrei immaginato di trascorrere la notte successiva cercando disperatamente una tavola da surf usata su eBay, né tantomeno di poter provare l’irrefrenabile desiderio di partire per le coste della California con solo un borsone, un paio di occhiali da sole e l’illusione di un’onda gigantesca da domare.
Oltre il Cult: un mercoledì da leoni e il Surf come Metafora Esistenziale
Un Mercoledì da leoni non è semplicemente un film sul surf. È un viaggio lisergico e malinconico che affonda le mani nelle pieghe del sogno americano sgretolato dalla guerra del Vietnam, ideali infranti e un senso di amicizia eroica che oggi appare quasi mitologico. Matt Johnson, Jack Barlow e Leroy The Masochist Smith cavalcano onde che sembrano uscite direttamente dalla mente psichedelica di Hunter S. Thompson: gigantesche, feroci e imprevedibili proprio come la vita stessa.

La Spiaggia come Arena: Gladiatori e Onda Sacra
Milius dipinge il surf come una religione violenta e primitiva. I surfisti sono gladiatori che sfidano Poseidone stesso, consapevoli che ogni onda potrebbe essere l’ultima, in un epico mercoledì da leoni che segna il confine tra leggenda e morte. È questo fatalismo eroico che rende ogni scena una scossa elettrica che corre lungo la spina dorsale dello spettatore. Non è cinema, è pura adrenalina.
Vietnam e Surf: L’Onda Perduta dell’America
Nel film l’arrivo della guerra del Vietnam è il grande tsunami invisibile che travolge tutto: amicizie, giovinezza ed innocenza. Il mare, prima luogo di libertà assoluta, diventa lo specchio della violenza e dell’assurdità umana. Siamo di fronte a una critica feroce e sottilmente velata all’America degli anni Sessanta e Settanta, una nazione che sognava il paradiso ma che, inevitabilmente, affogò nelle sue contraddizioni.
Alla Ricerca dell’Onda Perduta: Un Pellegrinaggio Surreale
Dopo i titoli di coda, la mia vita non è più la stessa. Vagabondo per la stanza, la testa ancora sintonizzata sul rumore delle onde e sui monologhi surreali del Bear, il guru barbuto delle tavole e della saggezza. È notte fonda e l’unica soluzione è partire, senza meta, alla ricerca della grande onda che possa redimermi dai peccati di una vita eccessivamente sedentaria .
Perché Vedere (o Rivedere) Un Mercoledì da Leoni?
Se state cercando una pellicola rassicurante, girate al largo. Questo film vi afferrerà per il collo, vi trascinerà in mare aperto e vi costringerà a fare i conti con l’abbraccio mortale e affascinante dell’ignoto. Guardatelo non per le spettacolari scene di surf, né per la nostalgia vintage degli anni Settanta. Guardatelo perché, come ogni grande opera Gonzo, è un viaggio necessario nel cuore oscuro e luminoso dell’esistenza umana. E se, dopo averlo visto, sentirete il richiamo dell’onda, sappiate che siete già perduti.
Hank Cignatta
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