
Addio ad Eleonora Giorgi: tributo ad una stella del cinema italiano
Finalmente, dopo giorni, torna a splendere il sole su Nevrotic Town (o Torino, se siete amanti della meterologia). Un sole che scalda una mattina fitta di commissioni da fare. Mentre la mia fedele Great Point Blue Shark solca le strade di questa città che sta tornando a prendere confidenza con i colori butto distrattamente uno sguardo all’orologio. Metà mattina precisa. Finite le commissioni vado a trovare il mio telefono intelligente mi informa della ricezione di un messaggio: è il mio socio Alan, che mi avvisa della morte di Eleonora Giorgi. E improvvisamente quella colorata mattinata di sole diventa leggermente più sbiadita.
Eleonora Giorgi, Dall’Innocenza Borghese alla Ribellione Cinematografica
Il cinema italiano degli anni Settanta e Ottanta ha avuto molte stelle ma poche hanno brillato con la stessa magnetica intensità di Eleonora Giorgi. Non parliamo di una diva qualunque: lei è stata la sintesi perfetta tra candore e provocazione, un angelo biondo con un’anima poliedrica, capace di incarnare la sensualità e l’irriverenza di un’epoca in tumulto.

Eleonora Giorgi ha debuttato nel mondo del cinema con il coraggio di chi non teme il giudizio. Nei suoi primi ruoli era la ragazza della porta accanto dalla quale però traspariva un pizzico di peccato negli occhi. Il pubblico ha imparato presto a non fidarsi delle apparenze: la sua innocenza apparente era solo una maschera dietro alla quale si celava un talento straordinario.
un camaleontico talento
Chi pensa a lei la ricorda bellissima nel ruolo della scaltra borseggiatrice Tilli in Mani di velluto di Castellano e Pipolo del 1979 o nella spigliata venditrice di enciclopedie in Borotalco di Carlo Verdone del 1982. Ma circoscriverla solamente in questi due ruoli è riduttivo. La sua carriera è stata un viaggio attraverso generi e stili, dal cinema d’autore alla commedia, senza mai perdere il suo fascino unico.

Dopo aver fatto innamorare il pubblico maschile e scandalizzato la critica benpensante, ha saputo reinventarsi. Mentre la commedia sexy all’italiana svaniva dai gusti del pubblico italiano, Eleonora Giorgi si è trasformata in un’attrice matura diventando anche regista e sceneggiatrice. Una donna capace di raccontare storie con la stessa passione con cui, un tempo, bucava lo schermo con la sua bellezza.
Eleonora Giorgi, L’Araba Fenice dello Spettacolo Italiano
In un’industria che mastica e sputa talenti senza troppi complimenti Eleonora Giorgi ha saputo rimanere un’icona. Tra alti e bassi, momenti di gloria e periodi di silenzio, ha sempre saputo risorgere come una stupenda e talentuosa araba fenice.

Il pubblico la ricorda con affetto perché autentica, senza filtri e sempre pronta a mettersi in gioco. Per tale motivo la notizia della sua scomparsa ha un carico motivo non indifferente. E mentre il mondo cambia, Eleonora resta un simbolo di femminilità e ribellione, un mix letale di dolcezza e grinta.
Eleonora Giorgi, un Mito che manchera’
Oggi il cinema italiano ha perso un pezzo della sua storia, ma il suo lascito resta eterno. Eleonora Giorgi non è solo una musa del passato: è la dimostrazione che il talento vero non ha una data di scadenza. Le sue interpretazioni, il suo spirito indomito e il suo carisma continueranno a vivere nel cuore di chi l’ha amata. E mentre ci soffermiamo a constatare l’assurdità dell’esistenza, che la pizza è fredda e la birra calda, tutto alla rovescia come nella vita, abbiamo la certezza che la grandezza di Eleonora Giorgi non si dimentica.
Hank Cignatta
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