Philip Michael Thomas, l’altra icona degli anni Ottanta

Philip Michael Thomas, l’altra icona degli anni Ottanta

Dove sono andati gli anni Ottanta? mi chiedo mentre il neon rosato della mia insegna da quattro soldi riflette sul bicchiere di bourbon. C’era un tempo in cui tutto era possibile, un’epoca di eccessi, sogni sfrenati e abiti pastello. E al centro di quel turbine di musica elettronica, macchine fiammanti e criminali dalla parlantina suadente, c’era lui: Philip Michael Thomas.

Philip Michael Thomas (sinistra) insieme a Don Johnson (destra) nei panni di Rico Tubbs e Sonny Crockett in Miami Vice

Il volto scolpito nell’Olimpo della televisione, la voce calda come una Cadillac in una notte d’estate e il sogno di un futuro da leggenda. Ma cosa resta oggi di quell’uomo che sognava l’E.G.O.T. (acronimo che sta per color che si sono aggiudicati un premio Emmy, Grammy, Oscar e Tony Award)? Cos’è successo al detective Ricardo Tubbs? Prendete un drink, accendete un sigaro e seguite il fumo nei meandri della sua storia.

L’Uomo Dietro Tubbs: Genio o Meteora?

Philip Michael Thomas è più di un attore: un narratore che non aveva bisogno di parole. Nato nel 1949 a Columbus, Ohio, il giovane Philip trovò presto la sua strada tra palco e macchina da presa. Aveva fascino, talento, una voce vellutata e una sicurezza che sfiorava l’arroganza. Dopo ruoli minori e una carriera teatrale promettente, la sua vita cambiò quando venne scelto per interpretare il detective Ricardo Tubbs nella serie Miami Vice.

Philip Michael Thomas (sinistra) con Michael Talbott, ce in Miami Vice interpretava il ruolo di Stan Switek

Negli anni Ottanta, Miami Vice era un’epidemia culturale. Pistole cromate, Ferrari Testarossa, spalline imbottite e inseguimenti sotto il sole della Florida. Thomas e Don Johnson erano gli eroi del momento, incarnavano il sogno americano con un tocco di pericolo e stile. Ma mentre Johnson cavalcava l’onda del successo con il suo ghigno da cowboy e gli occhiali da sole firmati Thomas sognava altro. Lui voleva tutto. Voleva l’E.G.O.T.

L’Obiettivo E.G.O.T.: Un Sogno Troppo Grande?

Philip Michael Thomas aveva coniato un acronimo che lo avrebbe ossessionato per anni: E.G.O.T., ovvero Emmy, Grammy, Oscar e Tony. Aveva il talento per riuscirci? Forse sì. Ma Hollywood è una bestia crudele e i sogni spesso si scontrano con la dura realtà.

Dopo Miami Vice, Thomas tentò la carriera musicale con un album R&B intitolato Living the Book of My Life. Il titolo suonava profetico ma il disco si rivelò un fiasco commerciale. Dopo Miami Vice i suoi lavori più rilevanti sono state le serie Detective Extralarge e Noi Siamo Angeli, dove in entrambe ha recitato al fianco di Bud Spencer.

Ma non si arrese: prestò la voce ai videogiochi Grand Theft Auto: Vice City e Vice City Stories, un nostalgico ritorno alle atmosfere che lo avevano reso celebre. Ma il treno dell’E.G.O.T. era ormai deragliato. Nessun Emmy, nessun Grammy, nessun Oscar e nemmeno un Tony. Solo la polvere dorata dei ricordi e il riverbero lontano dei sintetizzatori anni Ottanta senza che questo sia diventato un vero problema.

Che Fine Ha Fatto Philip Michael Thomas?

Oggi, Philip Michael Thomas non ha bisogno di un EGOT per essere leggenda. Il suo nome risuona tra i nostalgici degli anni Ottanta e tra i gamer incalliti che ancora si divertono a sfrecciare per Vice City con la sua voce nelle orecchie. Il mondo cambia ma lo stile di Ricardo Tubbs rimane immortale. Quindi, alza un bicchiere di rum, metti su una canzone di Phil Collins e rendi omaggio all’uomo, al mito, alla leggenda. Perché nel grande teatro della vita, Philip Michael Thomas ha sempre recitato il ruolo principale: se stesso.

Hank Cignatta

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