Domenico Modugno, la voce che ha rivoluzionato la musica italiana
Sono sul terrazzo della nostra redazione, impegnato in un raro momento di relax di questi pomeriggi di ripartenza dopo le vacanze natalizie. Il click del mio Zippo argentato fa da preludio alla comparsa della fiamma che dà fuoco al sigaro che mi sto apprestando a gustare. Poco dopo il mio socio Alan mi raggiunge per godersi anche lui un sigaro d’italica manifattura e poco dopo la cerimonia di accensione mi guarda ed esclama: “Oggi è il compleanno di un grandissimo della musica italiana. Domenico Modugno compierebbe novantasette anni”. Emetto una prima boccata di fumo per soppesare il sigaro dal punto di vista aromatico e per cercare di contrastare la frizzantina temperatura che sferza il mio viso in questo inizio di Gennaio, poi mi giro verso il mio ufficio urlando ad Alexa di suonare Volare di Modugno. Le prime note di quella immortale canzone riempiono la stanza giungendo fino al terrazzo dove io e il mio socio ci godiamo quel raro momento di relax che ci mette sulla buona strada per terminare l’ennesima giornata di lavoro nella redazione di Bad Literature Inc.
Domenico Modugno: Volare nell’eternità della musica italiana
La vita e l’arte di Domenico Modugno sono un turbinio di colori, emozioni e note che riecheggiano ancora oggi. Nel cuore di Polignano a Mare in provincia di Bari il vento porta con sé un sussurro che sembra cantare Nel blu, dipinto di blu. Questo è Modugno. Non un uomo ma bensì un simbolo, un’esplosione di genialità che ha catapultato la musica italiana su un palcoscenico globale. Oggi, nel 2025 anno del suo novantasettesimo compleanno, celebriamo non solo un artista ma un’icona che ha reso l’impossibile possibile facendo sognare milioni di persone.
Un genio nato dal Mediterraneo
Modugno nacque il 9 gennaio 1928 a Polignano a Mare, un luogo di una bellezza paradisiaca. Le scogliere, le acque cristalline e quel cielo infinito hanno probabilmente plasmato l’anima del futuro cantautore. Ma chi avrebbe mai detto che quel ragazzo di un piccolo borgo pugliese sarebbe diventato il padrino della musica pop italiana? Prima di Volare (come la canzone è conosciuta in tutto il mondo), Modugno era già un talento ad ampio spettro: attore, cantautore e in seguito persino politico. Ma nel 1958, con il Festival di Sanremo, accadde qualcosa di straordinario. La sua canzone Nel blu, dipinto di blu non fu solo un successo: fu una rivoluzione. Vinse due Grammy nel 1959 nelle categorie registrazioni e canzone dell’anno, scalò le classifiche mondiali e fece sognare il mondo intero. La musica italiana non era più solo nostra, diventando universale.
Modugno e il suo lascito senza tempo
Parlare di Modugno nel 2025 è come cercare di spiegare l’infinito. La sua influenza si estende ben oltre le note di “Volare”. Ogni volta che ascoltiamo un artista italiano che osa mescolare tradizione e innovazione, Modugno è lì. Ogni festival musicale che celebra la canzone italiana è un tributo alla sua eredità.
La statua di Polignano: un simbolo eterno
A Polignano a Mare, una statua di Modugno accoglie i turisti. Con le braccia aperte verso il cielo, sembra dire: “Benvenuti nel mio sogno”. Ogni anno migliaia di persone si radunano per scattare una foto, cantare una strofa o semplicemente respirare l’aria che Domenico respirava. Non è solo un’attrazione turistica: è un tempio dedicato al potere della musica.
La rinascita digitale di Modugno
Nel mondo digitale che va sempre di corsa Domenico Modugno è più vivo che mai. YouTube pullula di cover di “Volare”, i social media sono invasi da meme e tributi e le piattaforme di streaming totalizzano milioni di ascolti ogni anno. Il segreto? Una canzone che non è solo tale ma un’esperienza.
Modugno vola ancora
Mentre anche oggi il sole è tramontato su Polignano, l’eco delle sue canzoni sembra mescolarsi con il mare. Domenico Modugno non è solo un ricordo ed è presente. Ogni volta che ascoltiamo le sue note, ci sentiamo trasportati in un altro mondo, un luogo dove tutto è possibile. Questo è il suo dono e il suo lascito. Volare, oh oh. Sognare, oh oh. E noi continuiamo a volare con lui.
Hank Cignatta
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