The Death Of Slim Shady: autopsia sonora tra genio e follia

The Death Of Slim Shady: autopsia sonora tra genio e follia

Fuori continua a piovere mentre io e Noël rientriamo in casa dalla nostra passeggiata serale prima di doverci muovere con una tavola da surf. La mia cagnolona si scuote con la forza di un’elica di un ventilatore. La asciugo per bene e poi mi metto comodo sul divano accendendo la tv e sintonizzandola su Youtube. Seleziono dei video musicali e li lascio andare in sottofondo mentre anche io mi preparo finché non sento Houdini, brano estratto dal nuovo album di Eminem intitolato The Death Of Slim Shady pubblicato lo scorso 12 giugno nonché dodicesimo album in studio dell’artista. Lo ascolto e mi fiondo poi su Spotify per poter sentire il resto del disco, incuriosito dalla visione del video di Houdini e dal titolo del disco stesso.

Un requiem o una rinascita?

Fin dal primo ascolto ci si trova catapultati in un universo sonoro dove Slim Shady (l’alter ego di Eminem) sembra essere morto per davvero ma è difficile capire se sia un funerale o una mascherata di Halloween. L’album è un frullatore di ricordi, provocazioni e confessioni sussurrate al buio. Eminem non risparmia nessuno, tantomeno se stesso. Se Godzilla ha lasciato i fan del rapper di Detroit a bocca aperta in questo album sono diversi i pezzi degni di nota. Il disco si apre con Reinassance, brano che simboleggia la rinascita e una riflessione che Eminem fa su se stesso e sulla sua carriera. E’ un brano non molto lungo (1:38 di durata) ma che arriva dritto come un pugno in faccia.

La copertina di The Death Of Slim Shady

Testi al vetriolo: la penna di Marshall brucia ancora

Si prosegue con Houdini, traccia ampiamente proposta dalle emittenti radiofoniche che strizza l’occhio all’Eminem dei primi anni Duemila di brani ormai famosi del calibro di My name is, The Real Slim Shady e Without Me. Presenta un campionamento della canzone Abracadabra del 1982 della rockband Steve Miller Band: il titolo di quello che è il brano principale di tutto il disco fa riferimento al famoso illusionista ed escapologista Harry Houdini, uno dei più celebri della storia. Forse è solo un caso ma Houdini è deceduto a Detroit, città natale di Eminem, il quale si appresta con un numero di magia a porre fine alla sua carriera. È chiaro che Eminem si trovi in guerra con il personaggio che lo ha reso una leggenda. Ma qui non si tratta solo di Slim Shady: è una dichiarazione di guerra alla cultura mainstream che ha cannibalizzato la sua figura.

La Produzione: caos controllato o follia pura?

L’album vede la partecipazione di artisti come J.I.D., Skylar Grey, Jelly Roll ed Ez Mil, che aggiungono profondità e varietà al progetto. La produzione, curata da Dr. Dre e altri collaboratori di lunga data di Eminem, è impeccabile e supporta perfettamente le liriche taglienti del rapper di Detroit. Come direbbero quelli bravi (ovvero non il sottoscritto) la varietà dei beat è disarmante. Il risultato? Un ascolto che lascia storditi in senso positivo, come dopo un giro sulle montagne russe più pericolose del mondo.

Copertina alternativa di The Death Of Slim Shady

Il verdetto: un possibile addio necessario?

I tempi sono cambiati da quando Eminem è giunto alla ribalta internazionale per il suo stile inconfondibile che gli hanno permesso di essere una delle ultime rapstar dei tempi recenti, emergendo a mani basse da tutti gli pseudo rapper e trapper convinti di poter avere le qualità di mettersi in uno studio di registrazione e di avere del vero talento. Il finto perbenismo di facciata che permea questo periodo incerto rende tutto più difficile, compreso comprendere il dissacrante umorismo di Eminem. Non a caso nel video di Houdini lo Slim Shady giovane e spensierato degli anni Novanta e Duemila giunge nella nostra dimensione attraverso un portale spazio temporale e vedendo persone con visori VR, farsi selfie e dirette sui social si chiede a ragione dove cazzo sia finito.

Slim Shady giunge nel presente

The Death of Slim Shady non è un album per tutti. Anzi, forse non è nemmeno un album per i fan più accaniti. È un lavoro che va ascoltato con la giusta attenzione, senza aspettarsi facili risposte. Eminem ci mette davanti a uno specchio ma lo specchio è rotto e i riflessi sono distorti. Non sappiamo se Slim Shady sia morto davvero. Ma una cosa è certa: Marshall Mathers è ancora vivo e in piena forma. E questa è la notizia migliore.

Hank Cignatta

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