Jake Paul vs Mike Tyson: nulla di nuovo sotto il sole
Non ci sono molte parole quando ci si trova davanti a qualcosa che, fin dall’inizio, è stato uno scaltro pretesto per tirare su più soldi possibili. L’incontro tra Jake Paul e Mike Tyson è andato in scena nella notte tra il 15 e il 16 novembre 2024 in Texas, presso l’AT&T Stadium. Il match è stato trasmesso (con parecchie difficoltà di connessione) in streaming in tutto il mondo su Netflix: la piattaforma si è così lanciata, per la prima volta dall’inizio della sua fondazione, nella copertura di un evento sportivo dal vivo seguendo la strada tracciata da Amazon Prime Video per la copertura di alcune partite di Champions League di calcio. Non sono mancate le critiche da parte degli utenti di molte parti del mondo che hanno lamentato parecchie interruzioni nel corso della visione dell’evento per via dell’elevato traffico registrato sulla piattaforma e che fa sicuramente riflettere sulla capacità dell’azienda di Los Gatos nel riuscire a dare copertura mediatica a futuri eventi di tale portata.
La visione di questo incontro mi ha pervaso di un profondo senso di amarezza: la provo per Mike Tyson, un grande campione, che però non ha avuto l’intelligenza di comprendere che c’è un tempo per ogni cosa. In uno sport duro e solitario come il pugilato a trent’anni si inizia a solcare il viale del tramonto della carriera, figuriamoci che cosa può fare un uomo di cinquantotto anni. Per carità, metterei più di una firma per poter arrivare alla sua età e in quella condizione: ma nonostante i video degli allenamenti siano stati una bella scarica di adrenalina per chi dice che l’età è soltanto un numero la prova maestra è giunta sul ring. La maggior parte degli appassionati (o presunti tali) e degli addetti ai lavori tifavano Tyson per via della sua storia e del suo personaggio, probabilmente uno degli ultimi grandi campioni a solcare il ring prima che il pugilato diventasse una disciplina in perenne crisi di identità, dettata da un tipo di arrivismo economico che la sta portando sempre di più verso il baratro della fine. Dall’altra parte di questa storia c’era Jake Paul, ricchissimo youtuber ed attore riscopertosi pugile, che al di là di qualche buona prova ieri ha pagato per una lussuosa seduta di allenamento con un campione del calibro di Tyson. Ciò continua a dare ragione a tutti quei promoter che hanno permesso alla Nobile Arte di diventare da sport dei re ad un mero intrattenimento alla stregua di un videogioco qualsiasi. Ma il pubblico è sempre sovrano e bisogna dare loro ciò che chiedono: il povero bastardo che vi scrive sta rapidamente diventando talmente vecchio per queste stronzate da non essere in grado di sopportarle più. C’è un nome specifico per questo tipo di cose e si chiama accanimento terapeutico. Paul vince ai punti per verdetto unanime, Mike Tyson rimane una leggenda inarrivabile e forse l’unico avversario veramente granitico è il tempo.
Per quanto questo incontro- esibizione abbia seguito un preciso copione Mike Tyson è parso statico e non in grado di mettere in pratica quelle devastanti combinazioni messe in pratica nei video degli allenamenti di preparazione a questo match. La mente c’era ma il corpo non era in grado di mettere in pratica ciò che, magari, avrebbe voluto fare. Jake Paul non ha mai messo realmente in difficoltà l’avversario, dimostrando una volta di più la reale natura di tutta questa operazione. Il senso di amarezza continua nel constatare che là fuori ci sono ancora pugili validi ed incontri che meriterebbero di essere seguiti ma che, ahimé, non riescono ad avere la stessa visibilità e portata mediatica di certi eventi che smuovono una quantità impressionante ed inimmaginabile di soldi. Unica nota positiva di tutta la serata è stata la rivincita tra la pugile irlandese Katie Taylor (campionessa indiscussa in carica dei super leggeri) contro la sfidante portoricana Amanda Serrano (ex campionessa del mondo IBF), le quali hanno dato vita ad un match entusiasmante ed agguerrito senza esclusioni di colpi.
La Serrano ha dato fin da subito il ritmo al match cercando di prendere le misure alla sua avversaria. Dopo qualche iniziale tentennamento la Taylor ha ripreso terreno, salvo poi portare una prima testata accidentale che le è valsa il richiamo da parte dell’arbitro. L’incontro continua in un feroce fuoco di fila tra le due finché la campionessa in carica non sferra una seconda testata nel terzo round sull’arcata sopraciliare destra della Serrano, che le provoca un vistoso taglio con relativo sanguinamento. L’arbitro sospende momentaneamente l’incontro per permettere al medico di valutare l’entità della ferita e una volta avuto il benestare da parte della Serrano della sua volontà di proseguire, si torna a combattere. Una terza testata involontaria della Taylor rifilata alla sua avversaria porta l’arbitro a decurtare un punto all’irlandese. Le due non si risparmiano giungendo alla decima e ultima ripresa, dove i giudici hanno decretato la Taylor vincitrice con un contestatissimo verdetto unanime. Sicuramente è stato il match femminile più interessante degli ultimi anni e prepara la strada ad un terzo capitolo di questa faida sportiva. Per tutto il resto, niente di nuovo sotto il sole.
Hank Cignatta
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