Sammo Hung, il gigante del Kung Fu

Sammo Hung, il gigante del Kung Fu

Come sempre vago per Youtube sul mio televisore intelligente, cercando di vedere i vari video che mi vengono proposti dai canali ai quali mi sono iscritto. Essendo io un inguaribile nostalgico spesse volte finisco per guardare spezzoni di programmi tv e vecchi spot pubblicitari. Tra questi finisco nel promo di una serie tv intitolata Più Forte Ragazzi, interessante show andato in onda su Italia Uno per due stagioni dal 2001 al 2002 con protagonista il mitico Sammo Hung nel ruolo dell’acrobatico poliziotto cinese Sammo Law, trasferito dalla Cina agli Stati Uniti.

La sigla della prima serie dello show

Chi è davvero Sammo Hung? Una risposta oltre la leggenda

Sammo Hung è il ponte tra due ere del cinema di Hong Kong: la tecnica granitica ed esplosiva di Bruce Lee e la commedia finemente acrobatica di Jackie Chan. E’il colosso atipico del cinema di arti marziali. Non il bellimbusto perfetto o il monaco levigato: lui è la massa che danza, la sostanza capace di sfidare la gravità.

Samuel “Sammo” Hung Kam-bo nasce nel 1952 ad Hong Kong e fin da piccolo studia presso la prestigiosa Opera di Pechino, alla quale si sono formate altre grandi star del calibro di Jackie Chan: Mentre Jackie diventava il ragazzo prodigio dai salti impossibili, Sammo era quello che sembrava destinato a vendere noodles. Ma la forza del diavolo era già in circolo e la sua leggenda si stava compiendo.

Sammo Hung e l’invenzione del Kung Fu Moderno

Negli anni Settanta ha modo di lavorare per il produttore cinematografico Raymond Chow e la sua casa di produzione Golden Harvest (famosa per aver prodotto i film di Bruce Lee). Grazie alla qualità delle sue coreografie inizia a diventare molto ricercato fino a comparire nel 1973 nella scena iniziale de I Tre dell’Operazione Drago come studente che affronta Bruce Lee nella scena iniziale.

Si inventò in seguito una sua grammatica marziale. Mischiava kung fu tradizionale con una violenza da strada, ci buttava dentro umorismo slapstick e una fottuta tecnica da chirurgo. Ogni mossa era reale. Ogni caduta sembrava una condanna a morte. È stato il primo a mettere il realismo brutale nel kung fu cinematografico, ancor prima che John Woo pensasse di far sparare due pistole saltando da una finestra.

Jackie Chan e Sammo Hung

Negli anni Ottanta, mentre Jackie Chan costruisce l’eroe simpatico, Sammo trasforma l’uomo comune nel campione di arti marziali. È un ribaltamento socio-culturale che anticipa perfino il cinema proletario cinese.

Perché Sammo Hung è un’icona sottovalutata

Perché non è diventato una superstar mondiale come Jackie o Bruce? Troppo autentico. Troppo asiatico nel midollo, troppo refrattario ai compromessi hollywoodiani. Quando Sammo recita in Più forte ragazzi (1998-2000), la serie TV americana, sembra più un orso ammaestrato che il titano che conosciamo. I coreografi statunitensi gli tarparono le ali: troppe regole, poca furia.

In patria, però, Sammo resta il maestro dei maestri. Ha lanciato le carriere di Donnie Yen, Yuen Biao e un’intera generazione di stuntmen destinati a dominare il cinema mondiale.

L’eredità impossibile: perché Sammo Hung è irraggiungibile

Oggi tutti parlano di “coreografie realistiche” nei film d’azione. Ma senza Sammo Hung avremmo ancora film dove ancora si fa finta di colpirsi a dieci centimetri di distanza. Ha ridefinito il concetto di “corpo cinematografico”, dimostrando che il peso può essere potenza, che il ritmo può essere caotico e che l’ironia può spuntare come un coltello durante una rissa.

Sammo Hung oggi

La sua eredità è ovunque: nei blockbuster americani, nelle serie TV, perfino nei videogiochi. Ma nessuno ha mai osato davvero essere Sammo Hung. Perché essere Sammo richiede il coraggio di mostrarsi imperfetti e inarrestabili.

Conclusione: L’ultima caduta (e il primo volo)

Sammo oggi è una leggenda vivente, ma cammina piegato dai dolori, dalle fratture, dalle notti passate a rischiare la vita per un’inquadratura. È stanco, sì. Ma nel suo sorriso (ancora sporco di polvere da set) si intravede la scintilla: quella dei veri guerrieri, quelli che non si sono mai presi sul serio, proprio per poter volare.

Mentre Hollywood si aggrappa ai supereroi in latex, Sammo rimane il simbolo di un’epoca dove il corpo era il solo, vero, strumento narrativo.

Hank Cignatta

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