Physical, elegia delle nevrosi della societa’ anni Ottanta

Physical, elegia delle nevrosi della societa’ anni Ottanta

Finalmente la giornata è arrivata alla sua conclusione. Dopo la consueta passeggiata con la mia Noël e una doccia capace di riportarmi agli onori del mondo, butto le mie ingombranti ossa sul divano. Locandine di film e serie tv prendono istericamente forma sullo schermo del mio televisore intelligente, rendendo la scelta qualcosa di veramente arduo. Alle volte non per la qualità offerta ma per la quantità di prodotti di diversi generi presenti su più piattaforme. Il mio telecomando giunge sulla locandina di una serie tv intitolata Physical, che ha nel titolo e nell’immagine un chiaro riferimento agli anni Ottanta. Premo play e, abbracciato alla mia pitbull da tavola, lascio che la mia serata possa avere un senso.

La locandina della serie tv

Gli Anni Ottanta e l’ossessione per la perfezione

Spesse volte affermiamo, a ragione, che questi sono i tempi dell’effimero. Tutto deve essere perfetto, senza difetti, pronto per essere pubblicato sul social di riferimento. Ma prima che i telefoni diventassero intelligenti e che le loro fotocamere filmassero ogni istante della nostra quotidianità negli anni Ottanta vi era un idem sentire dove non vi era spazio per l’imperfezione e tutto doveva essere macrobiotico, per una società rampante che andava sempre di corsa. Ecco quindi che nascono prodotti come la Diet Coke (introdotta nel mercato nel 1982 e in Italia l’anno seguente, qui da noi definitivamente sostituita dalla Coca Zero nel 2020) e le videocassette ginniche di Jane Fonda, che aiuta milioni di persone a perdere peso comodamente da casa e dando via alla moda dell’aerobica.

Physical, benvenuti in una giungla di Lycra ed Ambizioni

Immaginatevi catapultati nella San Diego degli anni ’80: un’epoca di eccessi, colori sgargianti e una società che balla al ritmo di Jane Fonda. In questo caleidoscopio di spandex e fasce per capelli, emerge “Physical”, la serie targata Apple TV+ che trascina lo spettatore all’interno di in un vortice di sudore, ossessioni e videocassette di aerobica. La protagonista, Sheila Rubin (interpretata da una magnetica Rose Byrne), è la nostra guida in questo viaggio allucinato nel cuore pulsante dell’industria del fitness nascente.

Sheila Rubin: Casa, Demoni e Videocassette

Sheila è la perfetta moglie californiana, almeno in apparenza. Dietro il sorriso smagliante e le cene impeccabili, si nasconde una donna tormentata da una feroce bulimia e da un dialogo interiore che farebbe impallidire anche il più cinico dei comici. La sua vita prende una svolta inaspettata quando scopre l’aerobica non solo come via di fuga ma come trampolino per una rivoluzione personale e professionale. Inizia così la sua scalata nel mondo delle videocassette di allenamento, un universo dove il confine tra presa di coscienza e sfruttamento è sottile come un body in lycra.

L’Aerobica: Dalla Dipendenza alla Redenzione

In un centro commerciale illuminato al neon, Sheila scopre l’aerobica. Non è solo esercizio fisico: è una rivelazione, una via di fuga dalla monotonia e un’opportunità di trasformazione. Ma il percorso verso la conquista della sua consapevolezza è disseminato di ostacoli, tra cui un marito egocentrico e una società che non è pronta per una donna che prende il controllo del proprio destino.

Sheila Rubin e la scoperta dell’aerobica

Physical Un Tuffo nell’Estetica degli Anni Ottanta

La serie è una lettera d’amore (e odio) agli anni Ottanta, con costumi che oscillano tra il kitsch e l’iconico. Ogni episodio è un viaggio psichedelico tra colori sgargianti frutto di una fotografia perfetta e musiche che fanno battere il cuore mentre si esplora il lato oscuro del boom del fitness e della cultura del benessere. Se vogliamo ci si può anche vedere un nesso con la storia di The Substance (ovviamente quest’ultima portata all’estremo) che potrebbe accomunare in qualche modo i fantasmi, seppur diversi, delle due protagoniste delle vicende.

Physical e Un Cast che Brilla tra le Luci al Neon

Oltre alla straordinaria performance di Rose Byrne, il cast di “Physical” vanta interpretazioni memorabili. Rory Scovel veste i panni di Danny Rubin, il marito di Sheila, un uomo che incarna l’ipocrisia di un uomo idealista in pubblico ma cieco dinnanzi alle esigenze della moglie. Paul Sparks interpreta John Breem, un imprenditore immobiliare che rappresenta il lato oscuro del sogno americano. Dierdre Friel, nei panni di Greta, offre un contrappunto umano e vulnerabile alla fredda determinazione di Sheila.

Physical tra Critiche e Applausi: Un Bilancio Contrastato

La serie ha diviso la critica. Alcuni hanno lodato la rappresentazione cruda e autentica dei disturbi alimentari e della lotta interiore della protagonista mentre altri hanno trovato difficile empatizzare con personaggi così imperfetti e moralmente ambigui. Tuttavia è proprio questa complessità a rendere Physical un prodotto audace e degno di nota nel panorama televisivo contemporaneo.

Conclusione: Un Tuffo nel Passato che Fa Riflettere sul Presente

Physical non è una semplice operazione nostalgia ma uno specchio deformante che riflette le contraddizioni di un’epoca e anche delle nostre vite odierne. In un mondo ossessionato dall’apparenza e dal successo, la serie ci invita ad una riflessione: quanto siamo disposti a sacrificare per raggiungere i nostri obiettivi? E, soprattutto, a quale costo per la nostra anima?

Hank Cignatta

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