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    Snowfall, ascesa e caduta di un impero

    Snowfall, ascesa e caduta di un impero

    Sfreccio per le strade arroventate di Nevrotic Town con la mia rombante Great Point Blue Shark. Il sole picchia sul tettuccio e non c’è neanche un alito di vento. Dai finestrini abbassati solo lingue di fuoco. Accanto a me sul sedile del passeggero la Dani California del momento, più nuda che vestita, con soltanto alcuni pezzi di stoffa a coprirle i punti strategici. Giungo al semaforo rosso di un incrocio e decido di accendere l’aria condizionata. Fa troppo caldo anche soltanto per abbozzare un minimo pensiero. Dalle casse dell’autoradio iniziano a propagarsi le prime note di Live and die in L.A. di 2Pac e la Dani California inizia a ballare. Mi guarda e mi lancia un sorriso malizioso mentre si sventaglia con la sua maglietta fina, come direbbe un giovane ed arrapatissimo Claudio Baglioni. Mentre scatta il verde ed inizio a prendere velocità la Dani California alza la maglietta fino a scoprirsi i seni, godendo di quel getto d’aria artificialmente ghiacciata che dona refrigerio a quell’arroventato corpo perfetto. Giungo ad un altro semaforo rosso: due tizi in una macchina accanto alla mia notano la Dani California con le tette al vento e sgranano gli occhi fino a farli uscire dalle orbite. Lei se ne accorge e maliziosa porta la punta della lingua su un capezzolo. Mentre guardiamo sinceramente divertiti la loro reazione e la fanciulla si ricompone, procedo per la mia strada non appena scattato il verde. Giungo davanti al portone della Dani California, la quale mi da’ un bacio e mi lecca lascivamente l’orecchio destro. La guardo sculettare strizzata nei suoi short di jeans mentre entra nel portone di casa avendo la sensazione di essere stato in un video di 2Pac. Una volta tornato a casa sono malamente sciolto sul divano di casa insieme alla mia Noël intento a sudare e a fare zapping. Orfano di Narcos sono alla ricerca di qualcosa di altrettanto interessante da guardare: mi viene in mente di aver sistemato casa la settimana scorsa e di essermi imbattuto in un vecchio numero di una rivista musicale che riportava la locandina di una serie tv intitolata Snowfall. La cerco velocemente sulla mia tv intelligente, la trovo e schiaccio play sul primo episodio. E un nuovo viaggio ha inizio.

    Una delle locandine della serie. Tutti i diritti riservati a FX e relativi marchi registrati

    La serie, composta da sei avvincenti stagioni, è ambientata a Los Angeles in una finestra temporale che va dal 1983 al 1986 durante la prima epidemia di crack che si è abbattuta sulla città degli angeli e alcuni suoi abitanti, in particolare nella zona di South Central. Il protagonista è Franklin Saint, ragazzo sveglio che vende marijuana per suo zio Jerome, all’insaputa di sua madre. Il ragazzo ha un gran fiuto per gli affari e una brillante mente imprenditoriale, che in breve tempo gli permette di aumentare significativamente le vendite. Vive con sua madre Cissy, la quale fa un lavoro massacrante per il proprietario di un complesso residenziale popolare. Quando il facoltoso amico e cliente di Franklin, Rob, gli chiede di andare a prendere dalla cocaina da uno svitato spacciatore israeliano di nome Avi, ha il suo primo incontro con la polvere bianca. Avi da’ a Franklin un chilo da vendere entro un giorno: il ragazzo è disperato e non sa come fare. Suo zio Jerome si rifiuta di aiutarlo ma sua zia Louie lo mette sulla strada dei contatti giusti per la buona riuscita degli affari. Dopo aver visto quanti soldi in più si riescono a fare vendendo cocaina rispetto all’erba, il giovane Franklin inizia a creare un piccolo impero. Ma insieme a soldi e potere arriveranno anche un turbinio di morte e guai.

    L’attore Damson Idris da’ il volto al personaggio di Franklin Saint

    La serie è stata creata da John Singleton (già regista di film cult del calibro di Boyz n the Hood- Strade violente del 1991 e di Remember The Time, video dell’omonimo singolo di Michael Jackson diventato uno dei più costosi videoclip della storia), Eric Amadio e Dave Andron. Snowfall ha il classico piglio delle cazzute serie Fox, dove non si lesina su storie torbide, violenza e intrecci tra i protagonisti coinvolti. E per fortuna.

    Il regista John Singleton, morto nel 2019 a 51 anni per un ictus

    Franklin Saint è il protagonista principale attorno al quale ruotano le vicende umane di tutti gli altri personaggi che sono a loro modo fondamentali per la naturale narrazione dell’intera storia. Sei stagioni da guardare tutte d’un fiato, esattamente come un bel libro del quale si gode di ogni pagina. Uno show minuziosamente sceneggiato, magistralmente interpretato ed orchestrato, dove nulla è lasciato al caso: la colonna sonora, i risvolti psicologici dei personaggi e le conseguenze sull’andamento della storia. La condizione della comunità afroamericana nel pieno del cosiddetto edonismo Reaganiano, della bufera di polvere bianca che giungeva dalle vicine giungle sudamericane e la piaga della dipendenza. Non c’è un dettaglio che stoni. Vivere e morire a L.A. tra sentimenti, amore, tradimenti, amicizie e rapporti famigliari che vengono offuscati dalla polvere della cocaina, dal colore verde dei dollari e dal delirio di onnipotenza. Consapevoli che una volta usciti dalla porta di casa non si sapeva se si sarebbe fatto ritorno. Uno dei pregi di Snowfall è di essere genuinamente attinente alla realtà dei fatti storici che vengono descritti (eccezion fatta per le storie dei vari personaggi, ma d’altronde non sarebbe una serie tv ma bensì un documentario). La stessa atmosfera la si può notare nel già citato Boyz’ n’ da Hood, nei video musicali degli N.W.A., di Dr. Dre, Ice Cube, Snopp Dogg, 2Pac e molti altri rapper della scena degli anni Ottanta- Novanta. Perché era quella la realtà. E’ la storia dell’alba e del tramonto di un impero, della redenzione e della totale rovina dei suoi protagonisti (o buona parte di essi) e di come sia facile rimanere vittime dei propri demoni più oscuri, di un ragazzo che ha cercato di prendere in mano le redini per una vita migliore e di un destino più grande di lui. Non è mai facile essere re e bisogna sempre tenerlo a mente.

    Hank Cignatta

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