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    72 Seasons, il nuovo ciclo cazzuto del thrash metal targato Metallica

    I Metallica tornano a far detonare quel “delicato” rombo di tuono che ha permesso loro di ritagliarsi uno spazio nell’Olimpo dei grandi del rock e tra gli dei del Metal. I Four Horsemen tornano con 72 Seasons, undicesimo album in studio della band e il secondo pubblicato sotto la loro etichetta discografica, la Blackened Recordings. Un album atteso a lungo dai fan della band di Los Angeles, come il mio amico Dave, che li ha conosciuti quando aveva tredici anni e da allora non ha mai smesso di ascoltarli.

    La cover di 72 Seasons

    72 Seasons segna un reale ritorno dei Metallica alle loro sonorità delle origini, segnando un netto distacco dagli album pubblicati dalla band negli anni precedenti. Si tratta di un concept album che accompagna l’ascoltatore in un viaggio attraverso il mutare delle stagioni, sia metaforicamente che musicalmente. I Metallica infatti rappresentano quella parte inossidabile del rock che, nonostante l’avanzare del tempo, è capace di dire ancora la sua.

    I Metallica in una foto per il nuovo album. Foto di Tim Saccenti

    James Hetfield pare più ispirato che mai, dando un senso ai temi trattati nell’album con un tipo di intensità viscerale che arriva dritta dal cuore, come nella migliore tradizione dei migliori lavori della band che ha permesso loro di entrare nel già sopracitato Olimpo degli dei immortali del rock. Menzione speciale merita Lux Aeterna, uno dei singoli pubblicati prima della data di rilascio dell’intero album, che ha quelle sonorità che pare permettere ai Metallica di scrivere un nuovo importante capitolo della loro prestigiosa carriera.

    James Hetfield al massimo della sua potenza

    Man mano che si procede nell’ascolto dell’album , si può notare come i Metallica esplorino un’ampia gamma di stili e atmosfere musicali, riflettendo la diversità delle stagioni stesse. 72 Seasons, (brano che da’ il titolo all’album) è un brutale inno thrash metal che fa muovere la testa a tempo, If Darkness Have A Son può, se proprio vogliamo, essere considerata come l’erede naturale di Enter Sandman. Inamorata chiude il disco ed è una delle tracce più importanti: si tratta infatti di undici minuti e dieci di pura dimostrazione dell’abilità musicale dei Metallica. In definitiva 72 Seasons rappresenta una testimonianza della creatività duratura e dell’abilità della band. Con il suo concetto ambizioso e l’esecuzione magistrale, l’album sicuramente risuonerà tra i fan vecchi e nuovi, consolidando l’eredità dei Metallica come una delle più grandi band heavy metal di tutti i tempi. Chi l’ha detto che invecchiare è una brutta cosa?

    Hank Cignatta

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