
Yvette Dare, la regina dimenticata del Burlesque
C’era una volta una ragazza con più curve della rete autostradale texano e un nome che sembrava inventato da un alchimista del peccato: Yvette Dare. Anni Quaranta. Guerra. Radio. Sigarette. Gonne che si alzano col vento e uomini che crollano con lo sguardo. L’America era un’esplosione repressa di desiderio e Yvette sapeva benissimo dove accendere il fiammifero.

Yvette Dare non era solo burlesque. Era disobbedienza sessuale col sorriso di Bette Davis e la furia di un cocktail a stomaco vuoto. La stampa dell’epoca l’ha ridotta a “entertainer”. I posteri a una nota a piè pagina. Ma questa, oh tu che stai leggendo questo articolo, è la vera storia. Scritta da dentro. Da un nostalgico giornalista con in mano un mojito e un’aromatico sigaro cubano nell’altra.
Chi Era Yvette Dare? L’Ascesa di una Ribelle
Nata probabilmente nel 1918 (i documenti sono vaghi, come spesso accade per le leggende), Yvette Dare (al secolo Mabel Higgins) sbarcò a New York da una piccola città del Midwest con un sogno: diventare una star. Non era una ballerina classica, né una cantante straordinaria. Ma aveva qualcosa che poche possedevano: carisma ipnotico e un’aria di pericolosa eleganza. Iniziò nei piccoli club di Harlem e Chicago, dove il burlesque era un mix di satira, sensualità e teatro popolare.

Gli Anni d’Oro: Scandali e Trionfi
Nel 1943, Yvette Dare approdò al Minsky’s Burlesk, il tempio del divertimento proibito. Il suo atto più famoso, “The Diamond Veil”, era una performance in cui si liberava di veli luccicanti uno dopo l’altro, lasciando il pubblico in estasi. Ma non era solo spettacolo: Yvette sfidava le autorità. Arrestata più volte per “atti osceni”, trasformò ogni processo in una ribalta. Durante un’udienza, si presentò in tribunale con un abito da sera e dichiarò:
“Se la bellezza è un crimine, allora condannatemi pure.”

La stampa la adorava o la odiava. I giornali la definivano “La Venere del Vizio” o “La Salomé Moderna”, a seconda dell’umore del censore di turno.
Il Declino: Droga, Denaro e una Fine Misteriosa
Come molte icone del burlesque, Yvette pagò il prezzo della fama. Negli anni Cinquanta, con l’avvento della televisione e la repressione morale, i teatri burlesque chiusero uno dopo l’altro.
Le voci si sprecavano:
- Si era ritirata in Messico con un gangster?
- Morta di overdose in un hotel di Las Vegas?
- Scomparsa volontariamente, cambiando identità?
L’ultima traccia certa è un biglietto del 1956, trovato in un motel della Route 66: “La vita è uno spettacolo, ma il sipario cade troppo presto.”
Perché Yvette Dare è Importante Oggi?
In un’epoca in cui il burlesque è rinato Yvette merita di essere ricordata. Non fu solo un’intrattenitrice, ma una pioniera che sfidò il sessismo e l’ipocrisia della sua epoca. Alcune performer moderne, come Dita Von Teese, hanno citato Yvette come ispirazione. Eppure, non esiste una biografia ufficiale, né un documentario.

Conclusione: Il Fantasma di Yvette
Forse Yvette Dare non vuole essere trovata. Forse preferisce restare un mistero, un sussurro tra le quinte della storia. Ma una cosa è certa: il suo spirito ribelle vive ancora in ogni ballerina che sfida le regole e ride in faccia al potere. Se mai passerete da un vecchio teatro abbandonato, ascoltate bene. Potreste sentire il fruscio di un velo di diamanti e una risata che non si è mai davvero spenta.
Hank Cignatta
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