
Nu Genea, viaggio multisensoriale nella Napoli Funky
La Great Point Blue Shark ruggisce per le strade di Nevrotic Town (o Torino, se siete appassionati radioamatori) rispondendo bene alla guida. Il sole è alto nel cielo e la temperatura richiede che i finestrini siano leggermente abbassati per evitare di iniziare a sudare. Accanto a me ed adeguatamente assicurata al sedile del passeggero la mia Noël sorride al mondo, annusando l’aria dal finestrino leggermente abbassato. Dalle casse dell’autoradio si propagano le note di un brano dalle forti sonorità funky. Il display riporta il nome del brano, Marechià dei Nu Genea. Alzo il volume e il mondo inizia ad essere un po’ più colorato rispetto al consueto grigiore della giungla urbana.
L’Inizio del Viaggio: Chi Sono i Nu Genea?
Quando si ascoltano i Nu Genea per la prima volta si ha la sensazione di aver messo piede in un bar di Napoli nel 1978 (non chiedetemi perché proprio quell’anno ma mi ha ispirato tantissimo, credetemi) tra fumo, funk e sintetizzatori che fluttuano nelle orecchie di chi li sente. Dando poi un rapido sguardo al calendario (si, siamo esseri analogici in tempi digitali) abbiamo la conferma di essere nel 2025: questi due uaglioni, Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, hanno preso la tradizione partenopea, l’hanno shakerata con sonorità africane e hanno creato un cocktail musicale che sa di storia, nostalgia e pura energia da dancefloor.

Nascono come Nu Guinea, nome ispirato a un sound primitivo e tribale. Ma la loro evoluzione è veloce ed inevitabile, come una notte d’estate che si trasforma in alba. La metamorfosi in Nu Genea è solo un passaggio naturale: nuovi geni, nuove radici e nuovi viaggi.

Napoli Segreta: La Missione del Sound dei Nu Genea
C’è qualcosa di mistico nella loro musica, un incantesimo che prende Napoli e la trasforma in una New Orleans mediterranea, un luogo dove i solchi della tradizione musicale si mischiano al funk psichedelico e ai ritmi africani. Con il loro progetto Napoli Segreta, scavano nelle profondità della musica perduta della città, riportando a galla perle disco-funk degli anni Settanta e Ottanta, brani dimenticati che profumano di vicoli stretti e tramonti sul Vesuvio.
Bar Mediterraneo: l’irreristibile disco che fa ballare, per forza
Se Nuova Napoli (2018) é un viaggio in funicolare tra i vicoli sonori della città, Bar Mediterraneo (2022) è un volo diretto sopra il Mediterraneo con scali imprevisti tra il Maghreb, l’Africa occidentale e le coste della Spagna e della Francia. È un disco che non ha tempo né spazio, capace di muoversi tra lingua napoletana, dialetti del Maghreb e vibrazioni che potrebbero appartenere a qualsiasi città affacciata sul mare.
Canzoni come Tienaté e Marechià sono inni senza epoca, ritmi che potrebbero essere suonati tanto in un club underground di Berlino quanto in una festa clandestina in Marocco. È la magia della contaminazione e l’alchimia della musica che non ha confini.
Perché i Nu Genea Sono Fondamentali Oggi?
Viviamo in un’epoca in cui tutto è digitale, preconfezionato, spesso senz’anima. E poi arrivano loro, con il loro groove analogico, i loro vinili polverosi e la loro voglia di riscoprire un sound che esisteva prima che tutto diventasse plastica e streaming. I Nu Genea sono un’operazione archeologica e futuristica allo stesso tempo, una macchina del tempo musicale che ci porta avanti e indietro senza chiedere permesso.

In un panorama musicale sempre più omologato la loro esistenza è un atto di resistenza, un modo per ricordarci che la musica è un viaggio e che Napoli è sempre stata (e sempre sarà) un crocevia di culture, suoni e di storie.
Conclusione: Ascoltarli o Morire di Noia
Se non hai mai ascoltato i Nu Genea fatti un favore e fallo subito. Mettiti le cuffie, alza il volume e chiudi gli occhi. Ti ritroverai in un altro tempo, in un altro spazio, in un’altra dimensione. E se dopo tutto questo non ti viene voglia di ballare, allora probabilmente sei già morto/a. O peggio, sei noioso/a.
Hank Cignatta
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