Limp Bizkit: il delirio di una generazione in tute acetate

Limp Bizkit: il delirio di una generazione in tute acetate

Dave guida la sua macchina con la confidenza di un pilota di Nascar mentre scalda le fredde strade di Nevrotic Town. La playlist della sua autoradio continua a scorrere finché giunge a Hot Dog dei Limp Bizkit. Mi giro verso i sedili dei passeggeri, incontrando gli sguardi entusiasti di Little Dave e Nick che muovono la testa a ritmo. E proprio in quel momento eravamo tutti consapevoli di aver fatto un viaggio a ritroso nel tempo fino alla nostra adolescenza grazie alla musica. Arriviamo tutti a destinazione, pronti a consumare la nostra cena ma il richiamo della musica è talmente forte da non poter essere ignorato. Dave alza il volume a stecca e incominciamo tutti a gridare il ritornello, ritornando adolescenti per tre minuti e cinquanta.

Una Band al Confine del Surreale

C’è una strana magia che avvolge i Limp Bizkit, un incantesimo che mescola odio e amore, trash e genialità, riff martellanti e testi che sono pugni nello stomaco. Per capire davvero chi sono Fred Durst e soci bisogna immergersi nel fango del loro caos creativo, respirare il sudore di un concerto e accettare di essere trasportati in un mondo in cui il rap incontra il metal in un abbraccio sgraziato e irresistibile. Non è solo musica: è una guerra, un’esplosione di energia che continua a dividere pubblico e critica ma che rimane nel cuore di chi ha vissuto quella piccola rivoluzione musicale.

Una foto dei primi anni Duemila con i Limp Bizkit al completo

La nascita del rap metal

Negli anni Novanta quando il mondo sembrava impazzire tra Nirvana e Tupac, i Limp Bizkit hanno fatto irruzione con un suono che nessuno sapeva definire. Era metal? Rap? Punk? La risposta era semplice: era tutto questo e molto di più. Il risultato è stato decisamente esplosivo. I Limp Bizkit incarnano tutto ciò che era giusto e sbagliato del nu metal. Testi aggressivi e riff potenti che sembravano realizzati per alimentare un’orda di adolescenti arrabbiati. Musica da macellai, disse una volta un mio insegnante alle superiori che non capiva i gusti musicali dei suoi studenti. Ma sotto questa facciata di machismo si nascondeva una vena di ironia che pochi hanno colto.

Guidati dal carismatico e spesso controverso cantante Fred Durst, la band ha trovato la sua strada con l’album d’esordio Three Dollar Bill, Y’all$. Questo non era solo un disco, era una dichiarazione di guerra all’idea stessa di genere musicale. E poi, nel 1999, è arrivato Significant Other, un album che ha trasformato i Limp Bizkit (che significa letteralmente biscotto bagnato per far credere al pubblico di essere un gruppo volgare e privo di capacità musicali pronti a mostrare al pubblico qualcosa che non aveva ancora sentito) in superstar globali, nonostante i critici che li definivano “un circo musicale.” Ma forse proprio questo era il punto: i Limp Bizkit erano un circo e noi eravamo tutti invitati allo spettacolo.

Fred Durst: il poeta dei Limp Bizkit con il cappellino rosso

Amato e odiato in egual misura, Fred Durst è il volto dei Limp Bizkit. Con il suo cappellino rosso e l’atteggiamento da duro, è diventato un’icona culturale , il simbolo di una generazione che voleva gridare contro il sistema, ma che amava farlo con stile. Durst è stato spesso accusato di essere una parodia di se stesso, ma è proprio questa consapevolezza che lo rende geniale. Nei suoi testi alterna rabbia e autoironia, raccontando storie di frustrazione, insicurezza e ribellione. My Way, Nookie e Rollin non sono solo canzoni ma inni per chi ha sempre sentito di non appartenere a nulla.

Una foto recente di Fred Durst

La formula del successo: Wes Borland e il caos controllato dei Limp Bizkit

Mentre Durst cattura i riflettori, il vero genio musicale della band è Wes Borland, il chitarrista mascherato che sembra uscito da un incubo di Tim Burton. Le sue chitarre sono una miscela di groove metal, funky e sperimentazione pura e la sua presenza scenica è tanto inquietante quanto ipnotica. “Senza Wes Borland, i Limp Bizkit sarebbero solo un’altra band”, ha detto una volta un critico musicale. E forse è vero. Borland è il contrappeso perfetto alla personalità esplosiva di Durst, un artista che riesce a trasformare il caos in melodia.

L’eredità di Chocolate Starfish : tra amore e odio

Nel 2000, Chocolate Starfish and the Hotdog Flavored Water ha segnato l’apice della loro carriera. Il titolo era assurdo e le canzoni ancora di più ma il successo è stato travolgente. Take a Look Around è diventata la colonna sonora di Mission: Impossible 2 mentre My Generation è stata adottata come grido di battaglia da una folla che non voleva crescere. Ma con il successo è arrivata anche la reazione. I critici, in una forma di accanimento gratuito che nulla ha a che fare con il gusto personale, hanno iniziato a definirli il simbolo del cattivo gusto musicale accusandoli di aver creato quella famosa musica per macellai di cui scrivevo qualche paragrafo sopra. Eppure, proprio in questo risiede la loro forza: i Limp Bizkit non hanno mai cercato di essere altro che se stessi.

Un ritorno inaspettato: il revival nostalgico

Dopo anni di silenzio e cambi di formazione, i Limp Bizkit sono tornati. Il loro ultimo album, Still Sucks del 2021 , è la prova che il tempo non ha spento la loro fiamma. I concerti sono ancora elettrizzanti e i fan sono più fedeli che mai.

Hank Cignatta

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