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    Addio a Tina Turner, semplicemente la regina insostituibile del rock

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    La Dani California con la quale mi sto vedendo ultimamente ha da poco lasciato la sua porzione di letto del mio appartamento, dove fino a pochi istanti prima di venire invocava una qualche divinità. Chissà perché poi sono coinvolte in questo genere di cose. La osservo in tutta la sua sensualità mentre è sul balcone, intenta a fumare una sigaretta, avvolta da un babydoll di raso nero trasparente che non lascia decisamente nulla all’immaginazione. Mi lancia uno sguardo compiaciuto per poi aspirare una boccata dalla sua Lucky Strike: da sotto il babydoll i suoi capezzoli fanno capolino, mostrando i piercing che svettano in tutta la loro metallica bellezza. E’ amante dei piercing, la Dani California: ha un dermal sul polso destro, un septum sulla cartilagine del ponte nasale, uno al centro della lingua e uno decisamente più intimo. Ha anche degli interessanti gusti musicali, il che non è una cosa da sottovalutare di questi tempi. Finisce la sua sigaretta mentre sta guardando qualcosa sul suo cellulare: la mia attenzione passa dal suo generoso e granitico seno ai suoi piedi affusolati di nero pittati, finché con tono incredulo distoglie lo sguardo dal suo telefono intelligente e sentenzia: “E’ morta Tina Turner…” La notizia mi coglie come se fossi appena stato trafitto da una coltellata. Sto in silenzio per qualche secondo e l’unica cosa che riesco a dire sommessamente è “cazzo…”.

    Tina Turner, al secolo Anna Mae Bullock, si approccia presto alla musica: infatti già all’età di dieci anni canta nel coro della chiesa di Brownsville, nel Tennessee, dove suo padre era pastore. Viene però ben presto allontanata in quanto interpreta il gospel a modo suo, adottando uno stile che viene interpretato dai fedeli e dai cultori come poco rispettoso nei confronti di Dio. Anna cresce e continua a coltivare il suo sogno di diventare cantante, mostrando doti vocali davvero eccezionali. Nel 1956 giunge la separazione dei suoi genitori: sua madre prende lei e la sorella Alline per andare a vivere a Saint Louis: qui Anne incontra il musicista Ike Turner, il quale rimane particolarmente colpito dalla vocalità e dallo stile della ragazza: nel 1958 registrano insieme il singolo Boxtop, il quale segna il debutto di Anna nel mondo della musica e che firma con lo pseudonimo di Little Ann. Il sodalizio artistico con Ike continua, il quale decide di darle il nome d’arte Tina. Tra i due l’intesa andrà oltre il lavoro e si si sposano alla fine del 1960 a Tijuana, dove però no n viene validato in quanto Ike non aveva ottenuto il divorzio dalla prima moglie: Anna diventa quindi Tina ed assume il cognome Turner. Nonostante il successo che il duo Ike & Tina Turner ottiene in tutto il mondo tra gli anni Sessanta e Settanta, il matrimonio tra i due è funestato dalla dipendenza da cocaina di Ike, il quale si rende autore nei suoi confronti di abusi verbali e, soprattutto fisici. Nel 1976 la Turner chiede istanza di divorzio da Ike, la quale viene accolta per poi essere ufficializzato nel 1976. Da quel momento in poi Tina Turner è veramente libera e mostrerà al monto tutto il suo talento e la sua grinta, che la consacreranno come la regina indiscussa del rock.

    Esattamente da quell’istante Tina Turner ha esternato tutta la rabbia per quella relazione che la stava rovinando e l’ha tradotta in quella grinta che le ha permesso di essere una delle dive più cazzute, imitati ed ispiratrici della storia della musica. La sua folta capigliatura mista alla sua grinta le sono valse il soprannome di leonessa del rock e mai fu più azzeccato. Ne ha raggiunti di successi Tina nel corso della sua lunga carriera: ha scritto alcune delle canzoni che sono letteralmente incastonate nella storia della musica, ha ricevuto dodici Grammy Awards (di cui otto competitivi e quattro onorari), tre Grammy Hall Of Fame (riservato ai più grandi di sempre della storia della musica) e l’amore indiscusso di un pubblico per il quale lei stessa viveva. E’ stata anche attrice, ricoprendo ruoli iconici come quella dell’Acid Queen nel film musicale Tommy (una delle prime opere rock della storia e basato sull’omonimo album degli Who) dove ha recitato accanto ad un mostro sacro del cinema del calibro di Jack Nicholson, quello di Aunty Entity in Mad Max oltre la sfera del tuono accanto ad un giovanissimo Mel Gibson (e dove ha curato anche la colonna sonora, con la leggendaria We don’t need another hero e la sindaca di New York in Last Action Hero con Arnold Schwarzenegger. Tanti successi che vanno di pari passo con molti dolori nella sfera privata: è riuscita a trovare nella figura del compagno Erwin Bach una figura che l’ha amata fino alla fine della sua vita terrena e nel 2013 ha subito un ictus che l’ha costretta ad una lunga riabilitazione per tornare completamente a camminare. E’ seguito nel 2018 il suicidio del primogenito della cantante, Craig Raymond Turner e a dicembre dell’anno scorso la morte per cancro del figlio Ronnie. Un esempio di come la vita ci mette sempre di fronte a situazioni spesse volte molto complesse e dolorose ma dove bisogna (in qualche modo) trovare il modo di andare avanti. E in questo Tina Turner e tutta la sua discografia sono e saranno sempre inesauribile fonte di ispirazione. Nam myoho renge kyo, Tina.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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