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    I vinili di un Gonzo: Strikes dei Blackfoot, tutta la potenza del southern rock

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    Nulla di nuovo sul fronte di Nevrotic Town, a parte una pioggia fitta che da tre giorni bagna le strade di questa pigra città. E’ da poco terminata una grandinata di pochi ma intensi minuti mentre io faccio gli scongiuri affinché la mia fedele Great Point Blue Shark continui ad essere tutta intera, sperando che non sia caduta sotto i colpi di quei distruttivi cubetti di ghiaccio piovuti dal cielo. La mia televisione cerca di richiamare la mia attenzione, affinché mi faccia sopraffare dalla sciafilia e mi installi sul divano a fare zapping finché morte non sopravvenga. Desisto al suo richiamo e mi rifugio nella mia stanza studio, adibita a momenti di lavoro e a lunghi istanti di riflessione sul mondo e quella curiosa infezione batterica comunemente chiamata umanità che lo abita. Giro la mia poltrona verso la mia collezione di vinili ed inizio il consueto rituale della scelta del disco che mi accompagnerà nel corso di questa uggiosa serata. Il mio ingombrante dito indice scorre veloce tra i vari titoli di album e nomi di artisti, finché la mia attenzione non viene catturata dalla copertina dell’album Strikes dei Blackfoot. Estraggo il vinile dalla confezione e lo appoggio sul piatto del giradischi. Apro la finestra quel tanto che basta per poter sentire lo scrosciante rumore della pioggia, mi verso un bicchiere di rum, mi accendo un sigaro e lascio che la puntina faccia la sua consueta magia.

    I Blackfoot nascono agli inizi degli anni Settanta a Jacksonville, in Florida su impulso del cantante e chitarrista Rickey Medlocke (futuro membro dei Lynyrd Skynyrd, quelli di Sweet Home Alabama tanto per intenderci), il bassista Greg T. Walker, il chitarrista ritmico Charlie Hargrett e il tastierista Ron Sciarabasi con l’iniziale nome di Fresh Garbage Band. In seguito Sciarabasi abbandona il gruppo e il progetto si riorganizza a livello di nome e di formazione: la band prende il nome di Hammer e Medlocke, inizialmente alla batteria, passa alla chitarra ritmica a favore di tre membri provenienti dalla band dei Tangerine: alla chitarra solista ora c’è Jerry Zambito, alle pelli Jakson Spires e DeWitt Gibbs alle tastiere. La band si trasferisce anche in Florida, dove riesce a rimediare il primo ingaggio come band fissa in un locale di spogliarello. Dopo aver raggranellato i primi guadagni e aver fatto girare il loro nome, il gruppo si trasferisce a Manhattan dove viene a sapere che c’è già una band locale con lo stesso nome. Decidono quindi di cambiarlo in Blackfoot (piedi neri in italiano) per omaggiare le origini del popolo dei piedi neri in quanto Spired affonda le sue radici nel popolo dei Cherokee, Medlocke in quelle dei Sioux e Walker in quelle dei Creek. In seguito Gibbs abbandona il progetto e Medlocke e Walker accettano di unirsi ai Lynyrd Skynyrd.

    La formazione dei Blackfoot nella copertina posteriore di Strikes

    Qui la loro esperienza dura circa un anno e poi decidono di riorganizzarsi nei Blackfoot: Medlocke abbandonerà in seguito mentre Walker si aggregherà ai The Tokens (che diventeranno in seguito i Cross Country). Nel 1979 la band, dopo una pausa dettata dai vari impegni e dallo scarso successo dei primi due album pubblicati, torna in studio per incidere Strikes, che si rivela un successo di pubblico e di critica e nel quale sono contenute la granitica Train Train e la ballata Highway Song. Il rock dei Blackfoot in questo disco morde come il cobra reale raffigurato nella foto di copertina e diventa così una piccola perla. Nel 1980 danno alle stampe l’album Tomcattin e nel 1982 Marauder. A differenza di quanto capitato ad altre band del genere southern rock che con l’avvento degli anni Ottanta hanno virato su sonorità più pop e un po’ più radiofoniche (decretando di fatto la fine commerciale di questo sottogenere), i Blackfoot rendono il proprio rock ancora più duro ed incazzato. Però dopo diversi esperimenti di formazione e di sonorità, la band si scioglie ufficialmente nel 1985. Due anni dopo Medlocke ripropone una formazione rivista e corretta con alterne fortune fino al 1996, anno in cui entra (questa volta stabilmente) nei Lynyrd Skynyrd e che decreta il definitivo scioglimento della formazione. Medlocke, che detiene i diritti dell’utilizzo del nome dei Blackfoot, propone nel 2012 una versione completamente diversa del progetto con alcuni giovani musicisti che ricalcano lo stile musicale e di immagine del periodo d’oro della band.

    La copertina del disco Strikes dei Blackfoot del 1979, uno dei loro più grandi successi

    Strikes presenta un hard rock southern decisamente indiavolato, che spinge l’ascoltatore ad immaginarsi sulle assolate autostrade americane a bordo di una rombante motocicletta (Left Turn on a Red Light ne è uno dei classici esempi). La chitarra spinge e gli assoli sono di pregevole fattura. Train Tran e Highway Song concludono un album che si lascia ascoltare molto più che volentieri e che cristallizza un periodo della storia del rock che è stato rappresentato (artisticamente parlando) decisamente meglio dai Blackfoot che non dai Lynyrd Skynyrd, nonostante la loro indiscussa importanza. Parere personale s’intende. E mentre il sigaro che stringo tra le dita si appresta lentamente a morire e il drink a finire, anche la puntina segna il giro finale del lato b del vinile. E passare in casa una serata uggiosa non è mai stato così interessante.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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