Gonzify Yourself!

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato/a sul mondo del giornalismo Gonzo!

    Bad Literature Inc

    Free Nationals, ode agli indigeni del nuovo funk

    Spread the love

    Esterno. Notte. Il motore della mia fedele Great Point Blue Shark romba per le strade da poco rifatte di quella sonnecchiosa città quale è Nevrotic Town. Sul sedile del passeggero la Dani California del momento prende il suo telefono collegato con il bluetooth alla mia autoradio e prende il controllo della selezione musicale. Passiamo dal funk degli anni Settanta a qualcosa che non avevo ancora sentito: dalle casse si propaga un suono avvolgente ed elegante. Ad un certo punto una linea di basso ignorante si fa strada in modo sibillino nel bel mezzo del brano. La ragazza ha dei gusti musicali davvero niente male, oltre ad una bellezza da togliere il fiato. La sua pelle di luna sembra luccicare con la luce dei semafori che le illuminano il viso e i tatuaggi che ha su tutte le braccia. Mi guardo furtivamente nello specchietto retrovisore, cercando di capire che cosa possa aver trovato in un primate come il sottoscritto. Butto poi uno sguardo sul display dell’autoradio e guardo il nome del gruppo che sta andando in rotazione: Free Nationals. La Dani California mi sorride maliziosa mentre, a ritmo di musica, si libera dalla costrizione delle mutandine. La colonna sonora perfetta per una serata alquanto piacevole.

    La mia fedele Great Point Blue Shark in una foto ufficiale di presentazione alla stampa

    I Free Nationals si sono formati in California nel 2000 quando il chitarrista José Rios e il tastierista Ron Avant hanno avuto modo di incontrare il batterista e produttore discografico Andreson. Paak (conosciuto per il sodalizio artistico con Bruno Mars con il quale forma il supergruppo funk dei Silk Sonic) durante il loro percorso di studi presso la Musician Institute di Hollywood. In seguito si unirono al progetto anche Kelsey Gonzales al basso e Callum Connor alle pelli. La band vanta anche la collaborazione di Ron “T Nava” Avant alle tastiere e al talkbox. L’idea per il nome della band venne al loro mentore, l’artista funk Shafiq Huisayn, il quale suggerì loro il termine free national che va ad indicare gli indigeni americani che popolavano quella terra prima dell’arrivo di Colombo e dei coloni. Il gruppo si è subito ritrovata in questo concetto, andando a creare qualcosa di nuovo senza dimenticare la strada tracciata dai grandi artisti dello stesso genere arrivati prima di loro. Nel 2018 pubblicano il loro singolo di debutto in collaborazione con il cantante R’n’B canadese Daniel Caesar e la rockband psichedelica neozelandese degli Unknown Morta Orchestra ed intitolato Beauty & Essex. Del 2019 è invece la pubblicazione del loro primo omonimo album di debutto.

    I Free Nationals al completo. Da sinistra: José Rios (chitarra),Ron “T Nava” Avant (tastiere), Kelsey Gonzales (basso) e Callum Connor (batteria)

    I Free Nationals hanno la rara capacità di unire le sonorità classiche del funk in una chiave moderna, in grado di catturare l’attenzione di quell’ascoltatore aperto a nuove esperienze sonore. La band sente molto l’influenza musicale di Anderson. Paak, tanto da essere quasi la sua naturale estensione artistica. Ciò non impedisce ai Free Nationals di avere una loro precisa identità che culmina in ogni brano. Le versioni da studio dei pezzi presenti nel loro primo disco si alternano meravigliosamente con quelle strumentali, stupendi esempi del nuovo corso del funk. I Free National, all’interno di un nucleo ideale di artisti composto da Thundercat, Anderson. Paak, Bruno Mars e Ginger Roots rappresentano quella nuova ondata musicale capace di creare qualcosa di nuovo all’interno di un panorama musicale da anni ormai totalmente in crisi di identità e di idee. Perché le emozioni, quelle vere, ci sono ancora. Basta avere la pazienza di cercarle nella giusta direzione.

    Hank Cignatta

    Riproduzione riservata ®

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

    Post a Comment

    Bad Literature Inc. ©

    T. 01118836767

    redazione@badliteratureinc.com

    redazioneuppercut@yahoo.it

    alancomoretto@virgilio.it