Matt Dillon, storia di un attore incredibilmente poliedrico ma inspiegabilmente sottovalutato da Hollywood
L’Industria dei Sogni non è più in grado di far sognare da troppo tempo. Ciò che una volta era un mondo magico capace di rendere realtà le storie più incredibili che prendevano forma in film in grado di incastonarsi nell’immaginario collettivo è ormai diventato un ambiente sterile di idee ed originalità, dove conta solamente il film in grado di stupire per i suoi effetti speciali e l’ammontare di milioni spesi per realizzarli. Oltretutto mancano anche talenti in grado di emozionare con la propria bravura. C’è anche da dire che Hollywood spesse volte ha avuto anche una cieca e testarda propensione a dare priorità a determinati attori, sottovalutando lo straordinario talento di altri. Tra questi figura Matt Dillon, attore di lunga carriera e di razza capace di passare dai ruoli comici a quelli drammatici con impeccabile disinvoltura.
La sua carriera ha inizio nel 1979 quando prende parte al film Giovani guerrieri, dove ricopre il ruolo del protagonista Richie White. Arriva poi in seguito la collaborazione con Francis Ford Coppola che lo dirigerà ne I ragazzi della 56esima strada (1983) e in Rusty il selvaggio (sempre dello stesso anno). Fino al termine degli anni Ottanta alterna ruoli da duro in pellicole drammatiche a personaggi dai toni decisamente più morbidi e che richiamano le atmosfere della generazione Yuppie del periodo.
Nel 1992 prende parte al film di Cameron Crowe Singles, la commedia romantica del Grunge. La pellicola, ambientata nella città americana di Seattle (famosa per aver dato i natali al sottogenere musicale rock chiamato Grunge), si avvale di cameo di alcuni dei gruppi più importanti della scena quali Alice In Chains, Pearl Jam (nella figura di Eddie Vedder) e Soundgarden e di un giovanissimo Tim Burton. La colonna sonora è composta da brani dei già citati Soundgarden, Alice In Chains e Pearl Jam anche gli Screaming Trees, Mudhoney, Mother Love Bone e Paul Westerberg all’esordio della sua carriera solista. Qui Matt Dillon interpreta Cliff Poncier, uno spiantato aspirante musicista fidanzato con la romantica e sognatrice Janet Livermore. Dillon ha poi anche legato il suo nome a commedie che sono diventati dei veri e propri cult del genere, quali In & Out e Tutti pazzi per Mary. Qui, nonostante Ben Stiller e Cameron Diaz siano i protagonisti, riesce a dare con il suo personaggio quel tocco capace di rendere la pellicola irresistibile anche grazie alla sua interpretazione.
In seguito si è distinto per altre grandi interpretazioni, tra le quali quella di Crash- Contatto fisico del 2004 grazie alla quale riceverà una nomination all’Oscar come migliore attore non protagonista (che però non riuscirà ad aggiudicarsi). Notevole è anche la sua interpretazione di Henry Chinaski (alter ego letterario dello scrittore statunitense Charles Bukowski ) nel film indipendente del 2005 Factotum, tratto dall’omonimo romanzo di Bukowski e dove ha dimostrato che ci sono attori che recitano nella speranza di ricevere dei premi e chi, come lui, lo fanno per il puro amore della recitazione e di poter regalare delle emozioni agli spettatori che guardano i suoi film. E’ un attore di tutto rispetto, con una carriera di tutto riguardo, che però non è riuscita a fare del tutto breccia all’interno degli incasinati e nebulosi meccanismi di Hollywood. Meno male che ci si può ancora emozionare grazie a delle grandiose interpretazioni che, non sempre, hanno il giusto riconoscimento.
Hank Cignatta
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