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    Terry Richardson, il lato trasgressivo ed iper luminoso della fotografia

    Da troppo tempo ci soffermiamo a celebrare quello che di interessante e di culturalmente interessante abbiamo avuto modo di vivere negli anni passati. Questo ha portato ad una celebrazione feticistica di periodi lontani anni luce dalla tecnologia iper realistica che abbiamo modo di vivere quotidianamente: smartphone sempre più sofisticati, Internet in grado di entrare in modo massivo nella nostra quotidianità e televisori sempre più smart che sono in grado anche di soddisfare sessualmente chi la compra. Se a tutto ciò aggiungete paletti, paure e complessi di una società che vuole essere emancipata sotto diversi aspetti ma che in realtà crea tempeste in mezzo bicchiere d’acqua il quadro è presto fatto. Una volta bandito il black humor, la possibilità di crearsi una propria opinione e pensare con la propria testa non vi è più spazio alcuno per la creatività. Se siete dei dannati creativi in questi tempi creati da Nostra Signora dei Testicoli affinché il pericoloso cappio del pensiero unico fosse tessuto nel finto perbenismo di facciata rischiate di essere additati dai più come strani, di essere considerate delle brutte persone e di non ricevere nessun like sui social. Per fortuna vi è Terry Richardson, che con il suo obiettivo fotografico è riuscito ad immortalare l’ultimo baluardo di quella trasgressiva libertà presente in questi tempi di repressione creativa.

    Il fotografo e regista Terry Richardson

    Terry Richardson è figlio d’arte, in quanto suo padre Bob è stato un famoso fotografo di moda, in grado di portare il concetto di sesso, droga e rock’n’roll all’interno dei suoi set, dando sfogo al desiderio creativo dei giovani stilisti che con i loro lavori volevano rompere i canoni tradizionali della moda. Personaggio controverso, Bob Richardson era affetto da schizofrenia con la quale ha dovuto lottare e convivere per tutta la sua vita. Questo problema, collegato alla sua dipendenza dalle droghe, lo ha portato a condurre una vita da senzatetto nelle strade di Los Angeles salvo poi dare un drastico e positivo cambio alla sua vita al compimento del suo sessantesimo compleanno. Nonostante si fosse creato la reputazione di una persona con la quale era davvero difficile lavorare, Bob fu in grado di iniziare quella rivoluzione visiva che ha portato la fotografia di moda ad un livello successivo.

    Bob Richardson ritratto dal figlio Terry

    Terry Richardson inizia come musicista del gruppo punk rock dei The Invisible Government dove ha modo di entrare a contatto con l’ambiente musicale. Terminata l’esperienza musicale si appassiona sempre di più alla fotografia, fino a farla diventare la sua attività principale. Lo stile anticonformista delle opere del padre influenzeranno molto i suoi lavori, permettendogli di aggiungere quel tocco di trasgressività in più che gli permetteranno di diventare uno dei fotografi più influenti, irriverenti e richiesti degli ultimi vent’anni. Nel corso della sua carriera ha lavorato con le più prestigiose riviste di moda del calibro di GQ, Vogue, Harper’s Bazaar, Rolling Stone e tante altre, arrivando anche a curare trasgressive campagne pubblicitarie per noti marchi di moda come Gucci, Levi’s Marc Jacobs, Louis Vutton, Hugo Boss e moltissimi altri.

    La modella curvy Crystal Renn ritratta da Terry Richardson in un servizio fotografico

    Ha inoltre diretto diversi video musicali per artisti del calibro di Miley Cyrus, Lady Gaga, Queens Of The Stone Age, Primal Scream e tantissimi altri. Il suo stile, sempre trasgressivo, riesce a tirare fuori la naturalezza (sia nel bene che nel male) del soggetto ritratto dal suo obiettivo. Un occhio spudoratamente sincero, capace di fottersene allegramente dei paletti imposti dalla morale comune che gli ha portato nel corso degli anni non pochi problemi, anche a livello personale per via di alcune accuse di molestie che lo hanno travolto e che hanno decretato la fine della sua collaborazione con alcune delle più prestigiose riviste di moda, tra le quali la casa editrice Condé Nast. Nel freddo inverno della morale comune, di cui non ci fotte un bene amato cazzo di analizzare e commentare comportamenti della vita privata altrui, quello che conta è la grandezza e il genio di un personaggio capace di portare la fotografia in una dimensione nuova e decisamente originale nonché in grado di influenzare generazioni di nuovi ed aspiranti fotografi. Abbiamo bisogno di personaggi di questa portata, capaci di mostrarci e di farci capire che il mondo non è fatto solamente di immagini e situazioni ideali preconfezionate con le quali vogliamo vivere ma che, in fin dei conti, non siamo assolutamente in grado né di gestire né tantomeno di creare. Il mondo è un posto del cazzo, la gente fa schifo e il politicamente corretto è una puttanata buona per una generazione che non è in grado di ricercare la verità. E Terry Richardson è l’obiettivo più veritiero che questo sporco mondo fintamente perbenista possa mai avere. E mentre sarete dibattuti tra l’idea di inorridire terribilmente o abbandonarvi ad una sana e poderosa seduta di masturbazione ossessivo-compulsiva, in calce potrete sollazzarvi con alcuni degli scatti glamour e trasgressivi di Terry Richardson. Mahalo.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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