Sogni D’Amore, l’orrida bellezza della telenovela piemontese che resiste alla prova del tempo (e di Internet)
Negli anni Novanta le emittenti televisive private locali hanno regalato numerose perle di vero e proprio trash televisivo ante litteram, anni prima che questi venisse sdoganato sulla Rete e che diventasse forma di intrattenimento televisivo di riferimento. Youtube non era stato ancora concepito, i cosiddetti telefoni intelligenti non ci permettevano di rimanere collegati perennemente con il mondo e i social network erano caratterizzati dalle diverse televisioni sintonizzate su quei canali che erano in grado di permettere agli spettatori di venire a contatto con contenuti e personaggi che il caustico trio della Gialappa’s Band ha immortalato nella storia della comicità all’interno del loro programma Mai Dire Tv. In breve tempo quel programma ha dato notorietà ad una pletora di personaggi che, grazie all’esposizione mediatica su Italia Uno, sono incastonati nella imperitura memoria dei neo trenta-quarantenni.
Tra le numerose “creature” comparse a Mai Dire Tv ve n’é una difficile da dimenticare: mi riferisco a Sogni d’Amore, ovvero la Telenovela Piemontese, che nel giro di brevissimo tempo è diventato uno degli appuntamenti fissi del programma. Questa telenovela nostrana veniva trasmessa sulle ormai scomparse reti private locali torinesi Rete3Manila prima e TF9 poi ed era caratterizzata da una realizzazione assai approssimativa che, a tutti gli effetti, è stata la fortuna del format. Lo spettatore, indotto inevitabilmente alla risata dai commenti al vetriolo della Gialappa’s, rimane spiazzato da situazioni improbabili ed inspiegabili, come il cambio dell’attrice protagonista dalla prima puntata a quella successiva e la presenza di ben due episodi pilota.
Altri tratti distintivi di Sogni d’Amore sono la recitazione assolutamente approssimativa degli attori, principali e secondari, che non fanno assolutamente nulla per nascondere il loro accento marcatamente torinese. La fotografia, completamente assente, dona al girato una strana cromia facilmente reperibile a Torino in una giornata autunnale qualunque. Così come l’audio, abbandonato all’incuria più totale, che rende alle volte persino difficoltoso riuscire a percepire nitidamente le “battute” pronunciate dagli “attori”, i quali sembrano parlare all’interno di un tubo.
Nelle prime due puntate c’era una qualche velleità di mettere in scena una trama dall’intreccio narrativo complesso con relativi colpi di scena che però cedette ben presto il posto a tematiche grottescamente erotiche e a situazioni e dialoghi al limite dell’assurdo. La produzione sfruttò l’onda lunga del successo mossa dall’effetto lancio di Mai Dire Tv, arrivando anche ad ospitare un altro personaggio reso celebre dal programma trasmesso dai Gialappi, ovvero il Mago Gabriel.
Come già scritto sopra, oramai siamo ampiamente abituati al trash di cui la televisione odierna non può fare a meno per evitare di soccombere definitivamente a nuove forme di intrattenimento come ad esempio le nuove piattaforme di video on demand quali Netflix, Amazon Prime Video, Infinity, Now Tv e tanti altri. Nonostante Youtube sia diventato l’habitat ideale per chi vuole ottenere quei cinque minuti di gloria di Warholiana memoria (con esempi di pseudo serie tv dal profondo connotato trash come The Lady, la webserie creata da Lory Del Santo), vera e propria fucina di mostri del Tubo, la telenovela piemontese Sogni d’Amore continua ad avere immutati il suo fascino e la sua fama sia tra la generazione che ha avuto modo di conoscerla grazie alla Gialappa’s e quella nuova che può venire a contatto con i vari episodi pubblicati in Rete. Ciò che lascia da pensare è che nessuno delle persone che conoscono la telenovela piemontese ha memoria di aver visto lo show nel periodo di sua massimo successo. Ma d’altronde questo è il sempiterno esempio di come, adattando una celebre frase tratta da Toro Loco di Piero Pelù, se non c’è trash non c’è business.
Hank Cignatta
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