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    Bill Murray, il lato Gonzo della risata

    Ce l’ho ancora negli occhi, quella scena. E lì rimarrà impressa finché non chiuderà gli occhi su questo strano e pazzo mondo. Mio padre sdraiato nell’androne di casa dei miei genitori in quel fatidico 15 settembre 2020, con i sanitari del 118 intenti a salvargli la vita e a fargli ripartire il cuore. Esco. Lavoro. Torno a casa. Provo a rilassarmi. I pensieri mi assalgono. La mia dimensione onirica è irrimediabilmente fottuta. E il pensiero va sempre li, in quella stanza d’ospedale così vicina eppure così lontana dove mio padre sta lottando per risvegliarsi dal profondo stato di coma nel quale versa. Esco dal mio stato catatonico e cerco di rimettermi in pista, avendo l’ennesima conferma che la scrittura e il giornalismo sono l’unica cosa che sono in grado di fare. Bene o male è materia di giudizio che lascio al prossimo, ma finché avrò un barlume di coscienza che mi permetterà di mettere nero su bianco i miei strani, fottuti e contorti pensieri potrò dire di essere vivo. Cerco di dare un senso alla serata prima che cupi e tristi pensieri afferrino la mia mente come corvi famelici. Vago come un coglione errante su Youtube, in cerca di qualcosa che possa regalarmi una rapida e sincera risata o che possa distrarmi fino a farmi perdere i sensi.

    Nella crudele imprevedibilità della vita l’unica certezza è riuscire ad andare avanti. Più forti di prima

    La mia pindarica ricerca si focalizza su alcuni sketch del Saturday Night Live , uno dei programmi più longevi della storia della tv americana nonché fucina di grandi attori comici che negli anni sono diventate delle vere e proprie star cinematografiche. Quegli sketch sono dinamite pura: non solo per il grande talento di grandissimi comici del calibro di Murray, John Belushi, Dan Aykroyd, Eddie Murphy e tanti altri ma proprio per la libertà di poter ridere su una battuta, anche magari decisamente velenosa, senza fare ricorso all’indignazione a comando tipica di questi fastidiosi tempi incasinati.

    La prima volta che ho visto Bill Murray sul grande schermo è stato nel ruolo dello sconclusionato e geniale dottor Peter Venkman nei due film de i Ghostbusters, per poi rivederlo nel 1996 nel ruolo di sé stesso in Space Jam. Come spesso accade in questi casi certe cose si apprezzano con il passare degli anni, quando si cresce e i gusti si affinano alla ricerca di un qualcosa in grado di lasciare realmente il segno. Bill Murray è una geniale scheggia impazzita di quella comicità brillante e sagace che manca oggigiorno. Principalmente perché si è riusciti nel disastroso compito di “addestrare” lo spettatore alla risata: si scelgono i contenuti e si ordina loro su cosa ridere e come farlo.

    Dan Aykroyd con Bill Murray in una foto promozionale di Ghostbusters

    Al di la delle sue interessanti e geniali interpretazioni di indubbio successo quali Lost in Translation, I Tenenbaum, Coffee and cigarettes, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Broken Flowers e altri, molti non sanno che è stato il primo attore ad interpretare cinematograficamente il ruolo di Hunter S. Thompson nel film Where The Buffalo Roam (Dove vaga il Bufalo, tradotto alla buona). La pellicola in questione, del 1980, è una commedia semi biografica che analizza il rapporto tra Hunter Thompson e il suo amico, l’avvocato e attivista Oscar “Zeta” Acosta (interpretato da Peter Boyle, famoso per il ruolo di Mago in Taxi Driver e per la sua partecipazione alla sitcom Tutti amano Raymond). Bill Murray, che è stato a stretto contatto con Thompson per studiarne atteggiamenti e modi di fare, è entrato subito in sintonia con il decano del giornalismo Gonzo.

    Hunter S. Thompson (berretto bianco) con Bill Murray

    Ne è venuto fuori un ritratto sicuramente divertente, stralunato, sincero, pazzo e unico. Murray è stato quindi la prima versione cinematografica del Dr. Gonzo, anni prima di quella più celebre di Johnny Depp in Paura e disgusto a Las Vegas di Terry Gillima del 1998. When the Buffalo Roam è una commedia brillante e godibilissima, che permette allo spettatore di entrare appieno nel personaggio di Thompson e di quella sua quotidianità giornalistica in pura salsa Gonzo che lo ha reso un’icona immortale della contro cultura americana. In Italia la pellicola è introvabile o perlomeno non si trova doppiato in italiano. Un grande peccato, che penalizza chi conosce il talento comico unico e sregolato di quel genio della comicità quale è Bill Murray, il vero lato Gonzo della risata.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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