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    C’è ancora domani, fenomenologia di un grande successo italiano

    E anche questa domenica sta per morire, lasciando il posto ad una nuova settimana. Non so come la pensiate voi ma personalmente la domenica mi ha sempre lasciato un senso di vuoto, come di una giornata messa lì tanto per riempire il buco del tanto agognato fine settimana. Tra un grazie a dio è venerdì e un stasera è sabato, magari mi faccio un altro drink la domenica resta lì. E’ impassibile e ti guarda anche con un certo disprezzo, mentre cerchi di rimettere insieme i pezzi per tornare ad essere presentabile ed affrontare quel dramma esistenziale altresì conosciuto come lunedì mattina. E mentre maledico con vigorosi improperi il giorno del Signore, mi butto a cercare qualcosa che possa intrattenermi in questa serata inutile. Finisco su una delle molteplici piattaforme in streaming che oramai abbiamo a disposizione sui nostri televisori sempre più piatti ed intelligenti ed incappo nel titolo che ha chiuso con il botto il 2023. Mi riferisco a C’è Ancora Domani, prima prova dietro alla macchina da presa di Paola Cortellesi, pellicola girata in bianco e nero ed ambientata in una Roma alle prese con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Un ciclone da record, capace di spazzare via dal trono del box office un altro titolo da Blockbuster del calibro di Barbie, che fino a prima di Natale era stato capace di essere in vetta tra i film più visti del 2023. Prima di premere il tasto play faccio la mia solita prova: l’insonnia non rallenta i miei riflessi e soprattutto non appesantisce le mie palpebre, quindi posso proseguire tranquillo e fiducioso nella visione del film.

    Le locandine dei due film più visti del 2023

    Il film è ambientato a Roma nel 1946 in una capitale distrutta dagli strascichi della fine della Seconda Guerra Mondiale: nel dettaglio segue le vicende di Delia, madre di tre figli (una femmina e due maschi) e moglie di Ivano, uomo rozzo e violento che non perde occasione per metterle le mani addosso per ogni errore che (a suo avviso) compie. Per le strade della Capitale ci sono le truppe alleate e tra la gente c’è una sincera voglia di cambiamento per costruire un Paese ancora a pezzi. Da lì a poco avrà luogo il referendum istituzionale che sancirà la nascita della Repubblica e la fine della monarchia e il fermento è palpabile. Delia passa le sue giornate da un lavoretto all’altro, lavorando a più non posso e venendo il più delle volte sfruttata per racimolare qualche Lira (si, avete letto bene. Nostalgia eh?) Sotto lo stesso tetto vive anche Ottorino, il padre di Ivano, uomo ancor più gretto ed ignorante del figlio, che non perde occasione per dimostrare di essere un peso anziché una figura di riferimento per la nuora e i nipoti. Gode del rispetto più assoluto del figlio e di Alvaro, custode del palazzo dove vivono Delia e famiglia.

    Da sinistra: Ivano (interpretato da Valerio Mastrandrea) e Delia (Paola Cortellesi) in una delle scene più intense di tutto il film

    Tra un sacrificio ed un sopruso perpetrato dal marito la vita di Delia scorre sempre uguale, riuscendo ad avere come unica valvola di sfogo l’amica Marisa, con la quale si confida. Dopo l’ennesima manicata de botte, Delia passa per il centro della città e trova per terra una fotografia. La raccoglie e la porge a William, soldato afroamericano che si dimostra subito molto riconoscente nei suoi confronti. Quella fotografia raffigura tutta la famiglia del soldato ed è l’unica cosa che gli da’ sollievo in un teatro di guerra fatto di incertezze e di paura di non poter fare ritorno a casa. Tutto cambia quando Marcella (la figlia adolescente di Delia) si fidanza ufficialmente con Giulio, giovane rampollo di una famiglia benestante proprietaria di un bar della zona. Inizialmente felice per il radioso futuro che attende la figlia, pian piano Delia si rende conto che sta per fare la sua stessa fine. Un amore stupendo ed idilliaco nelle sue prime fasi ma poi tormentato e soffocante per il resto della sua storia. Decide quindi di mettere in atto dei cambiamenti, andando anche contro l’asfissiante e psicopatico marito, per cambiare il suo destino e quello di sua figlia.

    Da sinistra: Marisa (Emanuela Fanelli) e Delia (Paola Cortellesi)

    Ora, non voglio affrontare nessun discorso dal connotato politico. Non ne sono capace e, sinceramente, non mi interessa. Il mio è un timido punto di vista di uno spettatore curioso e che ha riversato molte aspettative in questo film, assolutamente non disattese. Anzi. C’è Ancora Domani è davvero un gran bel film che si fa guardare con vivo interesse dall’inizio alla fine. Paola Cortellesi (qui in stato di grazia insieme a tutto il cast protagonista e non) dimostra una volta di più di essere una grande attrice e, soprattutto, una grande regista. Il pregio di questa pellicola è di far immedesimare subito lo spettatore nel contesto socio- politico- culturale del periodo nello stesso vivido modo in cui lo abbiamo sentito raccontare dai nostri nonni. Ed è proprio questo uno dei segreti del successo di questo film: non è banale, non si parla addosso ed è uno dei migliori esempi di come il cinema italiano possa essere ancora vivo e capace di raccontare storie che non siano insipide commedie copie di loro stesse o melensi e complicati film d’amore che non lasciano davvero nulla. Questo film rimane impresso, scava nelle pieghe più profonde dell’animo e parla con disarmante sincerità alle corde del cuore di un mondo che non c’è più e di vizi e difetti di un popolo che, nel bene e nel male, non è cambiato, non cambierà mai e non avrà mai modo di imparare dai suoi errori.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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