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    Mayans MC, ovvero quel cazzuto e rombante viaggio nello Xibalba

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    E’ risaputo che il povero bastardo che vi scrive sia un noto rompicoglioni dai gusti particolarmente complicati. Questo non perché vada di moda essere bastian contrari, all’interno di una società che ha fatto del provare le proprie emozioni quasi una debolezza. Semplicemente perché ormai sempre capelli decidono di abbandonare per sempre il mio cuoio capelluto (e gli ultimi rimasti stanno diventando bianchi) e ciò mi porta a scegliere con molta cura ciò che mi piace leggere, vedere ed ascoltare. Nell’ormai famoso e fitto sottobosco della serialità televisiva faccio fatica a trovare qualcosa che calzi alla perfezione sulle asperità del mio carattere di merda. E quando riesco a trovare qualcosa in grado di far vibrare la mia anima pesante quando si giunge alla fine del viaggio risulta per me essere un po’ come celebrare una sorta di funerale. E’ accaduto lo stesso per Sons Of Anarchy, serie madre nata dalla geniale mente dello sceneggiatore Kurt Sutter e lo stesso si è ripetuto recentemente con la visione dell’ultimo episodio della quinta e conclusiva stagione di Mayans MC, spin off della serie originaria.

    Ezekiel Reyes (sinistra) e Jax Teller, rispettivamente le anime dei Mayans MC e dei Sons Of Anarchy

    Mayans MC è ambientata due anni dopo la conclusione degli avvenimenti di Charming ed è ambientata nella fittizia cittadina di Santo Padre, una città di frontiera tra Stati Uniti e Messico. Segue le vicende di Ezekiel “EZ” Reyes, brillante ragazzo figlio di una famiglia latina che eccelle nello sport e negli studi. Suo fratello Angel fa parte della locale banda di motociclisti (i Mayans MC appunto). La vita di EZ cambia dal momento in cui sua madre viene uccisa con un colpo di pistola alla testa in seguito ad una rapina finita male: durante l’inseguimento del responsabile, uccide un poliziotto per errore. Verrà quindi costretto a firmare un patto con la DEA (Drug Enforcement Administration) per ottenere informazione sul cartello di Galindo, che lavora in stretto contatto con i Mayans. Da qui ha inizio il suo viaggio all’interno di un mondo nel quale EZ si adatta a vivere ma che, in fondo, non è poi così lontano dalla sua vera natura.

    Angel (a sinistra) insieme a suo fratello EZ

    Particolare plauso va fatto alla genialità di Kurt Sutter e di Elgin James, co- creatori di questa serie che ruota attorno al mondo già visto e sapientemente narrato in SOA. Nonostante ciò non ci si trova davanti ad un clone delle avventure dei SAMCRO ma un qualcosa di completamente diverso e con una sua precisa identità. Non di rado, infatti, mi è capitato di sentire gli appassionati di Sons Of Anarchy muovere critica di una certa lentezza nei fatti narrati. Questo è vero per i primi cinque episodi, dopo i quali la serie esplode in tutta la sua furia narrativa per tutte e cinque le stagioni di cui lo show è composto. Una vera e propria pugnalata ai sentimenti, dove ogni cosa è illuminata dal fuoco che arde nel cuore di uno degli MC del mondo Sutteriano che stanno dietro ai Sons senza davvero fare brutta figura. Anzi. Qualsiasi sia il prossimo progetto del padre del rombante universo della serialità televisiva e del suo più che degno allievo, Mayans MC si smarca con dirompente stile dalla sempiterna piaga del politicamente corretto. Quelli del Mietitore e della mitologia Maya sembrano due mondi all’apparenza antitetici tra loro ma hanno un minimo comune denominatore: niente è per sempre se scegli di vivere ai margini, come spiegato dallo stesso Sutter nel corso di un’intervista. Nella mitologia Maya l’oltretomba si definisce Xibalba, governato dagli spiriti della malattia e della morte. Perché di questo si tratta, di un viaggio senza ritorno all’inferno con tutte le gioie, le debolezze e i dolori che questa vita mortale ci porta, inevitabilmente a provare. Assicuratevi quindi un passaggio nello Xibalba, ne varrà maledettamente la pena.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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