Mayans MC, decisamente molto più di un semplice spin off
Non è cosa semplice cercare di dare un seguito ad un qualcosa che continua, a distanza di anni, ad essere uno show in grado di mietere successo e consensi. E’ il caso di Sons Of Anarchy, serie tv ideata da quel geniale sommo vate del caos di Kurt Sutter. Il produttore, sceneggiatore e regista americano ci riprova con Mayans MC, spin off della serie madre. Questa volta il sole splende alto nel cielo sul confine tra Stati Uniti e Messico e più in dettaglio nell’immaginaria cittadina di frontiera di Santo Padre. La storia si svolge due anni dopo gli avvenimenti narrati nel finale di SOA: qui il protagonista parla spagnolo, si chiama Ezekiel “EZ” Reyes ed è un prospect (o recluta) dei Mayans MC. EZ è un ex studente universitario dal futuro radioso e promettente di un’orgogliosa famiglia latina, il cui sogno americano è stato rovinata dalla violenza del locale cartello della droga. EZ ha una straordinaria memoria eidetica che gli consente di ricordare con estrema perizia dettagli che ad altri sfuggirebbero. Questo fattore, unito alla sua intelligente scaltrezza, sono elementi fondamentali che gli permetteranno di sopravvivere all’interno di un ambiente e in una vita che non voleva intraprendere ma dalla quale non può scappare.
I Mayans non sono di certo nuovi ai fan di SOA: sono comparsi infatti diverse volte nello svolgimento delle sette stagioni della serie principale con la figura de El Padrino Marcus Alvarez che anche in questa occasione ha un ruolo fondamentale per il prosieguo dei fatti narrati finora ( la seconda stagione nel periodo in cui scrivo questo articolo). Cambia il ruolo del protagonista che, rispetto a quanto visto nella serie madre, qui non ha un ruolo di rilievo all’interno del club: se Jax era rispettivamente vice e poi presidente dei SAMCRO Ez parte dal basso, come recluta, attendendo di essere integrato come membro effettivo del club come suo fratello maggiore Angel. Molto interessante è il rapporto tra i due fratelli, intervallati da momenti di complicità e incomprensioni che, sia per il bene del club e della familia (rappresentata nella figura del padre dei due, Felipe Reyes) perché, in fondo, la sangre es la sangre.
Benché ci siano elementi di richiamo tra le due serie ( nel primo episodio da segnalare ci sono le presenze dei SAMCRO e di Chuckie, l’eccentrico tuttofare dei SAMCRO prima e dei Mayans, il cameo di Gemma Teller e altri gustosi elementi) Mayans MC presenta una sua identità ben definita che inizia ad essere coinvolgente a partire dal quarto episodio della prima stagione. Il tutto prende forma seguendo il suo preciso schema narrativo che risulta essere assai molto più affine alla nostra italica realtà in quanto condividiamo quel sangre latino rappresentato in questa realtà messicana. La storia di Mayans MC si rinforza episodio dopo episodio come un potente ciclone narrativo che travolge lo spettatore fin dentro il suo occhio, tenendolo inchiodato allo schermo come già avvenuto in SOA, ma con un ritmo differente e tutto suo. Questo è, senz’altro, un universo conturbante e rombante che si appresta ad essere decisamente molto di più di un semplice spin off. C’è tutto quello che serve per un viaggio messicano nella parte più oscura della vita. Sta a voi scegliere se sarete pronti.
Hank Cignatta
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