Gonzify Yourself!

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato/a sul mondo del giornalismo Gonzo!

    Bad Literature Inc

    Labi Siffre, il poeta del Soul

    Spread the love

    La mia fedele Great Point Blue Shark solca le silenziose e fredde strade notturne di Nevrotic Town (o Torino, se vi piace la musica) mentre sto riaccompagnando a casa la Dani California con cui sto uscendo. La guardo, mentre il rosso vivo del semaforo mi costringe ad una sosta forzata per dare la precedenza alle macchine che stanno sopraggiungendo. Lei ricambia il mio sguardo con il suo bellissimo sorriso, che dice più di mille parole. Arrivati sotto casa sua mi schiocca un bacio, mi dice che è stata bene e va in direzione del portone. Si gira, mi regala ancora quel suo fantastico sorriso e sparisce nella sicurezza del suo regno. Rientro a casa relativamente in fretta per via della mancanza di traffico e riesco anche a trovare agevolmente parcheggio sotto casa. Per la legge dei grandi numeri se due cose vanno dritte sicuramente devo stare in guardia. Invece tutto fila liscio. Infilo la chiave nella toppa della porta del mio appartamento e vengo investito dalle coccole della mia Noël: mi faccio una doccia veloce, mi lavo i denti e in pochi istanti sono nel letto. Mentre la mia cucciolona si accoccola al mio fianco, la mia mente rimane attiva a pensare. Provo a rilassarmi ma proprio non ne vuole sapere di lasciarmi tranquillo. Accendo quindi il mio televisore e mi dirigo su Youtube. Vado errando con il telecomando tra diversi contenuti finché il mio amico algoritmo mi mette davanti ad un brano intitolato I Got The… del 1975. E’ tratto da un album del cantante inglese soul rock Labi Siffre intitolato Remember My Song e vede in copertina il disegno di un uomo afroamericano in smoking seduto in un soggiorno, intento a fumare una sigaretta e sul tavolo un bicchiere con del liquore e un decanter. Sullo sfondo una credenza d’epoca. Il brano si presenta con solide sonorità rock soul e poi dal minuto 2:10 parte un ritmo sincopato che ho già sentito. Proseguo nell’ascolto e mi rendo conto che è il brano che quel geniaccio di Dr. Dre ha campionato per la canzone di Eminem My Name Is, tratto dall’album The Slim Shady LP del 1999. Ciò ha destato la mia curiosità secondo voi? E che ve lo dico a fare.

    Ma prima un po’ di storia: Labi Siffre, al secolo Claudius Afolabi Siffre, è un cantante, cantautore e poeta britannico. Nasce quarto di cinque figli da madre britannica di origini barbadiane e belghe e da padre nigeriano. Come spesso accade in questi casi, dimostra fino in tenera età una certa propensione verso la musica che lo porta ad intraprendere gli studi in questo senso presso la Eric Gilder School of Music a Soho, città di Westminister in Inghilterra. Il suo approdo nella musica però non è immediato: infatti dopo aver lasciato la musica Siffre ha lavorato come tassista e come fattorino prima di potersi concentrare sulla musica a tempo pieno. Dopo aver suonato l’organo Hammodn per tutti gli anni Sessanta nel complesso jazz della cantante e attrice britannica-americana Annie Ross, a partire dagli anni Settanta intraprende la carriera solista. In questo frangente avrà modo di pubblicare (dal1970 al 1975) sei album. Da questi nei primi anni Settanta Siffre avrà modo di piazzare tre singoli ai vertici delle classiche: It Must Be Love (tratta dall’album Crying Laughing Loving Lying del 1971, eseguita anche dal gruppo britannico ska pop dei Madness nel 1981), Crying Laughing Loving Lying e Watch Me (entrambe tratte dall’omonimo album del 1972). In seguito sparisce dalle scene per scelta fino al 1985 quando, dopo aver visto in televisione un servizio sull’Appartheid in Sudafrica che mostrava un soldato bianco sparare a inermi bambini di colore, compone il brano (Something inside) So Strong, uno dei brani più belli e probabilmente più famosi di Siffre che raggiunge la prima posizione in classifica nel Regno Unito. Dopo questo picco di popolarità pubblica quattro album nel lasso temporale che va dal 1988 al 1998, dopodiché non lo si sentirà più spesso come prima.

    Labi Siffre in una foto giovanile

    L’influenza di Labi Siffre nella musica pop inglese (e non solo) è fortissima: nonostante tutto non gode del successo che meriterebbe, in quanto la sua figura e parte della sua musica è considerata di nicchia. In tempi in cui la musica può essere riscoperta anche grazie al processo di digitalizzazione è importante cercare di far veicolare la produzione musicale e la sensibilità artistica di Labi Siffre, la cui musica suona dannatamente attuale anche oggi. La sua musica ha trattato in modo poetico temi particolarmente delicati come la condizione dei veterani di guerra, la religione e l’emarginazione sociale), passando con incredibile bravura e disinvoltura da un genere all’altro. A testimonianza della sua grande influenza artistica, alcune delle sue canzoni sono state largamente campionate da artisti Hip Hop: oltre ad Eminem con My Name Is anche il rapper Kayne West ha campionato il brano My Song all’interno della sua canzone I Wonder, inserita nel suo terzo album Graduation. Così come Jay Z nel suo brano Street is Watching e Puff Daddy in Bad Boys For Life. Senza dimenticare Rod Stewart, Primal Scream, Kelis e molti altri. Ma nonostante tutto il suo nome continua ad essere ricordato soltanto da pochi appassionati di musica. Un artista che merita di essere tirato fuori dai ricordi del tempo e riscoperto a cuore aperto.

    Hank Cignatta

    Riproduzione riservata  ©

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

    Post a Comment

    Bad Literature Inc. ©

    T. 01118836767

    redazione@badliteratureinc.com

    redazioneuppercut@yahoo.it

    alancomoretto@virgilio.it