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    Muzak, storia della musica d’ascensore

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    Aspettare è una cosa che ci tocca dalla nascita fino alla morte. Restiamo in attesa nelle nostre macchine, imbottigliati nel traffico in attesa di ritornare a casuccia nostra, quando siamo all’ufficio postale per pagare questa o quell’altra bolletta o mentre siamo all’ospedale nella speranza di essere guariti e di non tirare le cuoia anzitempo. E’ un vero e proprio stile di vita, specialmente in Italia. Penso a tutto questo mentre entro nell’ascensore di un edificio di recentissima costruzione nel centro di Nevrotic Town (o Torino, se siete amanti del tennis), intento a sbrigare una delle mie commissioni settimanali del mattino. E’ un ascensore nuovissimo, con un sacco di luci a led che illuminano lo specchio e la pulsantiera di selezione dei piani, la quale funziona con la scansione dell’impronta digitale. Mentre seleziono il decimo piano l’ascensore si appresta ad iniziare la sua corsa e io a godermi il mio viaggio in solitaria. Fin qui tutto normale, fin quando una canzoncina (come nella scena dell’ascensore nel film dei Blues Brothers, per citare uno degli esempi più famosi) si propaga dalle casse di questo moderno impianto di sollevamento di persone: un ritmo sincopato suonato a tastiera, con una leggerissima spolverata di Bossa Nova. Una cosa strana, alla quale non siamo più abituati ormai rifugiati nell’isolamento sonoro delle nostre auricolari con le quali ascoltiamo la nostra playlist o con le quali conversiamo al telefono, sempre se no abbiamo il naso perso nello schermo del nostro telefono intelligente.

    E siccome gli americani sono maestri nel prendere un qualcosa e renderlo qualcosa di generare soldi, non si sono fatti di certo scappare l’opportunità di creare un genere musicale apposito per rendere meno noiose le attese negli ascensori. Il termine con il quale è largamente conosciuta la cosiddetta musica da ascensore è Muzak, nome che originariamente andava ad indicare la Muzak Holding, azienda statunitense che per prima immise sul mercato la musica da ascensore. Siccome non vi fu un nome vero e proprio da affibbiare a questo genere, il nome dell’azienda andò ben presto a definire tutta quel genere musicale commerciale di facile ascolto e poco impegnativo. Esso veniva trasmesso tramite filodiffusione come sottofondo negli ascensori per rendere, come già detto sopra, meno noiose le attese durante gli spostamenti negli ascensori. Il successo di tale operazione spinse i vertici dell’azienda a introdurre questa musica anche nei supermercati, centri commerciali, navi da crociera, aerei di linea, hotel, aeroporti, uffici ed ospedali.

    Immagine pubblicitaria della Muzak, recante i benefici per gli affari nell’avere un sistema che possa diffondere la musica negli ambienti di lavoro o di maggiore concentrazione di persone

    La muzak venne concepita basandosi sull’idea George Orwell Squier dell’Aeronautical Division, U.S. Signal Corp, il quale agli inizi degli anni Venti era riuscito a brevettare un sistema di trasmissione del segnale audio per mezzo di cavi elettrici. Inizialmente l’azienda fondata da Squier si chiamava Wired Radio e venne successivamente ribattezzata muzik con la precisa volontà di richiamare un vocabolo di grande forza persuasiva (come successo con il marchio Kodak) fondendolo con la parola inglese music. Ben presto anche la qualità del segnala audio migliorava sempre di più, permettendo al servizio di ottenere sempre più successo e arrivando anche ad aziende private e ristoranti. Nel 1936 l’azienda evbbe modo di mettere sul proprio libro paga diversi compositori che ampliarono così il catalogo. L’anno seguente la Muzak venne acquisita dalla Warner Bros. che ebbe modo di far arrivare il segnale del servizio in un numero sempre maggiore di località. Da quel moneto iniziò un lungo periodo di acquisizione di proprietà per l’azienda, che ebbe modo però di tenere sempre il suo nome che divenne una garanzia. Nonostante il successo ottenuto, nel corso degli anni la muzak è diventato sinonimo di un modo approssimativo di fare canzonette, considerato scadente dagli artisti, dagli ascoltatori e dai compositori, i quali più interessati a creare composizioni per il loro valore artistico e non commerciale.

    In definitiva la muzik è la perfetta colonna sonora di un mondo che non c’è più, stilizzato in scene da film o da pubblicità che richiamano appunto un qualcosa che è stato superato dalla musica d’ambiente o dal cosiddetto chillout. E’ però interessante vedere come nuove generazioni di artisti facciano di questo genere un qualcosa di diverso, come ad esempio i Ginger Root. Ma questa, della quale parleremo prossimamente, è un’altra storia.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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