Unlimited Love, l’amore incondizionato per il ritorno dei Red Hot Chili Peppers
Strane vibrazioni in questi tempi incerti ed incasinati nei quali viviamo. Tutto è approssimativo, relegato al morboso desiderio di un like, di followers o di complotti orditi ad ogni piè sospinto. Il suono della guerra riecheggia a pochi chilometri dalle nostre impegnatissime realtà mentre si fanno prove per il ritorno a quella tanto sospirata normalità di cui abbiamo disimparato il vero significato. Per questo e per tanti altri motivi presenti (e futuri) la notizia della pubblicazione di un nuovo album da parte di un gruppo del calibro dei Red Hot Chili Peppers giunge con un certo (e forse inconsapevole) tempismo capace di essere un sincero sprazzo di luce in grado di spezzare il grigiore di ciò che stiamo vivendo come periodo storico- culturale.
C’era una grande aspettativa nei confronti di Unlimited Love, dodicesimo album della band californiana. Un disco di rinascita su più fronti, che vede il ritorno del produttore musicale Rick Rubin, il quale ha messo la propria firma su alcuni dei più grandi successi dei Red Hot del calibro di Blood Sugar Sex Magik, Californication, By The Way e Stadium Arcadium. E a proposito di ritorni il più atteso era quello di John Frusciante, che è ritornato nel gruppo (che effettivamente non aveva mai abbandonato) per ridare quella dimensione che il chitarrista Josh Klinnghoffer era riuscito in qualche modo egregiamente a contenere ma mai a sostituire definitivamente.
Per il povero bastardo che vi scrive le sonorità dei RHCP sono da sempre associate alla spensieratezza dell’arrivo della bella stagione, dove le giornate iniziano ad allungarsi e le temperature (dovrebbero, il condizionale è d’obbligo stando alle previsione di questi giorni) iniziano ad aumentare. Il disco si apre con Black Summer, brano in pieno stile redhotchilippeperiano, un lento dove l’inconfondibile voce di Anthony Kiedis ben si amalgama con i funambolici assoli della chitarra di Frusciante. Aquatic Mouth Dance è caratterizzata dal basso di Flea che scandisce il tempo di questo brano scanzonato di pregiata fattura funky. Poster Child è un bel viaggio musicale alle altre diciassette tracce totali che compongono la scaletta musicale dell’intero disco. Particolare menzione merita Let ‘Em Cry, vellutata ballad che rende impossibile non tenere il tempo.
E’ inevitabile pensare al fatto che Unlimited Love abbia dei marcati richiami a Californication (l’intero album, non solo l’omonima canzone) ma suona decisamente più maturo per ovvie ragioni. Spesse volte la stampa specializzata non è in grado di andare oltre il proprio naso, stupendosi incredibilmente di come il determinato artista o gruppo non sia in grado di sfornare l’ennesimo capolavoro che suoni esattamente come ciò che ha permesso loro di entrare nell’Olimpo dei grandi della musica. Unlimited Love è un album maturo, dove tutti i membri dei RHCP sono riusciti ad impiegare al meglio le loro esperienze per creare qualcosa capace di essere un signor disco e di essere più che degno di numerosi ascolti. E’ un filo logico musicale completo, capace di poter fare all’ascoltatore che è in grado di apprezzarne le sfumature un lungo viaggio senza pagare il biglietto. O almeno solo quello del prezzo del disco, valido sia per l’andata che per il ritorno. I Red Hot Chili Peppers dunque sono tornati, John Frusciante è tornato e anche quel geniaccio di Rick Rubin. E mentre tutto là fuori stona riuscire a trovare qualcosa che suoni molto bene è cosa davvero assai rara, di questi tempi.
Hank Cignatta
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