I Soliti Idioti e il suono di quell’ultima risata prima della censura perbenista
Sono malamente spalmato sul mio divano in un imbarazzante stato catatonico. La mia cagnona Noël mi si avvicina per sincerarsi delle mie funzioni vitali di base. Dopo aver tirato un rutto in grado di far tremare le tende, prendo in mano il telecomando e lo punto contro la televisione. Con i cursore dei canali giungo al numero quattro del telecomando quando decido di passare alla visione di Youtube. Tra i vari video dei canali consigliati mi imbatto nelle puntate de I Soliti Idioti, programma trasmesso da Mtv dal 2009 al 2012. Mtv non era ancora emigrata nel bouquet dei canali Sky scomparendo definitivamente dalla visione in chiaro ed andava ancora molto forte. Lo show è interpretato da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio (storici volti di Mtv Italia), i quali mettono in scena diversi personaggi che sono la caricatura dell’incasinata società moderna.
Il programma è suddiviso in sketch indipendenti dove i protagonisti sono i vari personaggi interpretati dalla coppia Biggio- Mandelli. Fulcro di tutto è la comicità surreale che caratterizza ogni singolo episodio, profusa da quelle maschere fuori di testa che ben dipingono l’italica società. Sono tanti i volti di questo programma (plasmato su quelli di Biggio e Mandelli) che ne hanno decretato il successo: si inizia con Sebastiano Credici, remissivo ragazzo che ha sempre in testa un casco e una maglietta degli Iron Maiden, il quale è sempre preso in giro da Gisella, dipendente in numerosi servizi pubblici (uffici postali, banche, centro informazioni, stazioni di polizia, ecc.) che lo prende per il culo con i celebri tormentoni sono subito da lei e dicaahh. Molto successo hanno riscosso anche le scenette di Father & Son (titolo che ispira all’omonima e celebre canzone del cantautore britannico Cat Stevens) con protagonisti i personaggi di Ruggero De Ceglie e suo figlio Gianluca. I due fanno parte dell’aristocrazia romana e sono agli antipodi: il primo è volgare, chiassoso e disonesto mentre il secondo è colto, composto e molto ingenuo. Frase tormentone di Ruggiero De Ceglie è Dai cazzo, Gianluca!
Tremendamente attuale è lo sketch del lavoratore precario, dove Mandelli interpreta un lavoratore di un’azienda nella quale spera di essere assunto ma dove è continuamente vessato da parte del suo capo, nelle vesti di una sorta di diavolo che gli mostra come il mondo del lavoro altro non è che una colossale presa per il culo. E fidatevi, anche se amaro, è davvero meglio riderci su. Vi è anche il Nichilista, personaggio che passa il suo tempo in un bar intromettendosi nelle discussioni dei vari avventori proponendo sempre il suo parere non richiesto, definendo tutto come “merda”. Ci sono anche Padre Boi e Padre Giorgio (chiarissimo riferimento al personaggio di Boy George, se non sapete chi sia fatevi una cazzo di cultura), intenti ad ammorbare il Santo Padre con sconclusionate proposte per rinnovare la Chiesa e chiedersi dove sia Gesù; la coppia benestante di Marialuce e Giampietro, vestiti come tennisti degli anni Settanta, i quali passeggiando o facendo jogging si imbattono in situazioni che finiscono per essere grottesche; i due tamarri, che a bordo dei loro scooter si danno appuntamento nella solita piazza e comunicano per mezzo di sbadigli e versi gutturali.
I Soliti Idioti hanno avuto un successo strepitoso, diventando un vero e proprio programma cult tra i giovani e creando anche due trasposizioni cinematografiche. Guardando lo show a quasi dieci anni di distanza non si può fare a meno di notare come un prodotto del genere sia praticamente impossibile da concepire oggigiorno, dove ci sarebbero levate di scudi da almeno trenta categorie diverse che si riterrebbero mortalmente offese dai contenuti di questo spettacolo satirico. I personaggi e le situazioni che Mandelli e Biggio hanno messo in scena come critica alla società moderna, ai suoi eterni problemi e alle sue assurde pretese di emancipazione da parodistiche macchiette sono diventate la triste realtà quotidiana. La scure della censura perbenista, che vorrebbe tutti inclini ad una certa sensibilità sociale ma che lobotomizza verso una reale presa di coscienza individuale, epurerebbe I Soliti Idioti come alcuni servizi di streaming britannici hanno fatto con Little Britain (altra serie comica trasmessa in lingua originale da Mtv alla quale I Soliti Idioti si è ispirata, almeno, nella sua prima stagione) a causa del suo utilizzo in alcuni sketch del cosiddetto blackface (stile di trucco teatrale che consiste nel truccarsi in modo da assumere le sembianze di una persona di colore). Ci sono troppe rivoluzioni in corso, la maggior parte delle volte su argomenti che lasciano davvero il tempo che trovano, che minano in modo assai pericoloso la libertà creativa. Sicuramente I Soliti Idioti hanno permesso di ridere per l’ultima volta in maniera totalmente libera dei vizi e dei difetti della moderna società, pronta a mettere il bavaglio a tutto ciò che esce fuori dagli schemi del pensiero unico. E mai come in questo caso una risata ci renderà liberi di prendere le battute per quello che sono e di non prenderci troppo fottutamente sul serio. O almeno si spera.
Hank Cignatta
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