Ecco perché la Bare Knuckle Boxing sarà il futuro degli sport da combattimento
La Boxe sta vivendo da troppi anni una crisi senza precedenti, dettata dalla mancanza di veri campioni capaci di lasciare il segno in quello che una volta era considerato lo sport dei Re. Gusti personali a parte, Manny Pacquiao rimane una delle ultime leggende del pugilato recente a tenere botta. Anche se gli anni passano e gli interessi del campione filippino aumentano, come quello della politica che potrebbe sicuramente portarlo a diventare presidente della nazione, in quanto idolatrato in patria. Dopo il suo ultimo incontro nel quale ha incrociato i guantoni con il pugile cubano Yordenis Ugas lo scorso 22 agosto che lo ha battuto ai punti con verdetto unanime dei tre giudici, permane un certo alone di mistero circa il suo futuro nel mondo della boxe.
Questa è probabilmente l’unica certezza all’interno di una disciplina che ultimamente è caratterizzata da improbi personaggi che nulla di realmente innovativo ed interessante apportano al pugilato. Sia chiaro, le eccezioni esistono e ben vengano: ma sono davvero molto poche e non in grado di incidere quella tacca capace di tracciare la strada giusta per uno sport in crisi di campioni e valori. L’apice di questa ridicola situazione è rappresentata dall’approdo nel circuito professionistico degli youtuber, divinità dorate delle nuove generazioni, che hanno incominciato a sfidarsi in alcuni incontri. Il tutto ha avuto inizio nel 2018 tra gli youtuber inglesi KSI e Joe Weller. I numeri generati da quell’incontro, in termini di soldi e di spettatori, ha fatto drizzare le antenne del promotore Eddie Hearn: quest’ultimo ha infatti contattato Logan Paul, uno dei più famosi e seguiti youtuber al mondo, affinché incrociasse i guantoni con KSI in un match professionistico, nel corso del quale anche il fratello di Logan, Jake, ha fatto il suo debutto sul ring. I numeri generati dall’incontro in termini di soldi, diritti televisivi e di spettatori hanno spinto sempre più promoter a credere in questo progetto e a dare sempre più credibilità ai fratelli Paul. Va da sé che la qualità tecnica degli incontri è davvero l’ultimo dei dettagli ai quali si pensa: ciò lo si può notare guardando quello che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere considerato un match avvenuto l’anno scorso tra Jake Paul e l’ex cestista NBA Nate Robinson, messo al tappeto al secondo round in un incontro tra goffi oscillatori di pugni. In tutto questo marasma non ha aiutato quella che non si può definire diversamente da una costosa esibizione tra Floyd Mayweather Jr., prima grande pugile e poi particolare imprenditore (non solo) di sé stesso, avvenuta lo scorso giugno all’Hard Rock Stadium di Miami. Le speciali regole dell’incontro hanno previsto la mancanza di giudici e di arbitro e che la vittoria sarebbe stata assegnata solo in caso di squalifica o di KO dell’avversario. Mayweather ha nettamente dominato, mostrando la classe che lo ha contraddistinto in questi anni: ha anche dovuto però dare seguito al lato imprenditoriale della cosa, evitando di portare colpi pericolosi o di mettere seriamente in difficoltà Logan Paul, il quale riesce a restare in piedi su otto riprese abbastanza noiose e prive di reale sostanza pugilistica.
Questi incontri, a differenza di quanto detto dagli organizzatori che giustamente devono salvaguardare i propri interessi, non stanno facendo affatto bene al futuro della boxe. Tutto diventa una triste accozzaglia di cose, dove si dà la falsa illusione di poter seguire qualche lezione di pugilato per poter salire sul ring e tentare di competere a livello professionistico. Per carità, le MMA continuano ad essere una certezza ma non hanno più quella centralità polarizzante che le caratterizzava qualche anno fa. Persa una figura di riferimento come Conor McGregor, intrappolato tra reiterate occasioni di riscatto e modi nuovi per mandare tutto a puttane, non sono davvero più la stessa cosa. In questo frangente la Bare Knuckle Boxing, il pugilato a nocche nude, si sta prepotentemente facendo strada a suon di pugni ignoranti, palazzetti stracolmi e incassi da capogiro. E anche se è il dio denaro l’unica cosa a contare in questa figlia di puttana comunemente detta vita, non è questo il punto. Nella Bare Knuckle Boxing c’è quello stesso spirito che ha finora contraddistinto il pugilato prima di questa triste parentesi attuale. Non c’è quindi affatto da stupirsi che la BBK (come dicono quelli bravi o semplicemente fissati con le sigle) sarà il futuro degli sport da combattimento. C’è sentimento, c’è passione e quella voglia di fare per portare un qualcosa c’è può essere considerato ancora grezzo a mettersi il vestito elegante per poi arrivare in televisione. Già vi vedo, intenti con risentito ardore a muovere le dita sulla vostra tastiera, sia essa fisica o virtuale, pronti a manifestare il vostro secco disappunto sulla base solamente del titolo e della foto a correlazione dell’articolo. Il tutto senza entrare nello specifico di quanto mi sto apprestando a scrivere: il passo successivo, per i più pigri, sarà quello di sganciare la propria reazione sui social per mezzo di qualche faccina come se ciò spostasse le sorti dell’universo. Altri probabilmente commenteranno tenendo fede al fatto di avere il neurone saldamente incartato nel pluriball. Probabilmente qualcuno capirà e sarà in grado di esprimere il proprio giudizio normalmente, ma fatto sta ed è che la favola del ne usciremo migliori è l’ennesima stronzata per turisti.
Hank Cignatta
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