Medicine At Midnight, il vaccino musicale dei Foo Fighters
Il potere taumaturgico della musica. E’ qualcosa di sublime, di unico, che difficilmente si può riuscire a spiegare se non lo si è provato in prima persona. La gioia di ascoltare qualcosa di nuovo, di seguire quella che potrebbe diventare la tua nuova band o il tuo nuovo artista preferito e di sentirli evolvere musicalmente. Un qualcosa di godereccio che si potrebbe paragonare solamente ad un orgasmo di quelli buoni, potenti, in grado di spossarti ma di renderti felice al tempo stesso.
In questi tempi assurdi, dove le nostre abitudini e le nostre certezze sono cambiate alla velocità della luce in un’ottica di propensione ad una presunta sopravvivenza, capita che certe notizie possano passare più in sordina rispetto al passato. E può capitare che la notizia della pubblicazione di Medicine At Midnight, il nuovo album dei Foo Fighters, non abbia la stessa valenza rispetto a quella ottenuta con le precedenti fatiche in studio di Dave Grohl e soci. Vengo a conoscenza della sua pubblicazione da uno spot che anticipa la visione di un video che mi stavo accingendo a guardare su Youtube. Il mondo colorato visto attraverso la caleidoscopica e colorata lente dei Foos mi incuriosisce.
L’album si apre con Making A Fire, un brano allegro senza troppe pretese, in grado di “colorare” le intenzioni dell’ascoltatore verso qualcosa di diverso rispetto ai precedenti album dei Foo Fighters. Degna di nota sono Shame Shame, una versione leggermente più elaborata di Halo (brano presente in One By One del 2002) ma piacevole all’ascolto, la scanzonata Cloudspotter, “l’estiva” Holding Poison e No Son Of Mine (il brano più scatenato del disco, con una leggerissima spruzzata di Ace Of Spades dei Motorhead). Il brano che dà il titolo all’album è infarcito tra due fette di pop che si uniscono per creare, come già detto, qualcosa di diverso che può piacere o meno a seconda dei gusti personali.
In definitiva Medicine At Midnight è un disco che ha una marcata connotazione pop, come ammesso da Dave Grohl, il quale ha anche spiegato che la data di pubblicazione è stata posticipata allo scorso cinque Febbraio a causa del protrarsi della pandemia. E’ sicuramente un lavoro “anomalo”, leggermente atipico rispetto ai precedenti lavori dei Foo Fighters ma decisamente interessante da ascoltare. Come dovrebbe accadere (qui il condizionale è davvero d’obbligo) in ogni ambito della quotidianità, sui gusti personali non si discute. Più volte abbiamo scritto riguardo la libertà di giudizio e di pensiero, dettata da una serie di fattori personali che dovrebbero dare un senso al libero arbitrio e all’individualità delle preferenze. Medicine At Midnight è il disco dalle sonorità più anni Ottanta partorito da Grohl e soci ed è facilmente intuibile che suoni diverso rispetto a tutto ciò che negli anni ci hanno abituati ad ascoltare. Nella vita si cambia, si sperimenta, si azzarda e si guarda il flusso delle cose. E questo album ne è la prova.
Hank Cignatta
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