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    Morto Robert Forster, il Max Cherry di Jackie Brown

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    Hollywood è sempre più una landa desolata fatta di immagini sempre più definite e di effetti speciali sempre più costosi e mirabolanti. I sensi vengono intorpiditi e lo spettatore non è più abituato ad essere ammaliato dai grandi registi, dai grandi attori e dai grandi caratteristi. La morte di Robert Forster avvicina un passo di più un certo tipo dell’Industria dei Sogni che lentamente sta diventando un fotogramma sbiadito ed anacronistico dove le emozioni non contano davvero più nulla e di cui non frega un cazzo a nessuno. Forster ha partecipato nel corso della sua carriera in oltre cento produzioni cinematografiche, iniziando dapprima in teatro per poi approdare su quel grande schermo che non avrebbe più abbandonato.

    Grazie al suo volto dall’espressione granitica si è ritagliato nel corso degli anni ruoli di comprimario accanto a grandi star riuscendo comunque a lasciare il segno in ogni sua interpretazione. Il grande ruolo arriva nel 1997 quando interpreta il ruolo di Max Cherry, il garante di cauzioni nel film Jackie Brown di Quentin Tarantino. Tale ruolo è stato scritto dall’iconico regista americano apposta per Forster, il quale è riuscito con la tua singolare interpretazione a creare un personaggio singolare quanto fondamentale per lo svolgimento della trama.

    Un personaggio sapientemente costruito sulle abilità attoriali di Forster da parte di Quentin Tarantino, a tal punto da far guadagnare all’attore statunitense una candidatura agli Oscar 1997 come miglior attore non protagonista. Considerato dai più come uno dei film “minori” tra le nove pellicole girate dal messia del pulp, Jackie Brown è un sincero ed accurato omaggio ad un preciso periodo storico e ad un sotto genere cinematografico meglio conosciuto con il nome di blaxploitation.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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