The Police, quando il rock divenne legge
Introduzione: Tre Uomini, Tre Mine Vaganti, Una sola Esplosione Chiamata The Police
Ci sono band che nascono perché ci si trova tra amici, spinti dal fervore dell’adolescenza e perché si condividono visioni ed ideali. E poi ci sono i The Police, nati nella stessa maniera di come si accende un fumogeno nel cesso di un bar: per caso, per necessità, per frenesia e per la voglia devastante di far rumore in un mondo che dormiva. Sting (al secolo Gordon Matthew Thomas Sumner), Stewart Copeland e Andy Summers: tre personalità così diverse che, messe insieme, non avrebbero dovuto funzionare. Ed è proprio per questo che hanno fatto la storia.

La Nascita del Nome: Perché The Police e Non Gli Allibratori del Caos?
Ufficialmente, il nome fu un’idea di Stewart Copeland, che voleva qualcosa di breve, immediato, da uniforme, anche per un motivo molto pratico: suo fratello Miles, il futuro manager, aveva capito che un nome così avrebbe fatto impazzire i giornali. The Police: impossibile ignorarlo, impossibile non stamparlo.

Ma c’è una verità laterale, spesso tralasciata, che non appare nei blog né nelle interviste preconfezionate: Copeland lo scelse perché voleva infastidire. Il punk stava esplodendo e i Police, con quel nome paradossale, sembravano una provocazione vivente. Punk band che si chiamano come la forza dell’ordine? Roba fuori di testa: è come se un gruppo di vegani si fosse battezzato I Macellai. Quel nome non era un’etichetta, ma un meme ante-litteram. Uno schiaffo sonoro al sistema e alla controcultura allo stesso tempo. La genialità era tutta lì.

I Police e il Suono come Arma: Una Chimica Non Replicabile
Reggae spinto, rock nervoso, ritmi spezzati che sembravano venire da un vulcano con la tachicardia. I Police erano tre killer: Sting, voce da serafino (significa da angelo, bestie), ego da condottiero e bassista dal tocco chirurgico; Stewart Copeland, un batterista che non suona la batteria ma la combatte e Andy Summers, il chitarrista zen, quello che aggiungeva aria, spazio, architettura; Insieme erano un organismo vivente, pulsante e dannatamente imprevedibile.

Quando i Police Diventarono MTV (Prima Ancora di MTV)
Pochi se lo ricordano, ma i The Police furono tra i volti simbolo degli spot di lancio della futura MTV: quella che stava per ribaltare la cultura giovanile mondiale con il suo mantra che oggi suona come una profezia: I Want My MTV. Gli spot erano folli, quasi ipnotici e i Police giovani, biondi, elettrici come neon difettosi erano il volto perfetto per un’emittente che voleva rivoluzionare il mondo della musica e della televisione.
Ed ecco l’altro incastro nella mitologia: Sting fu la voce del ritornello I Want My MTV nel brano Money for Nothing dei Dire Straits, un pezzo che è diventato uno dei simboli della cultura pop anni Ottanta.
Quella stessa frase, oggi, è ancora utilizzata come identità sonora dei programmi MTV distribuiti dalla Paramount. Il riochiamo all’astronauta si rifà ai primissimi istanti della messa in onda del canale televisivi musicale per eccellenza, a cui ha fatto seguito la frase Ladies and gentlemen, rock n roll.
MTV è diventata un impero. I Police una leggenda. E ad un certo punto le due entità si sono fuse nello stesso grido immortale.
Carriere Soliste e Strade Che si Dividono: Sting, Copeland, Summers
A un certo punto, come ogni esplosione, anche i Police hanno smesso di bruciare insieme. Non perché fossero finiti ma perché tre personalità simili non possono convivere troppo a lungo senza generare un cratere.
Sting: Il Monaco del Pop
Una volta sciolti i Police nel 1984 (salvo poi riunirsi per un singolo nel 1986 e tra il 2007 e il 2008 per un tour mondiale durante il quale non hanno pubblicato nuovo materiale e al termine del quale si sono sciolti definitivamente), Sting ha preso una strada luminosa, piena di successi mondiali, collaborazioni da capogiro, sperimentazioni, colonne sonore e molto altro. Ha costruito una carriera solista più grande della carriera di molte band messe insieme. E soprattutto, ha dimostrato che sapeva fare molto più del “cantante dei Police”: jazz, world music, pop colto, concept album, attivismo, Broadway.
Stewart Copeland: Il Cervello Ritmico
Copeland, invece, ha portato la sua batteria nel mondo della composizione. Film, documentari, opere sinfoniche, collaborazioni internazionali e molti altri progetti. È uno dei batteristi più influenti e studiati della storia. I batteristi lo venerano come un dio disordinato e geniale, uno che non sta mai sul battito, ma sempre prima o dopo, creando tensione e libertà.
Andy Summers: Il mastro degli assoli
Summers ha continuato in un percorso più discreto ma straordinario: album solisti, fotografia, colonne sonore, collaborazioni artistiche di altissimo livello. La sua chitarra nei Police rimane un manuale vivente: delay come architetture, accordi sospesi, minimalismo espressivo.
I Police e Le Reunion: Il Piacere della Ferita Che Si Riapre
Le tensioni erano enormi ma la nostalgia è più potente dell’orgoglio. Nel 2007 (prendendo anche parte al Live Earth) i Police sono tornati in tour ed è stato un trionfo mondiale. Non perché avessero bisogno di soldi (quelli arrivano comunque) ma perché la storia pretendeva un nuovo capitolo. Vederli di nuovo sul palco era come assistere alla riaccensione di un vecchio motore sotto steroidi. Non perfetti, non giovani. Ma immortali.
L’Eredità: Perché i Police Non Sono Mai Spariti
Oggi i Police non sono una band: sono un pianeta, un sistema operativo, una cartella del DNA della musica moderna. Hanno influenzato il rock, il punk, il reggae, il pop, la new wave, l’alternative e persino la musica elettronica attraverso l’uso pionieristico degli effetti. Copeland viene studiato nei conservatori, Summers nei seminari di chitarra e Sting nei corsi di scrittura musicale. Le loro canzoni continuano a raccontare città inquinate, amori tossici, paranoie moderne, poliziotti perduti, stalker involontari. I Police sono ovunque. E l’eco non perde mai di potenza. Le loro canzoni continuano a raccontare città inquinate, amori folli, paranoie moderne, poliziotti perduti e stalker involontari.
Conclusione: Tre Uomini che Hanno Scolpito un Mito
Chiamarli “band” è riduttivo. I Police sono stati un terremoto artistico. Un esperimento chimico esploso nel bel mezzo degli anni Ottanta. Un triangolo di tensioni e genialità che ha scritto uno dei capitoli più importanti della musica moderna. E come tutti i miti veri non appartengono al passato perché sono ancora qui. Nelle batterie dei giovani musicisti, nei delay dei chitarristi affamati, nei bassisti che provano a essere cool senza sembrare dei santoni, in MTV e nelle sue eredità visive. In ogni angolo della cultura pop, c’è ancora un frammento di Police che lampeggia come una sirena lontana, un avviso, un ricordo che non vuole smettere di vivere.
Hank Cignatta
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