
Cobra Man, Power Disco dall’apocalisse al ballo sfrenato
quando il futuro sa di sudore e sintetizzatori
C’è chi dice che la musica salvi il mondo ma i Cobra Man sembrano più interessati a incendiarlo con un sorriso innocente stampato in faccia. Chiamarli band è riduttivo: sono un rituale notturno, un sabba collettivo che trasforma la pista da ballo in un’arena da gladiatori ubriachi di musica e buone vibrazioni. Los Angeles, sole che brucia le cornee, asfalto che frigge sotto le Vans: è da lì che sbucano Andy Harry e Sarah Rayne, due figure che sembrano uscite da una videocassetta scolorita e polverosa degli anni Ottanta trovata per caso in un mercatino delle pulci. E invece sono vivi, rumorosi e lucidi come neon rotti che non smettono mai di lampeggiare.

Cobra Man e la nascita del “Power Disco”
La definizione più usata dagli amanti delle etichette è Power Disco, ma la verità è che i Cobra Man non stanno a chiedere permesso, alle etichette. Mischiano synth, chitarre taglienti, voci robotiche e ritornelli che ti si piantano in testa come un chiodo arrugginito. Immaginatevi i Bee Gees che, in preda ad una follia del momento, decidono di tirare da una cannuccia infilata nel naso una Red Bull, i Daft Punk che mollano i caschi per farsi una birra ghiacciata ad un concerto punk in un garage e i Black Sabbath che scivolano su una pista da roller disco. Tutto questo immenso frullato proteico musicale è il regno dei Cobra Man: un ibrido sonoro che ti fa ballare con i pugni stretti.
La connessione con Worble e lo skate apocalittico
Non si può parlare dei Cobra Man senza citare i Worble, la crew di skater che sembra aver firmato un patto con il demonio dell’estetica DIY (Do It Yourself), come direbbero quelli trendy. I video skate dei Worble sono delirio puro: corpi che volano, cadono, sanguinano, ridono. E sempre in sottofondo ci sono i Cobra Man a pompare energia contagiosa. Non è una colonna sonora, è un’alleanza. La musica della band diventa ossigeno per quelle immagini e lo skate diventa veicolo per diffondere il verbo Cobra Man. Come se la tavola fosse dinamite e la musica la miccia giusta per innescarla.
I Cobra Man Album dopo album: da “Toxic Planet” a “New Driveway Soundtrack”
Il primo grande terremoto arriva con “Toxic Planet” (2018), un titolo che è già una chiara dichiarazione di intenti: il mondo fa schifo, tanto vale quindi ballarci sopra. È un disco che sembra scritto per l’ultima festa prima dell’apocalisse, tra cori da stadio e synth che ti strappano la giacca di dosso.
Poi c’è “New Driveway Soundtrack” (2020), che nasce come colonna sonora skate e diventa un feticcio per chiunque abbia bisogno di spinta vitale in cuffia. È garage. E’ dance. E’ un’esplosione di glitter e birra.
Con “Nostalgia” (2022) i Cobra Man giocano con il passato ma sempre con il piede schiacciato sul pedale. Ma non si tratta di revival: è un futuro immaginato con pezzi di passato rubati ed incollati con lo sputo.
Live show: sudore, luci storte e la sensazione di fine del mondo
Un concerto dei Cobra Man non è un semplice spettacolo ma bensì un atto di vandalismo consensuale. Luci rosse che ti accecano, batteria che rimbomba come un palazzo che crolla, la voce che diventa coro collettivo mentre sconosciuti ti abbracciano con la maglietta fradicia. I loro show sono la prova che la danza non è evasione ma resistenza. Non balli per scappare: lo fai per affrontare il caos a muso duro, con le gambe che non vogliono saperne di fermarsi.
Cobra Man oggi: culto sotterraneo che diventa religione
Oggi i Cobra Man sono più di una semplice band underground: sono un culto globale che si diffonde in meme, reel, feste segrete e playlist clandestine. Hanno un piede nell’underground e un altro pronto a spaccare il cosiddetto mainstream, senza mai perdere la loro estetica da fine del mondo. Chi li ascolta non li dimentica: diventano parte del tuo DNA, come un tatuaggio sbagliato fatto in una notte che non ricorderai mai del tutto.

Conclusione: un serpente che morde e non lascia andare
I Cobra Man non sono qui per fare da colonna sonora alle tue giornate tranquille. Sono qui per ricordarti che la musica è un’arma, un collante sociale, un modo per danzare mentre il pianeta brucia. E se non sei pronto a buttarti nella mischia, allora resta a casa. Perché loro continueranno a suonare, a ballare, ad incendiare tutto. Fino a quando non ci sarà più nulla da bruciare.
Hank Cignatta
Riproduzione riservata ©
Post a Comment
Devi essere connesso per inviare un commento.