Matlock: non chiamatela operazione nostalgia

Matlock: non chiamatela operazione nostalgia

Caldo, noia e un telecomando salvavita

Il ventilatore gira lento, come se stesse morendo anche lui. Il caldo è appiccicoso, il tipo che ti fa incollare alla sedia e ti toglie ogni voglia di esistere. Ho il telecomando in mano e un obiettivo preciso: trovare in TV qualcosa che valga la pena vedere, qualcosa che non mi faccia continuare a maledire questa giornata rovente. E poi eccola lì, Kathy Bates. Un primo piano sullo schermo, cappotto beige sulle spalle, lo sguardo di chi ti ha già letto l’anima e sta decidendo se lasciarti andare o se distruggerti. Sotto al titolo compare una parola che credevo morta negli anni Novanta: MATLOCK. Mi fermo. Il caldo può aspettare.

Primo atto – Matlock, La vecchia volpe entra in scena

Bates è Madeline Matlock, una ricca vedova che si finge povera e disorientata per infiltrarsi in uno studio legale dove scorrono più segreti che caffè annacquato. Non cerca giustizia ma vendetta: sua figlia è morta per overdose a causa della crisi degli oppioidi e lei vuole i responsabili, uno per uno. Mentre la guardo interrogare un testimone, mi accorgo che sto stringendo il bicchiere dove nuota il mio Mojito come se fosse il collo di qualcuno.

Il cambiamento: quando credi di capire, ti hanno già fregato

Ho passato virtualmente un pomeriggio sul set. Un video sul Tubo. La sensazione era quella di respirare aria che puzzava di moquette bagnata e trame ben congegnate. Bates si muoveva come una gatta stanca ma letale, studiando ogni battuta come un colpo a segno. Ho visto registi sudare freddo mentre lei, con calma glaciale, cambiava l’intonazione di una frase e trasformava una scena normale in un attacco chirurgico. Si vocifera che la Bates fosse intenzionata a ritirarsi dalle scene ma la complessità di questo progetto, il suo successo e la riconferma dello show per una seconda stagione le hanno fatto rimandare la pensione. E per fortuna, aggiungo.

La serie, visibile sulla piattaforma di streaming Paramount +, è un rebus. Ti siedi pensando di guardare un procedural legal e invece ti imbatti in un thriller psicologico con colpi di scena che ti strappano il tappeto da sotto i piedi. Ogni episodio è una trappola, e Matlock – o chiunque lei sia davvero – è sempre due passi avanti a te.

Numeri, premi e il rumore dei brindisi

Diciassette milioni di spettatori in America. 100% su Rotten Tomatoes. Nominata agli Emmy, ai Golden Globe, e alla fine pure al mio personalissimo premio di cui a nessuno può importare di meno intitolato “Non Spegnere la TV o Te Ne Pentirai”. La CBS ha già confermato la seconda stagione: 12 ottobre 2025, pronti a infilarti di nuovo in questa gabbia di bugie, toghe e sorrisi avvelenati.

Kathy Bates nei panni di Madeline Matlock e gli altri personaggi del cast

Conclusione – Perché Matlock è diventato un avvertimento

Questa non è nostalgia. Non è un reboot. È un avvertimento mascherato da intrattenimento. Kathy Bates ti guarda e ti dice: posso distruggerti con la legge dalla mia parte. Abbasso il volume, il ventilatore continua a girare pigro. Fuori il caldo non molla, ma qui dentro c’è un brivido che non viene certo dal mio freezer.

Hank Cignatta

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Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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