
Fata Morgana, l’arte della riflessione
In questi giorni ho avuto modo di assistere allo spettacolo di Gianfranco Jannuzzo dal titolo Fata Morgana, un dialogo introspettivo che analizza la sua terra natia, ovvero la Sicilia. Egli fa una dissertazione del siciliano medio: il tutto in modo assolutamente serio e non volgare analizzandone il contesto sociale e storico nei suoi diversi aspetti. Jannuzzo analizza sé stesso e l’attitudine dei siciliani dando al pubblico delle chiavi di lettura molto personali e, sicuramente, interessanti e per nulla banali.

Jannuzzo confronta pregi e difetti della sua Sicilia, mettendola a confronto con altre usanze e costumi di altri luoghi distanti dalla terra sicula, creando un rapporto sinergico con il pubblico che lo circonda e dando così vita ad un intimo discorso che lo vede spettatore e protagonista di sé stesso.

Citando velatamente il mito della Fata Morgana (che in questo caso potrebbe riferirsi al rapporto molto particolare con la Sicilia) da’ voce al rapporto d’amore ed odio che i siculi hanno con la propria terra d’origine. L’omonimo effetto ottico, visibile presso lo Stretto di Messina e che si rifà all’immaginaria caratteristica del personaggio di sollevarsi dal suolo, potrebbe idealmente accompagnare tutte quelle persone che decidono (o sono costrette) ad intraprendere una scelta di vita che li porta lontani dalla terra di nascita. Fatevi ordunque un grande regalo: andate a vedere Fata Morgana di Gianfranco Jannuzzo, uno spettacolo itinerante che toccherà più tappe in Italia, per entrare in contatto con questa interessante realtà.
Alan Comoretto
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