
Saggio di fine anno della scuola Attimpari: il fascino dell’improvvisazione teatrale
Catania. Sabato 17 maggio 2025. Il sole sbatte sui palazzi grigi di via Tezzano come un pugno in faccia dopo una sbornia esistenziale. Dentro gli Holy Tape Studios, invece, si prepara un altro tipo di sbornia: quella emotiva, quella creativa. Quella senza dopo sbronza ma con un’eco nella pancia. Alle 21 si alza il sipario invisibile sul saggio di fine anno della scuola di improvvisazione teatrale Attimpari, e da lì in poi, Dio ci salvi, tutto può succedere.

Non parliamo di attori con copione e pose studiate, qui si tratta di esseri umani che si lanciano nel vuoto senza paracadute, con la sola compagnia di un complice e un’idea che nasce e muore nello stesso istante. La scuola Attimpari non insegna a recitare: insegna a vivere sulla scena come si dovrebbe vivere nella vita. Ovvero senza paura, con orecchie spalancate e cuore impazzito. Il tutto con la collaborazione di Appiccicaticci e Voce & Progetti.

Attimpari è un laboratorio creativo permanente per chi ha voglia di sporcarsi le mani con il teatro più puro e brutale: quello fatto senza rete, senza testo, senza trucco. Una bottega dell’imprevisto, dove il pubblico è parte dell’esperimento e non solo spettatore. Il saggio è un’occasione irripetibile per vedere cosa succede quando l’energia del gruppo, la follia del momento e la precisione dell’ascolto si fondono in una sola entità fluida e imprevedibile. Un viaggio che parte da una suggestione e finisce chissà dove: sulla Luna, in un supermercato post-apocalittico, dentro l’anima di un frigorifero abbandonato. Fatti un regalo: non portare aspettative e preparati a vivere grandi emozioni. Il teatro non è morto: è solo troppo impegnato ad improvvisare.
La redazione
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