
Lenny Bruce: il vate della stand up comedy
Nel caos fumoso dei nightclub anni Cinquanta e Sessanta Lenny Bruce si stagliava come una cometa anarchica: un profeta della controcultura armato di un microfono e un vocabolario esplosivo. La sua è una storia fatta di provocazioni, battaglie legali e un’irriverenza che ha gettato le fondamenta per la libertà di espressione nella commedia. Ma chi era veramente Lenny Bruce? E perché oggi il suo nome continua a bruciare come un’icona ribelle?
Chi era Lenny Bruce?
Nato Leonard Alfred Schneider il 13 ottobre 1925 a Mineola, New York, Lenny Bruce crebbe in un ambiente non convenzionale. Sua madre, Sally Marr, era una comica e stand up comedian nonché una figura cruciale nella sua vita. Fu lei a introdurlo al mondo dello spettacolo, spingendolo verso quella che sarebbe diventata una carriera rivoluzionaria. Dopo aver servito nella Marina durante la Seconda Guerra Mondiale, Bruce si tuffò nel cabaret, ma non impiegò molto a distinguersi dalla massa. Andava oltre alla semplice figura del comico: era un narratore di verità scomode, un critico sociale che trasformava il palco in un tribunale in cui il sistema americano veniva processato senza pietà.

Lo Stile Gonzo di Lenny Bruce
Se Hunter S. Thompson avesse avuto un gemello spirituale nella commedia, sarebbe stato Lenny Bruce. Come il giornalismo Gonzo, lo stile di Bruce era immersivo, senza filtri e brutalmente onesto. Parlava di razzismo, sessualità, religione e ipocrisia politica con una franchezza che lasciava il pubblico scioccato o estasiato. Non era solo l’argomento, ma il modo in cui lo trattava: le sue performance erano flussi di coscienza, un tornado di idee che sembravano prendere forma sul momento. Era impossibile separare l’uomo dall’artista: ogni battuta era una parte di sé, un grido contro l’oppressione culturale.
La Censura e le Battaglie Legali
Lenny Bruce non era fatto per il compromesso e questo lo portò a scontrarsi con le autorità. La sua lingua tagliente gli valse innumerevoli accuse di oscenità. Nel 1961 fu arrestato a San Francisco per aver usato termini considerati volgari. Fu l’inizio di una lunga serie di processi che lo trasformarono da comico a martire della libertà di parola. La sua ultima battaglia legale si concluse nel 1964 con una condanna per oscenità a New York. Incapace di ottenere ingaggi a causa della sua reputazione Bruce fu ridotto a esibirsi in piccoli club, spesso leggendo i verbali dei suoi processi come parte del suo spettacolo. La sua lotta per il diritto di dire la verità, a qualunque costo, lo consumò lentamente.

L’Eredità di un Rivoluzionario
Lenny Bruce morì il 3 agosto 1966 a soli 40 anni, per un’overdose di morfina. Ma la sua morte non fu la fine della sua storia. Nel 2003, l’allora governatore di New York George Pataki, gli concesse la grazia postuma, riconoscendo che le accuse di oscenità erano state un’ingiustizia. Oggi Lenny Bruce è considerato il vate della commedia moderna. Senza di lui artisti del calibro di George Carlin, Richard Pryor e persino Dave Chappelle non avrebbero avuto la stessa libertà di sfidare i tabù.
La sua vita è un monito sul prezzo della verità ma anche un faro per chiunque osi mettere in discussione lo status quo. Lenny Bruce non era perfetto, ma è proprio in questa imperfezione che risiede la sua grandezza. Era un uomo in guerra con il mondo e con sé stesso, ma da quella guerra ha tratto un’arte che ha cambiato per sempre la storia della satira. In un’epoca in cui la censura e il conformismo minacciano di soffocare la creatività ricordare Lenny Bruce significa ricordare che la libertà ha un prezzo, ma che vale sempre la pensa di essere pagato.
Hank Cignatta
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