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    Editoriale Gonzo: il ritorno di Donald Trump tra ombre e speranze

    Ho seguito la lunga maratona delle elezioni presidenziali americane 2024 in diretta sulla CNN, lontano dalle atmosfere caciarone dei talk show nostrani che puntano a dare più spazio all’ego degli opinionisti piuttosto che un punto della situazione reale di quanto accade. Il mondo è un posto assai diverso da quando Joe Biden ha battuto Donald Trump alle presidenziali del 2020, con tutto il pasticciaccio dell’assalto a Capitol Hill effettuato dai sostenitori del tycoon. Sulla scacchiera internazionale ci sono due conflitti in corso tra Russia ed Ucraina e quello in Medio Oriente e l’incertezza economica dilagante. Senza contare una moltitudine di problemi legati alla gestione interna delle problematiche a stelle e strisce come la piaga del Fenthanyl, che miete negli Stati Uniti settantacinque mila morti all’anno. Se in tutto questo si aggiunge che l’amministrazione Biden non è stata in grado appieno di far fronte (indipendentemente dalle simpatie personali, dalle quali questo editoriale si distacca con forza) portando l’indice di popolarità di Biden tra i più bassi della storia delle reggenze presidenziali americane il quadro è presto delineato.

    Joe Biden impegnato nella degustazione di un cono gelato

    Brutta mossa per i democratici costringere un disorientato Biden a ritirarsi dal tentativo di ottenere la conferma di un secondo mandato a favore della vicepresidente Kamala Harris. Operazione fatta in fretta e furia per cercare di salvare capre e cavoli, cavalcando l’entusiasmo richiamato dalla figura di Barack Obama (primo presidente afroamericano ad essere eletto) che però è suonato profeticamente come un qualcosa di già visto nel quale nessuno ha voluto credere fino in fondo. A nulla è valso il sostegno di artisti, attori ed intellettuali alla vicepresidente Harris per poter diventare la prima presidente afroamericana donna a capo del cosiddetto (o presunto) mondo libero.

    Kamala Harris, considerata l’asso nella manica del partito democratico

    Tre mesi è un lasso di tempo troppo risicato per realizzare una campagna elettorale efficiente, scandita da slogan che gli americani hanno ritenuto già sentiti e non più efficaci per affrontare gli attuali problemi del Paese. E quindi Donald Trump vola nei sondaggi, riesce ad ottenere il favore della middle class, dei latinos e di tutte quelle fasce della popolazione che non riescono più a vivere con un tipo di inflazione galoppante ed assassina, che porta il costo della vita quotidianamente alle stelle e ad ottenere una rielezione che era già nell’aria da tempo.

    Come il conte di Montecristo è tornato (stra)ricco e spietato. Può quindi Trump, eletto al suo secondo mandato come quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti nonché il primo ex presidente ad essere anche incriminato, essere il rimedio per i tanti problemi che affliggono questo moderno e triste mondo malato? Potrà l‘edonismo Trumpiano essere quella tanto sbandierata età dell’oro capace di gettare alle spalle tutti i sofisticati cazzi che affliggono la società moderna, con mille velleità di emancipazione ma capace di perdersi in meno di mezzo bicchiere d’acqua? Noi non siamo giornalisti politici, non trattiamo di questo argomento nella nostra linea editoriale ed esattamente come ognuno di voi restiamo alla finestra a guardare gli sviluppi di una situazione che, si spera, non peggiori più di così. E chissà che cosa avrebbe pensato e scritto il buon Hunter S. Thompson di questa folle campagna presidenziale americana 2024.

    Hank Cignatta

    Riproduzione editoriale ®

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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