Un uomo dalla pelle dura, il brivido corre sul ring
E’ una serata come tante in quel di Nevrotic Town. Fuori la temperatura inizia a scaldarsi e il dolce tocco del climatizzatore inizia ad essere davvero piacevole. A gradire quel leggero venticello fresco artificiale che mi fa stare bene c’è anche la mia cagnona Noël, che se ne sta a pancia all’aria completamente sdraiata sul mio petto, intenta a dormire il sonno dei giusti. Mentre cerco una posizione abbastanza comoda per evitare che il mio braccio destro possa perdere molto presto ogni tipo di sensibilità punto il telecomando contro lo schermo del mio televisore intelligente e faccio fuoco. Mi ritrovo ramingo a girare tra i canali dei network televisivi, ormai così anacronistici in tempi in cui in tv si può vedere quel che si vuole, quando si vuole e ovunque si voglia. Fiducioso mi sintonizzo sul canale che tramette film ventiquattr’ore su ventiquattro: premo il tasto info, fedele alleato di molte visioni scelte con cognizione di causa, il quale mi annuncia che dopo il blocco pubblicitario sarebbe iniziato un film intitolato Un uomo dalla pelle dura.
Si tratta di un film uscito nelle sale cinematografiche italiane nel 1972 e annovera nel suo cast attori del calibro di Tomas Milian, Catherine Spaak, Ernest Borgnine e Robert Blake (famoso per il ruolo del detective Tony Baretta nell’omonima serie tv). Teddy Wilcox (detto Cherokee per via delle sue discendenze native americane) è un pugile coriaceo, che da’ il meglio di sé in ogni incontro. Quando scopre che il suo manager è rimasto invischiato in una truffa ai suoi danni, Teddy lo abbandona. Incontra un suo vecchio amico dell’università, il giornalista Mike Durrell, il quale per un certo periodo lo ospita a casa sua in New Mexico. Qui grazie al suo aiuto Teddy entra nella scuderia dei pugili del manager Tony LaMonaca. Grazie a Tony Teddy riesce a migliorare dal punto di vista fisico e tecnico grazie a mirati ed estenuanti allenamenti, che gli permettono di vincere numerosi incontri. Ma anche qui Teddy ben presto si accorge che Tony cerca di truccare l’incontro: una volta scoperto l’inganno, vince ugualmente il match, finendo a sua insaputa in una potente organizzazione che fa girare molti soldi sugli incontri di boxe truccati. Quando Tony viene ucciso, Teddy viene incolpato del suo omicidio: qui grazie alla figlia di Tony che vuole fare giustizia per la morte del padre, farà di tutto per smascherare i responsabili di questa organizzazione, nella quale figurano anche degli insospettabili. E venderà cara la pelle.
Questo film diretto dal regista Franco Prosperi funziona sotto molteplici aspetti: il cast lavora in modo corale per dare forma ad una storia che, probabilmente vista con gli occhi di oggi e con le pretese di un pubblico sempre più succube di produzioni ormai lontane anni luce dalla reale qualità cinematografica, potrebbe sembrare semplice ma in realtà parla alle pieghe più nascoste dell’animo di chi lo guarda. Robert Blake è perfetto nel ruolo del pugile spaccone ma dal cuore puro, così come Ernest Borgnine in quello di un capitano di polizia che sembra uscito da un racconto hardboiled. Tomas Milian non smentisce la sua bravura recitativa, sia interpretando un ruolo da protagonista o meno, sia da buono che da cattivo. Riesce dare il perfetto contorno al personaggio dell’hippie senza scrupoli che è uno dei fulcri capace di dare svolta alla trama del film. Una piccola perla di quel cinema che non c’è più, tanto caro a giganti del cinema contemporaneo come Quentin Tarantino, che merita di essere riscoperta.
Hank Cignatta
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