Il Natale, pericolosa arma di distrazione di massa
Un colpo di tosse stacca un pezzo della pangea purulenta che alberga nella mia zona bronchiale. Mentre raggiungo nuove vette dello schifo, con violento sdegno scaracchio per terra una gelatinosa massa fluorescente che sembra provenire da qualche film horror degli anni Ottanta. Fottuti malanni stagionali. Ecco. Ci siamo. Sta tornando il periodo dell’anno che più faccio fatica a farmi piacere in assoluto. Non c’è estate torrida o spiaggia affollata che tenga. Il periodo natalizio è quella spina appuntita e fastidiosa che ti si piazza tra le chiappe e il buco del culo che il consumismo ha nel tempo inculcato nelle nostre fragili menti altamente influenzabili e dove siamo costretti all’estetica filosofia del “siamo tutti più buoni”.
Certo, perché non importa se durante tutto l’anno sei stato una carogna talmente appestante che neanche le mosche hanno piacere di nutrirsi delle tue deiezioni: basta mettere un cappello rosso da buffone per vedersi azzerare un’annata intera da merda da competizione. Eh, ci siamo per davvero. E’ arrivato il momento dell’anno in cui mi piace di più indossare i miei fidati occhiali da sole. La mia non è una vanità ma un filtro, uno schermo per cercare di ripararmi dall’idiozia e dalla stupidità dell’essere umano dalle quali cerco di fuggire come un tristo emissario di un qualcosa che non importa più a nessuno.
Sprofondo nella lussuria mentre mi diverto a sovvertire ogni pensiero gentile e vagamente natalizio all’interno di questa società pericolosamente bigotta che niente ha che fare con me. Non mi sento migliore di niente e di nessuno. Semplicemente mi sento fuori posto a ragionare con la mia mente laddove il pensiero unico è l’unica via socialmente accettabile. Brindo alla libertà declinata in ogni sua forma, mentre guardo le fiamme lambire il simbolo di quella frettolosa felicità che riempie gli stomaci e svuota gli animi. Finalmente quel cazzo di albero di Natale ha un dannatissimo senso. Ah, buon Natale in anticipo, come va di moda oggigiorno.
Hank Cignatta
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