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    Italico Ardente, il peccaminoso e focoso gusto del piacere

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    Strano periodo, quello che sto vivendo nel momento in cui scrivo questo articolo. Apatia, un lungo momento di blues che con la musica, purtroppo, non ha niente a che fare. Mentre sono chiuso nel mio ufficio in redazione giunge di fretta e furia il mio fraterno socio e collega Alan Comoretto, il quale trionfante afferma: “Finalmente sono riuscito a mettere le mani sull’Italico Ardente, il sigaro al peperoncino. E’ una novità, provalo”. Ho sentito parlare di questo nuovo sigaro ed ero davvero curioso di provarlo. Un universo affascinante e strano, quello composto da noi appassionati di sigari. Vi sono i fumosi guru a cui niente va bene se non odora del loro sigaro preferito al quale sono fedeli da anni e poi ci sono gli empirici volenterosi, che non si precludono niente e vogliono provare in prima persona tutto quello che il mercato (nel bene e nel male) ha da offrire loro. Ma questo è materiale buono per un altro articolo.

    La novità di casa MOSI (Moderno Opificio del Sigaro Italiano, proprietario del marchio Ambasciator Italico) si presenta come un prodotto capace di sprigionare note di piccante peperoncino che si presenta nella sua versione ammezzata da cinque sigari. C’è però una doverosa precisazione da fare: non sono aromatizzati e le foglie di tabacco Kentucky italiano sono intinte nell’essenza del peperoncino, che avvolge sia la fascia che il ripieno dei sigari.

    Spoglio la confezione dalla protezione in cellophane che la avvolge, la apro e lascio che l’olfatto sia il primo senso a dare attenzione a questo particolare prodotto del lento fumo. A crudo (come dicono quelli bravi) il sigaro sprigiona un piacevole sentore di Kentucky, al quale si aggiunge una leggerissima nota pepata. Al tatto si presenta omogeneo, il che fa ben sperare in una buona combustione e in una cenere ben compatta (come da tradizione Italico, almeno per quanto riguarda la mia personale esperienza con questo marchio). Porgo un sigaro al mio socio e me ne infilo uno in bocca, lasciando che ora venga giudicato dal secondo e più importante senso in questa edonistica pratica: il gusto. Guardo Alan accendere il suo sigaro mentre anche io do’ fuoco al mio, facendo scattare il rumore metallico del mio Zippo che rivela la fiamma jet antivento alimentata a gas. Mentre sono intento a dare la prima boccata sento una leggera sensazione di piccantezza che, lentamente e con molta calma, inizia a palesarsi sulle mie labbra. Finisco di assaporare quel momento e do’ una seconda boccata per cercare di percepire ciò che, magari, non ho avvertito nella prima. Il sigaro ha un buon tiraggio e avverto un po’ di più quella sensazione di piccantezza per niente invasiva e che ben si sposa con la ruvidità del Kentucky italiano.

    Una confezione di Italico Ardente nella cornice del terrazzo della nostra redazione

    L’Italico Ardente è quindi un sigaro decisamente particolare, che si distingue da tutto ciò che attualmente c’è sul mercato. Non è un sigaro aromatizzato (settore nel quale l’Italico, per mio gusto personale, non ha rivali) e questa sua vocazione capsaicinica volutamente bassa non pregiudica per niente l’esperienza di fumata. Per avvertire però questa caratteristica dovrete prendervi del tempo per voi stessi dal logorio della vita moderna e fumarlo in completa tranquillità. Non è questa, del resto, l’essenza stessa del piacere del fumo lento?

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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