Il Moderno Opificio Del Sigaro italiano e quel miracolo chiamato Ambasciator Italico
Mi sono avvicinato all’affascinante mondo del fumo lento nel 2017 quando, su consiglio di un amico, ho avuto modo di provare i primi sigari aromatizzati. E’ stato un approccio lento e graduale che mi ha portato a scoprire un nuovo modo per ritagliare uno spazio del tutto personale all’interno delle mie giornate, per potermi rilassarmi dalla routine settimanale. Dopo alcune esperienze con alterne fortune, sono venuto a contatto con una confezione di Italico Bianco Stellato, sigari aromatizzati all’anice. Sigari dal gusto fresco, che mi hanno permesso di dare inizio al mio personalissimo percorso all’interno di un mondo particolarmente elegante dove lo scorrere delle lancette dell’orologio diventa un mero movimento fine a sé stesso. E fu amore alla prima boccata. In seguito ho avuto modo di provare anche gli altri aromatizzati, che si distinguono per non avere gusti eccessivamente chimici che, in altri marchi, rendono il sigaro leggermente più molle e meno compatto rispetto all’Italico. Il segreto è da ricercarsi nell’impiego di aromi alimentari, che permettono una fragranza persistente e per niente stucchevole nell’esperienza di fumata.
Sono intento a dare fuoco all’italico Maturo che pende dal lato destro della mia bocca mentre mi godo l’ennesima giornata di sole in un pomeriggio qualunque di Nevrotic Town (o Torino, se siete amanti della toponomastica) sul terrazzo della redazione di Bad Literature Inc. Passo lo Zippo al mio fratello di stampa Alan Comoretto che fa lo stesso e dà una prima boccata al suo sigaro. Mentre guardo la confezione di quei dispensatori di relax penso a quanta strada abbia fatto questo marchio: l’Ambasciator Italico viene prodotto dal Moderno Opificio Del Sigaro Italiano (abbreviato MOSI), azienda con sede a Orsago (Treviso) avviata nel 2013 dall’imprenditore Cesare Petrella: supportato dal figlio Philip e dal suo socio Andrea Casagrande ha dato vita ad una realtà che fin dalle sue prime intenzioni si è prefissata il non semplice obiettivo di diventare uno dei marchi di riferimento all’interno del settore. Oltre al monopolio di storia e di tradizione di oltre duecento anni sulla sponda dell’Arno del sigaro italiano, non era affatto facile proporre un tipo di alternativa di sincera qualità ai cosiddetti guru del fumo lento, alle volte assai restii alle novità e a ciò che non sia permeato dalle loro abitudini. I primi sigari sono stati prodotti l’anno seguente (nel 2014) tra i quali figuravano il Classico ammezzato e le due aromatiche varianti Nero alla liquirizia e Rosato del Grappa (precedentemente conosciuto come Ammazzacaffè).
Da allora ne ha fatta di strada il Moderno Opificio del Sigaro Italiano, riuscendo anche a fare breccia nelle già citate non facili preferenze degli appassionati di sigari e che vale (al momento in cui viene scritto l’articolo) il dieci percento delle quote di mercato dei sigari in Italia. Questo grazie ad una produzione che di anno in anno ha alzato sempre di più l’asticella qualitativa: il tabacco utilizzato per la realizzazione dei sigari Italico è di provenienza italiana (per l’esattezza dalle regioni di Veneto, Toscana, Lazio e Campania) miscelato alla qualità nordamericana, proveniente dagli stati del Tennessee e del Kentucky. Il tutto senza dimenticare che proprio della specialità Kentucky il Mose ha una propria coltivazione diretta sita a Verona, dove la produzione viene seguita sin dal seme.
E dopo aver fatto conquista in patria, MOSI punta all’estero: la multinazionale danese Scandinavian Tobacco Group ha infatti recentemente acquisito una quota di maggioranza del Moderno Opificio del Sigaro Italiano, i cui vertici sono rimasti particolarmente conquistati dall’efficienza del sistema italiano nella realizzazione dei sigari a macchina e della rete che è in grado di provvedere alla provvigione del tabacco Kentucky di alta qualità. Per non parlare della sublime qualità e tradizione di quelli fatti a mano, tra i quali figurano al momento il Torpedo e il Piramide.
Il tutto a dimostrazione di come l’Italico sia un marchio di prima importanza in Italia, permettendo di esportare nel mondo la grande tradizione del sigaro italiano che si unisce con la passione e la ricerca attente alle esigenze del fumatore moderno. Fumare per credere!
Hank Cignatta
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