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    Arrivederci Federico Salvatore, l’ultima vera anima di Napoli

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    Ero piccolo quando, dal mio letto, sgattaiolavo fin dietro al divano di casa dei miei genitori per cercare di guardare la televisione che non mi era concesso vedere per via dell’orario. Cercando di non svegliare mio padre, assopito davanti al mezzo catodico, rimanevo come ipnotizzato quando era sintonizzato sul quinto canale del telecomando mentre in onda c’era il Maurizio Costanzo Show. Onestamente non so dirvi perché quel programma scaturisse in me tutta quella curiosità, ma ebbi modo di capirlo molti anni dopo. In quel periodo tra i tanti ospiti che affollavano uno dei programmi più longevi della storia della tv nostrana c’era un signore che suonava la chitarra e che portava i capelli lunghi raccolti in una coda. Sebbene puzzassi di latte rancido ero abbastanza sveglio (almeno all’epoca) da capire che non era Fiorello, giunto ormai alla fine della sua esperienza con il Karaoke. Stava eseguendo con la sua chitarra il brano Azz… , la lingua sciolta, una mimica irresistibile e una verve comica che suscitava un sincero divertimento nel non facile parterre di pubblico del Maurizio Costanzo Show. In seguito ebbi modo di vedere la faccia di Federico Salvatore immortalato con gli occhi sgranati sulla copertina del suo album …Azz del 1995, che contiene l’omonimo singolo che lo ha reso famoso a livello nazionale in una delle musicassette in macchina di un mio parente. Questo disco, insieme al suo seguito pubblicato l’anno seguente intitolato Il mago di Azz, vendettero più dii cinquantamila copie facendogli aggiudicare due dischi di platino.

    La copertina dell’album …Azz di Federico Salvatore, pubblicato nel 1995 da RTI Music

    Napoletano verace, Salvatore si avvia alla musica in tenera età, studiando la chitarra da autodidatta. Abbandonò gli studi di giurisprudenza dopo soli due anni, dando adito a quella vocazione artistica che era più forte di qualsiasi cosa, con buona pace dei suoi genitori che volevano diventasse un avvocato. La parlantina non gli mancava di certo e decise di metterla al servizio di quello stile unico che sarebbe diventato il suo marchio di fabbrica: si dedicò anima e corpo alla carriera di cantautore, esibendosi in teatro dove adattava testi dissacranti sulla base di canzoni famose. La sua voce aveva dei richiami, a tratti, a quella di De André e di Giancarlo Bigazzi (il quale ha firmato insieme a Salvatore il testo di Sulla Porta) degli Squallor, dei quali è stato il naturale erede.

    La grande occasione arrivò nel 1994 quando riuscì a vincere l’edizione di quell’anno del festival dedicato al cabaret e alla comicità intitolato BravoGrazie (nel quale hanno mosso i primi passi Luciana Littizzetto, Max Pisu, Ficarra e Picone e Enrico Bertolino per citare i più conosciuti) che gli diede visibilità e modo di essere notato da Maurizio Costanzo, il quale gli permise di partecipare al Maurizio Costanzo Show. Qui ebbe modo di presenziare in maniera fissa grazie al successo ottenuto dai suoi sketch che gli hanno permesso di ottenere successo a livello nazionale, che riuscivano a cristalizzare vizi e virtù della sua amata Napoli. Nel 1996 giunge anche ad esibirsi in gara al Festival di Sanremo (la stessa edizione che ha visto partecipare gli Elio e le storie tese che si classificarono al secondo posto con La Terra dei Cachi): tutti si aspettavano un brano satirico e invece stupì tutti. Presentò Sulla porta, un brano struggente sulla storia di un ragazzo omosessuale che dichiara alla madre la sua omosessualità e la difficoltà di tenerla nascosta per evitare che la gente gli parlasse dietro. Un brano avanti anni luce sui suoi tempi (senza ipocrisia alcuna), interpretato e vissuto da Federico Salvatore in un modo unico ed intenso che gli è valso un lunghissimo applauso da parte di tutto l’Ariston. Come prevedibile il brano non venne compreso (o non ce ne fu l’intenzione) e si classificò al tredicesimo posto. La vicenda è raccontata direttamente da Salvatore nel video che segue qui sotto.

    Nel corso degli anni Salvatore ha diradato sempre di più le sue apparizioni da quell’ambiente dello spettacolo che, in seguito alla sua decisione di dedicarsi anche alla realizzazione di brani impegnati, lo aveva messo un po’ ai margini e che lui ha guardato sempre con un certo distacco e del cui rapporto parla all’interno del brano Homo Sapiens. Torna in video nel 2007 nel programma andato in onda su Rai Uno nel 2007 Apocalypse Show, condotto dal geniale Gianfranco Funari, il quale ha modo di intervistarlo e di constatare come all’epoca dell’apice del successo di Salvatore la gente si soffermasse solamente su uno dei dettagli dell’artista, senza tenere conto del fatto che egli è stato un grandissimo cantautore che avrebbe meritato decisamente di più. Ho scoperto il suo canale Youtube per caso, dove caricava esibizioni riviste e corrette dei suoi brani famosi (irresistibile è il duetto con Clementino) e di canzoni più recenti e mi ha dato modo di ritrovare il sorriso in uno dei momenti più bui della mia esistenza. Apprendere la notizia del suo malore nel 2021, dovuto ad un emorragia celebrale mi ha profondamente colpito, come se fosse capitato ad una persona conosciuta da sempre. Ci mancherà terribilmente Federico Salvatore, pungente voce di un mondo che diventa sempre più complicato e dove essere realmente liberi e seguire il proprio cuore è l’atto più rivoluzionario che si possa mettere in atto. Un Pulcinella senza maschera, come è stato definito, la cui voce e la cui arte deve risuonare nelle nostre intorpidite coscienze, tra un like e un video su TikTok. Che sfaccim.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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