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    Bad Literature Inc

    Arrivederci Maurizio Costanzo, ti dobbiamo molto

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    Quando un personaggio famoso muore si avvia automaticamente un fastidioso processo di santificazione del volto noto, quasi a fargli raggiungere un livello etereo per elevarlo laddove nessuno è degno neanche di alzare lo sguardo. Salutava sempre, era sempre di buon umore e aveva una buona parola per tutti. Strano che se ne parli sempre bene non appena smettono di respirare, non trovate? Una situazione che si ripete sempre più spesso, visto il numero di volti noti che hanno raggiunto l’altra dimensione negli ultimi due anni. Ma se c’è una persona che non necessita di melliflue rivendicazioni di stima è proprio quella di Maurizio Costanzo, scomparso il ventiquattro Febbraio all’età di ottantaquattro anni. La notizia della sua morte, arrivata all’improvviso, è sembrata quasi uno scherzo di qualche buontempone. Ma non appena è arrivata l’ufficialità da parte dell’Ansa fatta pervenire direttamente da una nota della famiglia, è giunta la presa di coscienza del fatto di aver perso un gigante che ha inciso una tacca permanente nella storia della televisione e della cultura di questo nostro sgangherato Paese.

    Mentre scrivo queste poche righe sullo schermo della mia televisione scorrono le immagini del saluto terreno a Maurizio Costanzo nella Chiesa degli Artisti a Roma. E’ pieno di volti noti del piccolo schermo, molti dei quali lo stesso Costanzo ha contribuito a lanciare nell’Olimpo del tubo catodico. Oggi non ci sono divisioni tra poli televisivi, non c’è la guerra degli ascolti. Giornalisti, conduttori, attori e personaggi della politica uniti nel ricordo di una persona che ha contributo a rendere il mezzo televisivo un qualcosa di più accessibile a tutti. E anche strumento di riflessioni su alcuni dei temi più caldi del nostro Paese, come la lotta alla mafia. Proprio questo suo impegno che raggiunse il culmine con la maratona tra la Rai (con Michele Santoro) e l’allora Fininvest in seguito all’attentato in cui perse la vita l’imprenditore Libero Grassi lo fecero diventare bersaglio di Cosa Nostra. Nel 1993 infatti, insieme a Maria De Filippi, fu il destinatario un attentato esplosivo dal quale scampò miracolosamente per una questione di pochi secondi. L’auto sulla quale stavano transitando Costanzo e la sua futura consorte passò da Via Fano a Roma, adiacente al teatro Parioli, dove andava in onda il Maurizio Costanzo Show L’esplosione, che non causò vittime, sventrò diversi palazzi adiacenti. Era inoltre amico di Giovanni Falcone, che ospitò spesso nel corso delle sue trasmissioni e divenne ben presto uno dei simbolo contro la lotta alla mafia.

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    La mia mente viaggia indietro nel tempo fino a quelle domeniche pomeriggio passate in compagnia dei miei genitori e dei giochi di società mentre in tv andava in onda Buona Domenica: Costanzo faceva da anfitrione mentre si alternavano personaggi quali Fiorello, Paola Barale, Demo Morselli, Massimo Lopez, Luca Laurenti, Claudio Lippi e molti altri.

    Una televisione diversa e forse patinata ma che oggi, con gli occhi della nostalgia, ci sembra semplice e forse più felice. Per non parlare delle puntate del Maurizio Costanzo Show, della sua iconica sigla e dei grandi ospiti che si sono susseguiti che hanno rappresentato uno spaccato di un Paese che ormai non c’è più e che vive degli sbiaditi echi della sua storia. E se oggi siamo qui a rimarcare la nostra visione di giornalismo Gonzo (che non abbiamo la presunzione di definire la migliore o la più giusta in circolazione) ed esiste Bad Literature Inc. è anche all’esempio di figure carismatiche come quelle di Maurizio Costanzo, di cui l’informazione nostrana ha un vitale bisogno. La sua morte ha mostrato il lato fragile dei volti noti dello spettacolo, insegnandoci che non c’è davvero niente di male a mostrarsi umani di fronte alla morte che ci rende davvero tutti uguali. Grazie di tutto.

    Hank Cignatta

    Alan Comoretto

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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