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    That 90’S Show, non chiamatela (troppo) operazione nostalgia

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    Nostalgia, nostalgia canaglia. In tempi in cui si fa sempre più fatica ad esprimere i propri veri sentimenti per via di una serie di costrizioni che noi, come esseri umani, siamo campioni a crearci, questo pare essere uno dei sentimenti più dominanti. Il mantra del si stava meglio quando si stava peggio sta lentamente cedendo il posto sul podio a auguri anche a te e famiglia nelle frasi più banali pronunciate negli ultimi anni. Forse perché la mia generazione sta lentamente perdendo la battaglia contro lo stress ossidativo e vedere comparire qualche capello bianco qua e là è qualcosa alla quale non siamo ancora del tutto pronti. E niente si sottrae a questa nuova ondata di nostalgia canaglia che alberga nei nostri cuori e nelle nostre anime: lo sanno bene i capoccioni di Hollywood e delle serie tv, che tendono a creare sempre più qualcosa che strizza palesemente l’occhio al passato. Non sempre questo è necessariamente un male, ma bisogna anche analizzare come tutto questo viene realizzato per evitare di scadere nel ridicolo fine a sé stesso.

    La nostalgia. Bella la foto eh?

    Era Natale quando, durante una ricerca per un mio articolo, mi sono imbattuto nella notizia riportata da Variety circa la realizzazione di That ’90s Show, sequel di That ’70s Show di cui abbiamo parlato qui. Oltre al grande successo di pubblico, lo show ambientato nello scantinato di casa Forman è durato per otto stagioni ed è stato il trampolino di lancio per molti attori del cast. E’ stata una delle serie di punta della mia generazione ed è stato un vero e proprio piccolo miracolo televisivo. Per questi ed altri motivi l’idea che qualcosa facesse leva sull’effetto nostalgia mi ha lasciato vagamente perplesso, ripromettendomi però di guardarlo per farmi un’idea generale più obiettiva, dimenticandomi della faccenda. La mia insonnia, croce e delizia della mente devastata del povero bastardo che vi scrive, ha pensato bene di portarmi sul servizio streaming della grande Enne rossa per far pigiare il mio ingombrante pollice destro sul tasto play ed addentrarmi nella visione.

    Uno dei poster dello show

    Gli anni Settanta sono terminati, sono giunti i ruggenti anni Ottanta e ora alla porta bussano i colorati anni Novanta. Eric Forman e Donna Pinciotti sono decisamente cresciuti, si sono sposati e hanno avuto una figlia di nome Leia la quale chiede loro se può trascorrere le vacanze estive a casa dei nonni Kitty e Red a Point Place nel Winsconsin. Una volta incassato il si dei genitori e dei nonni, Leia si ritrova a fare conoscenza con alcuni ragazzi del posto e la taverna di casa Forman tornerà ad essere popolata di adolescenti e delle loro vicende. Leia ha modo di conoscere e di legare subito con Gwen (che diventerà la sua nuova migliore amica). Faranno parte del gruppo anche il fratello di Gwen, Nate, la sua fidanzata Nikki, Jay Kelso (figlio di Michael Kelso) e Ozzie. Per tutta la durata dei dieci episodi di cui è composta questa prima stagione Leia avrà modo di fare esperienze che non aveva ancora fatto, come dare il primo bacio, l’importanza del sentimento della vera amicizia e la magia di scoprire e vivere l’adolescenza con uno scalcinato gruppo di amici.

    Il cast di That ’90s Show

    Per forza di cose questo sequel rispolvera tanti riferimenti alla serie madre e vanta i cameo dei personaggi di Fez, Michael, Jackie, Eric, Donna e suo padre Bob (nonno materno di Leia).

    Gli unici membri del cast originale che hanno una presenza fissa sono Kitty (interpretata da Debra Jo Rupp) e Red (Kurtwood Smith), i quali sono davvero uno dei poli principali di tutto lo show. Battibeccano ma sono uno complementare all’altra e la presenza di una nuova generazione di ragazzi permette loro di sentirsi ancora vivi. Funzionano. E anche alla grande. Anche in That ’70s sono stati personaggi tutt’altro che marginali, ma qui le loro scene sono davvero delle piccole perle di comicità pura e fanno da perfetto contraltare alle vicende vissute dai personaggi principali. Lo show funziona perché è inevitabile figlio di quel grandissimo successo quale è stato la serie precedente ma ha tuttavia una sua robusta personalità che lo rende fresco e molto piacevole da guardare per passare una serata in spensieratezza. Il fatto che sia stato rinnovato per una seconda stagione è il segnale che si può fare leva sulla quella nostalgia canaglia che ogni tanto viene a bussare alle porte dei nostri sentimenti, ma con stile.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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