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    Mr. Pickles, una sana e sanguinolenta ondata di umorismo nero

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    Riuscire a fare ridere cercando di tenere alta la bandiera del cosiddetto umorismo nero, in tempi dove l’attuale società è ammantata di valori perbenisti che stanno decisamente facendo più danni del fumo passivo, non è certamente facile. Partorire una battuta è rischioso quanto aprire un preservativo e sperare che non si rompa nel momento del bisogno. E’ un mondo che si prende troppo sul serio, con decine di associazioni e minoranze di ogni tipo pronte a scendere sul piede di guerra con l’indignazione a comando per un tipo di immagine o di suono che non conosce. Per questo e per altri motivi il livello dell’intrattenimento scevro dai circuiti cosiddetti mainstream non è semplice da realizzare e quando si trova un prodotto ben fatto bisogna tenerselo ben stretto. Lo ammetto, sono una brutta persona. E onestamente non me ne frega un cazzo. Ecco perché quando ho visto per la prima volta gli episodi di Mr.Pickles, geniale serie animata del 2013 della durata di tre stagioni, ideata dal produttore statunitense Will Carsola e il disegnatore Dave Stewart, ho riso più del dovuto fino a rischiare di schiattare per asfissia. D’altronde, in un modo o nell’altro, bisogna pur andarsene da questa realtà complicata ed assurda, no?

    La serie animata in questione, cazzuta fin dalla sua sigla, narra le vicende degli abitanti di Old Town, piccola cittadina degli Stati Uniti, dove tutti si conoscono e hanno sempre pronto un giudizio per tutto e per tutti. Nel dettaglio la serie segue la famiglia Goodman, composta da Tommy Goodman, amorevole e volenteroso padre di famiglia, di sua moglie Beverly e del loro figlioletto Tommy che ha una naturale propensione per ficcarsi nei guai ed uscirne sempre indenne. I Goodman hanno anche un Border Collie bianco e nero dalla faccia tenere e dolce di nome Mr. Pickles (che in inglese significa cetriolo, che Tommy dà al suo cane al termine di ogni episodio perché, dice, che gli piacciono. Da mangiare, dannati perversi che non siete altro), che non è nient’altro che l’incarnazione di quel simpatico figlio di puttana di Satana. Mr. Pickles si aggira quindi tra le strade di Old Town, uccidendo e squartando quante più persone possibili in ogni episodio per soddisfare il suo bisogno di sangue. Con i suoi poteri demoniaci con i quali riesce anche ad ipnotizzare e a rendere gli animali suoi schiavi riesce a salvare dai guai il suo amico umano Tommy, il quale senza il suo cane sarebbe da tempo morto per la serie di situazioni assurde nelle quali riesce sempre a ficcarsi. A tentare di smascherare le nefandezze sataniste di Mr. Pickles ci prova sempre (ma senza successo) il nonno di Tommy, Stanley, il quale è anche la vittima preferita dei perfidi scherzi dell’infernale quadrupede. Inutile dire che la serie è rivolta ad un pubblico adulto e a tutti coloro che sanno prendere una battuta per quello che è, senza dover stare a vivisezionare il cazzo ad ogni piè sospinto.

    Mr. Pickles è quindi nel complesso una serie animata violenta, grezza, che ride di tutto e di tutti senza distinzione alcuna. Si fa beffe dei problemi e dei disagi, accentua problematiche che diventano punti di forza dei singoli personaggi ed è demenziale come pochi. Ma è proprio per questo che dona attacchi acuti di priapismo nelle poche persone che ancora conoscono ed apprezzano la bellezza dell’intrattenimento del cosiddetto black humor. Ridete di gusto quindi o se non ne siete capaci abbiate la compiacenza di non rompere le palle.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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