Evel Knievel, il re degli stuntman
Il ruolo dello stuntman è uno dei più cazzuti del mondo dello spettacolo: sempre presenti in scene di azione, pronti a sostituire le stelle del cast di film che altrimenti metterebbero a repentaglio la propria incolumità. Il grandissimo Jackie Chan ha fatto di questa professione una vera e propria arte, fondendola con la spettacolarità delle arti marziali. Quentin Tarantino, da sempre affascinato dal mondo dei cascatori, ha omaggiato gli stuntmen nei suoi film Grindhouse: A prova di morte con il ruolo di Stuntman Mike (interpretato da Kurt Russel) e in C’era una volta… a Hollywood con in personaggi di Rick Dalton e Cliff Booth.
Il più pazzo stuntman che la storia ricordi è Robert Craig Knievel Jr., noto come Evel Knievel (letto canivel), temerario individuo privo di qualsivoglia forma di senso di incolumità personale. Knievel era un bambino esuberante, caratteristica che lo contraddistinguerà per tutta l’adolescenza. Abbandona le superiori al secondo anno per trovare lavoro nelle mine di rame presso la Anaconda Mining Company. Parallelamente coltiva la sua grande passione per il motociclismo, che pratica non appena può. Una volta promosso alla conduzione dei macchinari per terreni sterrati, riesce a far impennare un escavatore, facendolo finire contro il palo principale della corrente della città di Butte in Montana e lasciando la cittadina senza luce per ore. Una volta licenziato, continua ad allenarsi nel motociclismo: per un breve periodo, per sostenere la sua famiglia, si reinventa venditore con brillanti risultati. Giunge a lavorare nel negozio di moto di Don Pomeroy. Suo figlio Jim, futuro campione di motocross, insegna ad Evel come fare un’impennata e restare seduto sulla sella della moto.
Quando Knievel era ragazzo ha avuto modo di assistere ad uno show del pilota automobilistico e stuntman americano Joie Chitwood, stella del Joie Chitwood Thrill Show (lo show del brivido di Joie Chitwood) e rimanendo completamente affascinato, decise di voler fare le stesse folli acrobazie però in sella ad una motocicletta. Nel corso degli anni Knievel perfezionò anche il costume con il quale era solito esibirsi in pazzi numeri di acrobazia con la sua moto: era una tuta bianca molto simile a quella indossata da Elvis, con una grafica che richiamava quella della bandiera americana e un mantello che svettava, come quello di un supereroe.
La sua carriera durò dal 1966 al 1981, caratterizzata da numeri pazzi ed assurdi tutt’ora ricordati ma anche numerosi infortuni. La pericolosità degli stunt di Knievel portò che società assicuratrici a trovare difficoltà nello stipulare delle polizze che potessero coprire gli eventuali danni ed infortuni riportati dai suoi numeri.
L’evento per il quale è più ricordato è il tentativo di salto delle cascate Shoshone presso lo Snake River Canyon nell’Idaho o quello del casinò Caesar Palace di Las Vegas.
Ben presto Knievel divenne famoso in tutti gli Stati Uniti: era una sorta di folle angelo che, in sella alla sua Harley Davidson XR750, era pronto a volare laddove nessuno era ancora riuscito ad arrivare e a lanciarsi in numeri che nessuno aveva il fegato di realizzare. La sua lucida follia (in senso buono, s’intende) lo ha portato ben presto ad essere un idolo dei bambini al punto tale da avere una linea di giocattoli a lui dedicati. In anni più recenti l’eredita di Knievel è stata raccolta da un manipolo di ragazzi scalmanati che, quando erano piccoli, si esaltavano guardando i suoi numeri e sognando di diventare come lui. Tra questi vi è Johnny Knoxville, stuntman e star dello show di Mtv, Jackass (il quale produrrà il docufilm Bein Evel) e il mitico pilota di motocross Travis Pastrana, una delle stelle dello show televisivo Nitro Circus, il quale ha replicato con successo il salto al Caesar Palace di Las Vegas per omaggiare il suo eroe di infanzia. La vita terrena di Evel Knievel ha fine nel 2007, quando muore nella sua abitazione di Clearwater, in Florida, in seguito alle complicazioni dovute alla fibrosi polmonare idiopatica, patologia contro la quale combatteva da tempo. La sua figura è stata letteralmente lanciata all’interno dell’immaginario collettivo della controcultura americana, diventando una vera e propria leggenda dello stunt mondiale. Una vita vissuta sul filo del brivido, lontana dalle omologazioni di quel buonsenso che, in alcuni casi, non ci permette di vivere appieno.
Hank Cignatta
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